Capitolo 3

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Nel pomeriggio io girovagai per tutto l' hotel, annoiata. E questo è divertimento?!
Osservavo tutto a partire dalle camere da letto dove eravamo sistemate: formate da tre letti singoli, una toilette munita di specchio, un mobile per i vestiti, il lampadario, due abat-jour, pareti rosse (molto sobrio l' ambiente).
Il salone aveva al centro un tavolo da pranzo con sopra un candelabro nero e le finestre davano come offerta all' occhio del coinquilino un paesaggio di un cielo nuvoloso e due alberi spogli di foglie.
L' hotel aveva persino una piscina: era senza acqua e il bagno ad ottobre non ne avevo voglia di farlo.
Il corridoio che divideva la nostra camera da letto dalle altre vuote e dal bagno era immenso, simile ad un labirinto tanto che per orientarmi mi ero disegnata una specie di mappa sul palmo della mano.
Le due cose che attirarono la mia attenzione furono un manoscritto in fase di stesura a fianco ad una polverosa macchina da scrivere sul tavolo nella sala da pranzo e un foglio sul bancone all' ingresso.
Aspetta, riflettei e... al mattino non c' erano quegli oggetti!
Apparsi dal nulla? Portati da qualcuno? Ma poi da chi?!
Io e le mie amiche eravamo le uniche ad essere lì e nessuna di noi li aveva. Inoltre quella che scrive sono io... ma non ho mai scritto a macchina, solo a penna o al computer! Ok sto diventando pazza! Oh mio dio! Ho le allucinazioni?
No! Appena toccai gli oggetti sentii attraverso le dita che avevano la loro consistenza, quindi non li avevo immaginati.
Il manoscritto, capii dalla frase " Era una notte buia e sanguinante di Halloween... ", era un romanzo dell' orrore che notai non era finito. Uhm, potrei finirlo se ho voglia. Afferrai l' ultimo foglio e lessi.
Feci per prendere l' intero manoscritto quando sentii le finestre sbattere violentemente e mi sentii una mano tamburellare sulla spalla.
Soffocai un urlo quando Greta mi comparve davanti chiedendomi cosa facevo. Le spiegai tutto degli oggetti misteriosi e raggiungemmo Chiara in camera.
Chiara srotolò il foglio che era sul bancone e lesse. Impallidì fino ai capelli. " Non aprite la porta della stanza 150. "
Mi passò il foglio, mi chiesi cosa avesse di spaventoso e infatti quella frase era scritta con del sangue fresco, come se fosse stato preso da una ferita o da un corpo appena ucciso e scritto con un pennello su quel foglio.
Mentre leggevo quella frase seduta sul letto insieme alle mie amiche, sentii un lieve formicolio sulla caviglia che mi strappò un risolino.
" Greta, provaci a farmi il solletico e giuro che mi vendico. " Dissi ridendo più forte.
" Benny, io non sto facendo niente. " Greta era seria.
Osservai Chiara e scosse la testa. Chi mi solleticava la caviglia? Mossi la caviglia e portai il piede sul letto: non avevo niente.
Guardai le mie amiche per uno sguardo complice al quale rispose Chiara mentre Greta si premeva le mani sulla bocca come se trattenesse un grido.
Seguii il suo sguardo che cadeva su un oggetto grande, nero e abbastanza peloso.
" Benny. Chiara. C- c- c'è. Un. Ragno! " Greta balbettava tremando poi gridò lasciando cadere le mani dalla bocca. Avevo un ragno sulla caviglia, che schifo!
Saltammo tutte e tre giù dal letto guardando quella creatura muoversi. Il pensiero di averlo avuto sulla caviglia mi dava il voltastomaco. Greta mi si nascose dietro la schiena supplicandomi di uccidere quel ragno.
Chiara si guardò intorno, vide il manoscritto che avevo trovato e... splat! Colpì il ragno spiaccicandolo tra la coperta e i fogli.
" Chiara! No! " Mi dispiaceva per quel libro mai pubblicato.
" Che c'è? Ho ucciso il ragno. " Aprì la finestra e buttò giù le pagine che si dispersero nel giardino. Scossi la testa e Greta rilasciò il fiato trattenuto per lo spavento.
Le mie ipotesi sulle presenze malvagie tornarono a farmi visita nella testa e dovevo cercare di convincere le mie amiche ad andarcene prima che accadesse qualcosa di peggio di un semplice ma schifoso ragnaccio.

Hotel of nightmares (#wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora