Dark-30-

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TRADUZIONE DARK.
- CAPITOLO 30.

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Harry si era seduto accanto a me al tavolo dove di solito aspettavo mentre lui allenava le persone; portavo spesso un libro da leggere aspettando che finisse di lavorare. Tom si era unito a noi qualche minuto prima ed io avevo continuato ad immergermi nel libro mentre loro parlavano di boxe; tuttavia, la mia mente tornò indietro alla realtà non appena qualcosa nella loro conversazione attirò la mia attenzione. Un combattimento. Poggiai il libro accanto a me; Harry notò la mia improvvisa attenzione, anche perché i miei occhi lo guardavano interrogativi. Interruppero la loro conversazione quando lui prese la mia mano.

"Ho un combattimento." Mi disse.

Il suo tocco si ritrasse e lui si voltò per continuare a parlare con Tom.

"Aspetta, cosa?" Scossi la testa. "Mi hai detto che non combatti."

"Lo so, ma è stato organizzato qualcosa per venerdì sera."

Continuarono a parlare con me seduta accanto. Guardai in basso sulle mie mani, giocherellando con le dita e ricordandomi di quando Harry mi aveva detto che lui colpiva troppo forte per la sua classe di peso. Sarebbe stato pericoloso per il suo avversario. Aggrottai le sopracciglia, afferrando la spalla di Harry: lui sembrò un po' sorpreso dalla mia interruzione.

"Lui è nella tua stessa classe di peso?" Chiesi improvvisamente.

Lui esitò, guardandomi: era come se stesse avendo una battaglia interna, non sicuro se avrebbe dovuto divulgare certi dettagli.

"Harry." Insistetti.

Le mie dita premettero nella sua pelle, ma mi sentii ancora più frustrata quando un sorriso apparve sul suo bellissimo viso.

"Sei carina quando ti arrabbi."

Indietreggiai quando la sua mano si sollevò per accarezzarmi la guancia. Stava cercando di distrarmi e il suo piano aveva avuto successo per qualche secondo, prima che realizzassi ciò che stava cercando di fare.

"Smettila e rispondi alla mia domanda." Risposi.

Le sopracciglia di Harry si alzarono al mio tono brusco. Mi rivolse un sorriso sfacciato, facendo comparire le fossette sulle guance. Sembrava così piccolo.

"No."

La sua testa si piegò lateralmente, sorridendo mentre aspettava la mia reazione.

"No?" Chiesi, aggrottando la fronte.

"E' della classe superiore." Affermò Harry.

Tom aveva assistito tutto il tempo alla nostra conversazione, chiaramente sorpreso dal tono che avevo utilizzato con Harry. Il mio sguardo si spostò su di lui per avere il suo parere sulla situazione.

"Bo, non preoccuparti. Haz lo batterà facilmente."

Tom colpì leggermente Harry sulla spalla mentre entrambi ridevano.

"N-non incoraggiarlo! I-il ragazzo con cui devi combattere, lui sarà più grosso di te. E' pericoloso, Harry."

Divenni improvvisamente ansiosa. Non volevo che Harry si facesse del male. Pensai poi a dove il combattimento si sarebbe svolto: la palestra dove i due ragazzi lavoravano non gli avrebbe mai permesso di combattere, lasciandolo da solo contro qualcuno di una differente classe di peso. Ecco quando realizzai che lui non gliel'aveva detto.

"Questo combattimento non è legale, giusto?" La mia voce era bassa.

La lingua di Harry accarezzò le sue labbra, degli occhi verdi osservarono intensamente i miei.

"Tecnicamente, no."

"Oh mio dio. Non puoi farlo, Harry." Dissi afferrando disperatamente la sua mano.

"Tom, ci lasceresti da soli un minuto?" Gli chiese Harry.

"Certo." Sorrise, alzandosi e allontanandosi.

L'attenzione di Harry si spostò subito di nuovo su di me. Afferrò la mia mano, facendomi alzare e guidandomi verso la parte anteriore della palestra dove si trovavano gli spogliatoi. La figura di Harry era dritta di fronte a me, facendomi ombra con la sua altezza. Sospirai quando delle lunghe dita spostarono delle ciocche di capelli dal mio viso.

"Bo, io combatterò." Disse severamente con la sua voce roca.

Assunse un'espressione scocciata quando il suono del suo cellulare dall'interno dello spogliatoio ci interruppe. Ormai sapevo bene la nostra solita routine, ovvero io che aspettavo mentre lui rispondeva alla telefonata. Non disse niente, semplicemente mi lasciò lì da sola sparendo oltre la porta.
Fu a quel punto che mi arrabbiai, lasciata da sola con i miei pensieri: scossi la testa mentre entravo determinata nello spogliatoio maschile dietro di lui. La mia presenza sorprese alcuni uomini, ma uscirono velocemente non appena puntai Harry: si era tolto la maglietta e camminava avanti e indietro con addosso i suoi pantaloncini.

"Guarda, già sto avendo abbastanza problemi con Bo, non c'è bisogno che inizi anche tu."

Per quale dannato motivo doveva combattere con qualcuno? Strinsi i pugni lungo i fianchi: i ragazzi e il loro stupido ego. Doveva farsi del male a causa della sua spavalderia e della mancanza di responsabilità necessaria per rendersi conto di quando arrivava il momento di fermarsi. Il mio petto si sollevò mentre prendevo un respiro profondo.

"Te l'ho già detto, non è una scelta tua." Brontolò nel telefono. "Posso fare quello che voglio." Aggiunse bruscamente.

Ne avevo avuto abbastanza. La mia rabbia scoppiò quando camminai in avanti, staccandogli il cellulare dall'orecchio.

"Attaccherai mai quel fottuto telefono, Harry?!"

Terminai la chiamata, gettandolo nella sua borsa aperta. Prima che riuscissi a prendere un altro respiro, lui mi bloccò i polsi nelle sue grandi mani. Trasalii quando la mia schiena sbatté contro il muro di armadietti. Dei pesanti sbuffi d'aria uscivano forzati dalle sue labbra dischiuse mentre mi alzava le braccia sopra la mia testa. Era furioso.
Il suo petto nudo si alzava e abbassava ansante; tentai disperatamente di sfuggire alla sua presa, ma la sua forza era di gran lunga superiore alla mia. Non avevo mai visto i suoi occhi così scuri mentre mi inchiodava con lo sguardo, il suo naso ad una distanza millimetrica dal mio. Il respiro usciva tremante dalla mia bocca, ma mi costrinsi a riporre la paura in un angolino lontano della mia mente.

"Era qualcun'altro che ti diceva quanto è stupida questa cosa?" Chiesi piuttosto duramente. "Perché dovresti ascoltarli, Harry."

La rabbia traboccava dai suoi occhi.

"Questo è quello che hanno detto anche loro di te." Disse Harry a bassa voce.

Mi lasciò andare le mani lungo i fianchi, ma non fui libera per molto: il corpo di Harry premette contro il mio, mettendomi in trappola. Rimasi leggermente confusa dalla sua affermazione ma prima che riuscissi a fargli qualche altra domanda sull'argomento, il suo sguardo s'indurì su di me ancora una volta mentre scuoteva la testa.

"Cosa c'è che non va in voi donne?" Chiese retoricamente. "E' una mia decisione, non m'interessa se a voi non sta bene!" Gridò Harry.

Non ero sicura che se ne fosse accorto, ma mentre gridava aveva istintivamente afferrato il mio avambraccio sinistro. La sua stretta aumentò progressivamente man mano che parlava. Trasalii, rannicchiandomi nella sua stretta; il mio corpo tremava, il dolore pulsava nel mio braccio. Piccoli suoni di disagio lasciarono le mie labbra dischiuse.

"Mi stai facendo male." Gemetti.

La faccia di Harry sbiancò all'improvviso, la sua mano si allontanò mentre lui indietreggiava. Mi tenni stretto il braccio dolorante al petto, la sua presa dura mi aveva fatto provare un senso di bruciore sulla pelle. Solo a quel punto mi resi conto che quelle che avevo appena pronunciato erano esattamente le stesse parole che sua sorella aveva detto al suo fidanzato prima che Harry lo picchiasse, quasi fino alla morte, nel loro giardino sul retro. Solo a quel punto realizzai quanto Harry fosse pericoloso. Avevo provato a guardare oltre il suo comportamento aggressivo, ma quando ci ritrovavamo in certe situazioni aveva ancora problemi a controllare la sua rabbia. E questo mi spaventava.

"Bo." Cercò di muoversi in avanti.

I miei occhi si spalancarono per la paura, la mia schiena premette disperatamente contro gli armadietti cercando di aumentare la distanza tra noi. Ma non ci riuscii. Ero pietrificata al pensiero che avrebbe potuto farmi del male di nuovo.

"Oh dio, ti prego no....... non di nuovo." Supplicò Harry freneticamente.

Il dolore nei suoi occhi mi spezzava il cuore, ma ero troppo spaventata per fare qualunque cosa. Si lasciò cadere sulle ginocchia di fronte a me. Il mio sguardo terrorizzato rimase fermo in avanti, senza che riuscissi a guardare in basso. Sobbalzai, ansimando quando le braccia di Harry si avvolsero intorno alle mie cosce; la sua testa si poggiò sulla mia pancia e lui mi strinse più forte quando sentì la mia riluttanza nei confronti del suo tocco. Stavo tremando.

"Bo, ti prego. M-mi dispiace, non volevo farti del male. Era l'ultima cosa che avrei voluto..... mi dispiace."

Chiusi gli occhi quando sentii le lacrime bagnare le mie guance. Il corpo di Harry era caldo contro il mio. Volevo confortarlo ma non sapevo come, riuscendo solo a rimanere ferma in quel punto. Era come un bambino, perso e solo alla ricerca di un po' d'amore.

Io non volevo che lui fosse solo.

"Ti prego." Sussurrò.

Con le lacrime che ancora scendevano lungo le mie guance, poggiai esitante la mano dietro la testa di Harry, accarezzando dolcemente i suoi riccioli scuri mentre lui rimaneva aggrappato a me. I nostri respiri sembrarono rallentare mentre cercavo di confortarlo almeno un po'. Sapevo che non aveva mai avuto l'intenzione di farmi del male. Una delle sue braccia si spostò in avanti: guardai in basso, vedendo i suoi occhi chiudersi per il dolore quando sussultai al contatto della sua mano sul mio braccio dolorante. Le sue labbra umide lasciarono una scia di baci sulla pelle arrossata, tentando disperatamente di spazzare via la paura.

"Mi dispiace così tanto, piccola." Mormorò a voce bacca contro la mia pelle.

"Va tutto bene..... va tutto bene, Harry." Sussurrai ripetutamente.

Afferrai coraggiosamente il suo mento, sollevandolo in modo che il suo sguardo incontrasse il mio: delle piccole lacrime bagnavano i suoi occhi mentre mi guardava disperatamente. Il suo braccio scivolò lungo il mio corpo quando mi chinai sul pavimento. La situazione si era calmata, e mi sedetti a gambe aperte intorno alle ginocchia di Harry. La sua testa si poggiò sulla mia spalla mentre continuavo ad accarezzargli i riccioli.

"Non volevo." Mi disse a bassa voce.

Respirai profondamente quando lui sfregò il suo viso nell'incavo del mio collo. Rimanemmo abbracciati, ogni tanto le mie labbra lasciavano dei baci sulla sua guancia.

"Io ci tengo a te, Harry. Non voglio che tu ti faccia del male.... S-sono solo preoccupata per te."

Lui annuì in comprensione. I ricci mi solleticarono la pelle.

"Bo, io ho ancora intenzione di combattere." Fece eco la sua voce roca.

Le sue parole mi provocarono un dolore nel petto, ma decisi di non insistere ancora. Non volevo che la situazione degenerasse di nuovo.

"Resterai?"

"Si."


***


Era strano vedere Harry allenarsi, dal momento che questa volta era lui a colpire con forza i guantoni. Sembrava forte, sotto controllo: la sua attenzione era concentrata unicamente su ciò che aveva davanti mentre incentrava la sua rabbia in qualcosa che era bravo a fare. Il ragazzo che era con lui stava avendo qualche difficoltà a ricevere i colpi forti che Harry tirava senza sosta ai guantoni. Ma non riuscii comunque a scacciare l'orrenda sensazione.

"Andrà tutto bene, lo sai." Disse Tom.

Mi voltai verso di lui seduto accanto a me, dimenticandomi del libro poggiato sulle mie gambe.

"Ti ha detto con chi deve combattere?"

Scossi la testa. Non volevo davvero sapere con chi Harry si sarebbe scontrato. Al solo pensiero sentii il mio stomaco in subbuglio; immagini di lui steso a terra incosciente sul ring si accavallarono nella mia mente.

"Il ragazzo è un bastardo." Tom scosse la testa disgustato prima di continuare. "E' ben risaputo che picchia a sangue qualunque ragazza con cui gli capita di uscire per una settimana."

Le mie mani raggiunsero la mia bocca per lo shock.

"Hai conosciuto Hayley, giusto?" Mi chiese.

"Umm.."

La mia mente passò in rassegna tutte le persone che Harry mi aveva presentato. Sussultai quando la sua immagine apparve in prima linea nella mia testa. L'avevo conosciuta, una delle prime notti che Harry mi aveva portato in un club. La notte in cui avevo anche incontrato Jake. Rabbrividii solo al pensiero.

"Hayley è un'amica di Harry."

"Mi ricordo di lei." Annuii.

Lei era bellissima, aveva lunghi capelli neri e la pelle scura; per il poco tempo che avevamo parlato mi era sembrata adorabile. Non capii cosa c'entrasse lei in tutta quella situazione finché Tom non parlò di nuovo.

"Lei ha una cicatrice sulla fronte."

Non c'era bisogno che Tom continuasse. Sentii un senso di nausea crescere dentro di me; sapevo esattamente chi le aveva fatto del male. Ecco perché Harry era così irremovibile sul voler combattere contro questo ragazzo: aveva fatto del male ad una sua amica.

Guardai in avanti per vedere il ragazzo dai capelli ricci che mi guardava: prese una pausa dal suo allenamento, togliendosi i guantoni mentre mandava giù un po' d'acqua. Le sue sopracciglia si abbassarono in una smorfia quando si accorse della mia espressione arrabbiata. Sentii il tavolo muoversi quando Tom scese, allontanandosi per mettere via alcuni attrezzi. Il mio sguardo tornò sul mio libro mentre sentivo dei piedi scalzi camminare sul pavimento verso di me. Mi rifiutai di alzare lo sguardo. Lui mosse la testa nell'incavo del mio collo, cercando di ottenere qualche risposta.

"Sei arrabbiata con me." Affermò a bassa voce, quasi come se lo stesse confermando a sé stesso.

Non ero arrabbiata, ero solo spaventata. Le sue labbra carnose baciarono il mio collo ma rimasi impassibile di fronte a lui, ancora leggermente scossa dalla nostra precedente discussione. Sussultai leggermente quando la sua mano calda afferrò esitante la mia, ricordando il dolore che mi aveva causato poco prima. I suoi occhi si chiusero per un attimo prima che parlasse.

"Andiamo, tu sarai la mia motivazione."

Mi tirò delicatamente giù dal tavolo e mi guidò dietro di sè sulla stuoia blu. Harry rimase fermo di fronte a me, rivolgendomi un piccolo sorriso.

"Stenditi per me, piccola."

Lo guardai confusa prima che lui annuisse per incoraggiarmi. Roteai gli occhi quando afferrò la mia mano, aiutandomi a distendermi sul tappeto. Rimasi ferma a guardare il bellissimo ragazzo sopra di me, non sicura di ciò che volesse fare. Harry ammiccò prima di posizionare le ginocchia ai lati del mio bacino, mentre le mani si poggiarono ad entrambi i lati della mia testa. Si sollevò leggermente, raddrizzando le gambe e le braccia. Il corpo di Harry si abbassò sui suoi muscoli tesi, il suo viso arrivò a qualche centimetro dal mio mentre cominciava le flessioni. Rubò un piccolo bacio dalle mie labbra prima di distendere di nuovo le braccia, sollevandosi dal mio corpo. Ridacchiai quando sfregò il suo naso contro il mio prima di allontanarsi nuovamente. Gli eventi avvenuti nello spogliatoio non erano ancora stati dimenticati.
La terza flessione fu premiata da un bacio più insistente; Harry indugiò sulle mie labbra quando la mia mano afferrò la parte di dietro del suo collo.

Lui ridacchiò prima di allontanarsi ancora una volta, ma non riuscì a completare del tutto la flessione. La mia mano lo tirò di nuovo giù: le nostre labbra furono premute le une contro le altre mentre un basso gemito risalì dal fondo della sua gola.

"Bo." Rise.

Il mio tocco si allontanò quando vidi Harry aumentare la distanza tra noi. Mi piaceva partecipare a questo tipo di esercizi: non richiedevano alcuno sforzo da parte mia tranne il rimanere distesa sotto di Harry, premiandolo ogni volta che completava una flessione. Arrivammo solo fino alla quattordicesima prima che avvolgessi una gamba intorno al suo bacino, tirandolo urgentemente giù su di me. Harry obbedì volentieri.

"Hmm, mi piace allenarmi con te. Non posso fare queste cose con Tom." Scherzò.

Risi al suo commento.

"Bene, perché non voglio dividerti con nessuno."

Lasciò altri baci sul mio viso prima di allontanarsi. Harry mi osservò attentamente, notando il mio cambiamento d'umore.

"Che c'è che non va?" Mi chiese.

"So perché vuoi combattere con lui.... per Hayley." Dissi a bassa voce.

I muscoli delle sue braccia sembrarono tendersi ancora di più mentre rimaneva sollevato sul mio corpo.

"E' solo un fottuto spreco di spazio. Lei non lo meritava, nessuna ragazza lo meritava." Il suo tono era rude.

Harry notò il mio corpo tendersi sotto di lui e velocemente cercò di fare uno sforzo per calmarsi. Alzai la mano per accarezzare la sua guancia; la sua mascella si rilassò al mio tocco.

"Si è vantato per un sacco di tempo su come mi avrebbe battuto. Ora ha la sua possibilità."

A quel punto c'erano solo poche persone che si aggiravano nella palestra mettendo tutto a posto, compreso Tom. Premetti delicatamente le mani sulle spalle di Harry e lui mi permise di farlo rotolare accanto a me. Mi stesi su di lui, sentendo delle lunghe dita muoversi su e giù lungo la mia spina dorsale.

"Ancora non sono d'accordo con il fatto che tu combatta, ma ora lo capisco." Dissi sul suo petto.

Il suo torace si alzava e abbassava costantemente sotto di me; una mano afferrò il mio polso, tirando delicatamente in alto il mio braccio. Non riuscii a non stringere in un pugno il tessuto della sua maglietta quando sentii Harry posare delicati baci sulla pelle ancora arrossata. Sapevamo entrambi che si sarebbe creato un livido, come per lasciare sul mio braccio un ricordo della sua irascibilità.

"Mi dispiace un sacco, Bo." Fece una pausa. "Voglio che tu ti senta al sicuro con me..... io voglio tenerti al sicuro."

Labbra carnose e respiri caldi lenivano la ferita non volontaria mentre rimanevo distesa su Harry.

"Allora non fare nulla che mi faccia spaventare." Sussurrai.

Dark-Knockout ( Italian translation ) IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora