Domenica, quasi mezzanotte
Ci eravamo messe tutte e tre davanti al portatile di Chiara per vedere una commedia. Giusto per sdrammatizzare la situazione in cui ci eravamo messe!
Chiara dormiva già da 20 minuti e spensi il computer poggiandolo sul comodino. Greta sbadigliò coprendosi e coricandosi.
" Torno subito, vado a farmi una camomilla. " Dissi, sapevo di non dover andare da sola ma non me ne importò.
Spalancai lo sportello e niente camomilla? Ok, cosa bevo per addormentarmi?
Girai per le stanze, una luce accesa e della musica proveniva nello scantinato. Proseguii e sì, c' era una festa anni cinquanta con l' orchestra. Ipotizzai un movimento di ballo (ero imbranata). Vidi Francesco (eh?) che sorridendo mi prese la mano attirandomi a lui.
" Benedecta Maria Colla, posso avere questo ballo? " (Scusa ma io non mi chiamo così), era troppo gentile e formale. I capelli rossi tirati all' indietro, gli occhi castani che mi piacevano, il fisico scolpito sotto la giacca nera fermata dalla cravatta, la voce sensuale: era lui, solo che aveva qualcosa di diverso.
Annuii, e non avevo il mio pigiama? Perché? Avevo un vestito arancione che mi arrivava fino alle ginocchia con le maniche a sbuffo. Ma che cazzo?
Sempre stretta a lui notai la presenza di un "bar" con tanto di bancone, drink e barista. Sussurrai a Francesco di voler bere qualcosa.
Mi lasciò e andai dal barista. " Vorrei qualcosa di forte. " Ordinai.
" Scusa ma sei sua gemella? " Domandò il barista indicando una ragazza vestita uguale a me e circondata dalla Greta e dalla Chiara, entrambe vestite anni '50. Greta aveva un vestito azzurro senza maniche con la schiena scoperta e i capelli castani lisci sulle spalle; mentre Chiara aveva un vestito verde coi pois neri fino ai polpacci e i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo.
Eppure quella ragazza non era mia sorella gemella Margherita, quindi chi era?
" No signore. " Dissi e buttai giù il drink, mi bruciò la gola. Vidi le ragazze ridere fino a quando si voltò quella vestita in arancione, mi inchiodò coi suoi occhi verdi e sorrise maliziosamente.
" Lei è Benedecta. " Continuò il barista.
Francesco tornò, non da me, ma da quella Benedecta. Davanti alle mie "amiche" le prese il viso tra le mani e le stampò un bacio sulle labbra. Le mie "amiche" esultarono ed io continuai a guardare la scena fino a quando un uomo mascherato entrò confondendosi tra la folla.
Le amiche di Benedecta erano tornate a ballare coi rispettivi fidanzati mentre Benedecta era con Francesco a parlare. Avrei voluto essere al suo posto e li vidi tornare a ballare.
Benedecta aveva un' aria strana come se percepisse un brutto presentimento oppure Francesco l' aveva ferita. E se l' avesse ferita davvero perché ballavano ancora insieme? Quella ragazza aveva il mio stesso lato testardo della me attuale.
Ad un tratto l' uomo mascherato aprì il fuoco colpendo il fidanzato di Greta che morì all' istante.
Quell' uomo era troppo inquietante: la maschera del medico della peste gli copriva il volto tranne gli occhi castani al di sotto e il corpo, era vestito con un mantello nero come la notte, quella notte sanguinaria.
Benedecta correva tra i corpi morti per rifugiarsi da qualche parte, spaventata e piangendo. Avevo il cuore a mille, mi salì un senso di claustrofobia così mi alzai dalla sedia per uscire dallo scantinato.
Come uscii mi trovai addosso il pigiama (eh?) e davanti all' ingresso.
Mi appoggiai al bancone sospirando per la corsa, mi passai una mano sulla fronte che si bagnò di sudore, respirai fino a fondo e sentii dei passi.
" La posso aiutare, signorina? " Una voce dietro di me.
Mi voltai lentamente ed urlai vedendo il fantasma del barista con il cranio grondante di sangue e una serie di proiettili sulle mani.
Mi portai le mani alla bocca e corsi in camera. Sbattei con un calcio la porta che svegliò Greta allarmata. Mi fiondai nel suo letto sotto le coperte, tremando mi portai il cuscino sopra la testa, tutto sotto il suo sguardo da "ma questa è pazza".
Greta mi spostò il cuscino e mi afferrò per la spalla. " Benny, cos'è successo? Sembra che hai visto un fantasma! "
La guardai e mi lasciai andare in una risata di nervosismo. " Ho visto dei fantasmi, quelli veri ti giuro! "
" Eppure non abbiamo le allucinazioni. " Disse Greta riflettendo.
" No. E Chiara li ha visti? " Domandai.
Greta scosse la testa, si scostò le coperte e si alzò per andare fino al comodino in legno con sopra l' abat-jour. Aprì il cassetto e prese tra le mani un coltello. Eh? Ma che cazzo?
Tornò a sedersi sul letto vicino a me e me lo puntò al petto.
" Oh, oh ma che fai? Sei impazzita? Da dove arriva? " Indietreggiai sul materasso e le sfuggì una risatina.
" Tranquilla non ti uccido. " Disse Greta smettendo di ridere e appoggiò l' arma davanti alle ginocchia.
Era un coltello da cucina molto fine ed affilato, lungo con la lama attraverso quale si riusciva a vedere il mio riflesso e dal manico nero; mi ricordai un episodio della mia infanzia nel quale avevo visto mia mamma mentre stava tagliando il coniglio per cucinarlo, appunto con un coltello del genere, ero rimasta impressionata nel vedere quella bestiola morta e distesa sopra l' assicella da cucina, mi erano venuti i brividi nel sentire il coltello che rompeva le ossa della creatura.
Tornai alla realtà scuotendo la testa e sbattendo le palpebre. Sussultai quando Chiara raggiunse me e Greta sul letto.
" Perché questo? " Domandò Chiara indicando il coltello.
" Precauzione nel caso ci accada qualcosa di brutto e ci difendiamo. " Spiegò Greta rigirandosi il coltello fra le mani.
" Ok, ok. Non è un giocattolo! " Sbottai spazientita togliendole il coltello dalle mani.
" Benny che hai? " Domandò Greta.
Scossi la testa osservando il coltello che appoggiai sul comodino. Avevo visto fin troppo sangue quella notte, mi bastava e non volevo vederne altro.
" Torniamo a letto? Sono le due. " Chiara sbadigliò facendoci notare l' orologio da polso.
Annuii alzandomi dal letto di Greta per raggiungere il mio come Chiara, buttai un ultimo sguardo al coltello e spensi la luce.
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Hotel of nightmares (#wattys2017)
HorrorTre ragazze, un hotel maledetto, l' inizio degli incubi. Per festeggiare la notte di Halloween, ho scritto questa storia horror. Spegnete la luce, accendete una candela e leggete. P. S. vi ritroverete nella vostra stanza il medico della peste! (Sche...