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Attraverso le grandi lenti quadrate,Harry Gublutz osservò il quadro che stava proprio di fronte a lui.Nella sua semplicità era bellissimo:una contadina con una cesta piena di frutti e ortaggi.Se l'avesse visto qualche anno prima avrebbe immediatamente preso il taccuino e ci avrebbe sicuramente scritto una storia sopra.Ma ora non ne era più in grado.Era come bloccato.Il suo cervello era pieno di idee,ma non appena prendeva il foglio bianco ogni idea spariva.Harry era uno scrittore di fama mondiale:negli anni novanta era adorato da tantissima gente,e i premi fioccavano.Poi,con l'arrivo del XXI secolo,perse completamente l'ispirazione.Scrisse un libro nel 2001 e fu un clamoroso insuccesso e di punto in bianco tutti lo abbandonarono.I fan,poi la casa editrice e infine la moglie.Fu uno shock per lui.Le era stata vicina nei momenti più bui ma quando capì che quello sarebbe stato più buio degli altri divorziò e per Harry fu la fine.Aumentò col bere,aumentò con le sigarette e sperperò tutto il patrimonio.Quando gli pignorarono casa,capì che stava sbagliando e decise di ricominciare.Riprovò a fare quello che gli riusciva meglio,scrivere libri,ma non portò a nulla.E cadde in una depressione che durò più di dieci anni.

-Signor Gublutz?-
Harry si scrollò di dossi quei pensieri e osservò per qualche secondo la figura maschile che lo aspettava davanti alla porta.Aveva sessantacinque anni e il fisico di un ottantenne.Era il sua psicologo,la sua ultima ancora prima del buio totale.Si alzò e seguì l'uomo.Entrato nello studio si sedette su una poltrona identica a quella in cui era seduta poco prima.Nel farlo inevitabilmente si specchiò nel tavolino.I suoi capelli,un tempo splendidamente castani,stavano diventando grigi.Il fisico non sapeva nemmeno Harry di come fosse messo.E poi gli occhiali che tanto lui odiava e lo facevano sembrare ancora più vecchio.
-Come si sente?
-Può andare meglio,penso.
-Scrive?
-No.Cioè,le idee ce le ho ma non riesco a scriverle.Stessa storia da dieci anni.
-Ha provato il metodo che le ho consigliato?
-Ci ho provato.
-E...?
-E non è uscito niente,nulla di nulla.
-Questo blocco si riflette ancora sulla sua famiglia?
-Sì,purtroppo.
-Ha litigato con sua madre?
-Di nuovo.E stavolta pure con mia sorella.Dice che il successo mi ha montato la testa e quindi tratto tutti con distacco.Vaglielo a spiegare che sono depresso.
-E suo padre?
-Mio padre non lo sento da tempo e spero che le cose rimangano così.
Il risultato di quella seduta fu lo stesso di sempre:Troppo accumulo di stress e insoddisfazione.
-Stress,insoddisfazione,stress e bla  bla bla.Sembra un predicatore cristiano.
Quando uscì udì la voce di un ragazzino che parlava al telefono.
-No,niente di nuovo.Come al solito.
-Crudeli casualità-borbottò Harry.E sospirando,si avviò verso casa.

JULIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora