Capitolo primo

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È buio intorno. Riza sta correndo. Il freddo del terriccio bagnato le gela le gambe  e si propaga lungo il corpo, salendo fino al petto. Ed è proprio lì che sente un peso enorme, che quasi la opprime. Non ce la fa più. Si lascia cadere a terra, in ginocchio. La pioggia che le riga il viso si confonde con le lacrime. Quand'è che ha iniziato a piangere? Un filo di luce le permette di vedere dove si trova. Un bosco forse? Ha qualcosa di familiare. Riza non ne è sicura.

«Elizabeth.»

Sente una voce. La riconosce immediatamente, nonostante lo scroscio della pioggia. Si volta, ma non vede nessuno. È sola ed ha paura. «Pa-papà?»

«È arrivato» la voce adesso è più flebile «...non manca molto.» Riza riesce a sentire quelle parole, mentre l'eco della voce del padre le risuona nella testa. Il peso al petto si è affievolito. Le gambe ritrovano la forza per rialzarsi...

Riza Hawkeye si svegliò nel suo letto, sudata e con il respiro affannoso. L'agitazione che ancora le ribolliva nelle vene. Sentì il nasino umido di Hayate toccarle la mano. Lei gli arruffò il pelo dolcemente. «Tranquillo, piccolo. Va tutto bene: era solo un sogno.» Guardò l'orologio per accorgersi che era irrimediabilmente in ritardo. Non le era mai successo, se non in rare occasioni. Quell'incubo l'aveva attanagliata al punto da non farla svegliare. Si preparò il più in fretta possibile, indossando la sua uniforme blu, e si precipitò a lavoro. La giornata era decisamente iniziata nel modo sbagliato.

Roy Mustang, seduto sulla poltrona del suo ufficio, puntò per l'ennesima volta gli occhi sul suo orologio degli alchimisti di Stato, chiedendosi che diamine di fine avesse fatto il suo sottoposto. Il suo atteggiamento era più paragonabile a quello di una madre premurosa, che a quello di un Capo. E questo gli succedeva non solo con il Tenente Hawkeye, ma con tutti i membri della squadra. «Fury, sei ancora qui? Sbaglio o ti ho già detto quello che devi fare, mi devo forse ripetere?»

«N-no, signore. Vado immediatamente» rispose il Sergente, agitato come al solito quando riceveva un ordine, «mi avverta quando arriva il Tenente. Sono un po' in pensiero.» Ammise il giovane soldato che salutò il Generale e si chiuse la porta alle spalle. Roy si alzò in piedi, grattandosi la testa. Non riusciva a immaginare il motivo di una tale negligenza da parte del suo braccio destro. Affacciandosi alla finestra, vide finalmente arrivare il tenente Hawkeye che a passo svelto saliva la scalinata della Centrale. La scena gli suscitò un lieve sorriso: per una volta non era lui ad essere in difetto sul posto di lavoro.

«Buongiorno, Generale. Mi scusi per il ritardo.» disse la donna, abbassando il capo in segno di reverenza. Chiuse la porta dell'ufficio e si avvicinò all'uomo, che le stava di fronte. Roy stava pensando a qualche frecciatina da rivolgerle per quell'evento fuori dall'ordinario, ma la voglia di scherzare gli passò quando, alzando gli occhi, vide il volto del Tenente. Aveva delle occhiaie violacee che le marchiavano lo sguardo, anch'esso alquanto diverso dal solito. «Non ti preoccupare» rispose il Generale, rivolgendole un caldo sorriso «nottataccia?»

«Non ho dormito molto bene, ma niente di grave, signore.» Ammise la donna, rispondendo al sorriso di lui con una leggera increspatura delle labbra. Roy era abbastanza preoccupato. Ricordava quanto fosse difficile scoprire qualcosa che la sua sottoposta non voleva lasciar sapere. Si augurò che fosse davvero una semplice notte in bianco a causare quello stato d'animo nel suo sottoposto. «Vieni. Andiamo dagli altri.»

«Generale, ho appena finito di aggiustare la ricetrasmittente» affermò soddisfatto il Sergente Fury «è stato molto semplice. Vede, aprendola ho notato un filo che faceva falso cont...»

«D'accordo, d'accordo, Sergente. Ottimo lavoro.» Lo interruppe Roy dandogli una pacca sulla spalla «Evita di entrare nei dettagli. Non importa a nessuno.» Gli suggerì l'uomo. Quell'affermazione bruciò tutto l'entusiasmo del più giovane della squadra, che si accucciò all'angolo della stanza, poco dietro gli altri uomini. «Bene, ragazzi. Purtroppo anche oggi c'è del lavoro da svolgere» iniziò il Generale «suvvia, Sergente Fury, non ti ho mica sgridato! Avvicinati.» Lo intimò il Generale. L'aria accogliente e familiare e quei buffi siparietti tra i suoi colleghi, fecero parzialmente riprendere Riza dalla brutta nottata che aveva passato. «Generale, io avrei voglia di entrare in azione. Non ne posso più di stare in centrale.» Affermò Havoc  che, da quando si era ripreso dall'incidente con Lust, era più attivo di prima. «Non mi lamenterei della troppa calma di questo periodo» contestò Roy,  ripensando ai momenti vissuti poco tempo prima «non ti sembra che ne abbiamo passate abbastanza? Ad ogni modo, se può bastarti, vorrei che tu e Breda andaste alla stazione a dare un'occhiata. Stamane mi è arrivata una segnalazione di movimenti sospetti proprio lì. Assicuratevi che non ci siano personaggi strani e non esitate a chiamarmi se succede qualcosa» ordinò il generale, proseguendo subito dopo  «tu, Falman, starai con me e mi aiuterai a sistemare gli ultimi referti nell'archivio di Stato, e tu» disse infine, puntando il dito contro il giovane Fury, che impallidì a causa del tono di voce fin troppo serio del Generale «scorterai a casa il Tenente Hawkeye. Accompagnala al suo appartamento e poi torna qui, mi raccomando.» I cinque  si voltarono verso il Tenente che fino ad allora non aveva aperto bocca, e si accorsero che effettivamente la donna aveva un'aria stanca. Non si erano accorti di lei prima. «Mi scusi, signore. Non lo reputo necessario. Non ho intenzione di tornare a casa.» Affermò decisa Riza, che si sentiva incredibilmente a disagio in quella situazione. Roy le si avvicinò ad un palmo dal viso. «Non ho chiesto il tuo parere, Tenente. La congedo per oggi» ribatté il Generale, voltandosi nuovamente verso la squadra «su muovetevi!» disse infine, guardando i ragazzi lasciare la stanza. Uscirono tutti, tranne il Tenente ancora sul piede di guerra e Fury, che avrebbe desiderato scomparire all'istante. «Ti dispiace aspettare il Tenente fuori, Fury? Arriva subito.»

Warmness on the soul. (Fullmetal Alchemist) Where stories live. Discover now