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A few years later.

Fu dopo il mio compleanno e dopo aver letto il libro che insieme avevamo scritto che dicisi cosa avrei dovuto fare. Non volevo fermarmi al nostro passato, volevo che le persone che avevano amato e letto il libro a cui Sky aveva dedicato tutta sé stessa, sapessero ancora di noi. Volevo che sapessero che io non l'avrei lasciata e che si appassionassero ancora di più a noi.

Fu in una mattina di Gennaio che iniziai a scriverlo. Ero da solo, Sky ed i ragazzi erano a scuola. Sky continuava a ricevere e-mail su e-mail dai fan che si complimentavano con lei e che speravano in un seguito, ma lei era troppo impegnata.

Ci pensai. Pensai a come avrebbero reagito le persone se avessi scritto io un seguito per "Impossible", ma poi decisi. Avevo il bisogno di farlo.

Inizia a buttare giù qualche idea. Ogni giorno mi ritagliavo qualche momento nella giornata per starmene da solo e per scrivere. Sarebbe stato troppo impegnativo scrivere tanti capitoli quanti ce n'erano nel suo, fu così che decisi che sarebbero stati pochi ma che avrebbero soddisfatto e sarebbero arrivati al cuore delle persone che l'avrebbero acquistato.

E poi, senza neanche che me ne accorgessi, il libro era pronto.

Lo rilessi, sperando di non aver fatto errori. Avevo paura di deludere chiunque lo avesse letto.

Prima di pubblicarlo pensai che lei avesse il diritto di sapere che avevo continuato ciò che lei aveva iniziato. Il pensiero che le sarebbe dispiaciuto esserne venuta a conoscenza solo quando il libro era già stato pubblicato mi ronzava in testa. Così, due settimane prima che la casa editrice con la quale avevo collaborato lo pubblicasse, le lasciai una copia in una scatola, proprio come aveva fatto lei con me, il giorno del suo compleanno.

Flashback

Ero seduto nell'ufficio del signor Wilson, capo della casa editrice, mentre pensavo alla reazione di Sky quando avrebbe trovato la scatola appoggiata sul suo lato del letto.

Il libro sarebbe dovuto uscire la settimana dopo, ma non era ancora pronto, mancava la parte finale. Volevo scrivere della sua reazione quando l'avrei trovata rannicchiata ai piedi del letto con il libro tra le mani.

«Harry, cosa devi dirmi?» Mi chiese il Signor Wilson mentre digitava qualcosa al computer.

«Ho bisogno di altro tempo, almeno un'altra settimana.» Gli dissi sperando non la prendesse a male.

«Cosa intendi dire con "ho bisogno di altro tempo", Harry? Sai benissimo che è stato tutto fissato. Ci sono le interviste che avresti dovuto fare appena dopo la pubblicazione.» Fece scontrare la sua mano con la scrivania.

«Non posso pubblicare il libro senza scrivere la parte finale. Devi solo darmi un'altra settimana.» Era davvero importante per me, ma lui non sembrava capirlo.

«Cosa devi scrivere di così importante, Harry?» Era arrabbiato ma non me ne fregava un cazzo.

«Devo scrivere di mia moglie. Oggi le ho lasciato la copia del libro ed ho bisogno di sapere cosa ne pensa. Ho bisogno di scrivere della sua espressione quando lo avrà finito.» Dico tutto d'un fiato. Sento le vene sul collo pulsare per la rabbia e cerco di calmarmi.

«Dannazione, Harry. Non potresti semplicemente tenerla per te? Non potresti semplicemente ricordartene? Non devi per forza scriverne.»

Come fa a non capire quanto sia importante per me?

«A volte ricordare non basta.» Dico e mi alzo per lasciare la stanza.

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