Capitolo 4

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«Cosa?» Natsu rimase a bocca aperta.

«Era uno scherzo Natsu! Ci tocchiamo entrambi!» Dissi continuando a ridere.

«Ma sei fuori?! Mi hai fatto preoccupare!» Iniziò a stringermi di più facendo aderire il mio corpo bagnato al suo, grazie a questo contatto riuscii a sentire il suo cuore battere all'impazzata.

Si era preoccupato davvero?

«Pensavo sarebbe stato divertente...» Dissi con un fil di voce guardandolo dal basso verso l'alto.

«Ti assicuro che non lo è stato.» Disse con tono arrabbiato.

Gonfiai le guance. «Vabbé dai ti ho chiesto scusa!» Misi le mani incrociate sotto il seno.

Sospirò guardando altrove. «L'hai voluto tu.» Si girò di nuovo verso di me ghignando e iniziò a schizzarmi con l'acqua.

«Ehi! Basta Natsu!» Lo richiamai ridendo, non riuscivo a controbattere perché continuava come un pazzo a schizzarmi.

«Ok basta ho vinto» Rise. «Adesso andiamo, o ti prenderai un raffreddore.» Ordinò prendendomi per mano e portandomi a riva, lì prese il suo cappotto nero e me lo appoggiò sulle spalle. E iniziò a camminare verso il bosco.

«Grazie tante.» Gli dissi stringendomi nel cappotto.

«E di che...» Si girò, e quando incatenò i suoi occhi color smeraldo nei miei cioccolato, si bloccò.

Mi girai su me stessa per capire cosa stesse guardando. «Ho qualcosa che non va?»

Poi dopo notai che io ero nella parte illuminata della riva, e i raggi di sole mi picchiavano sulla testa, lui, invece, stava nella penombra della foresta, fatta questa grande scoperta, vidi che si stava avvicinando, dovetti alzare la testa quando mi arrivò difronte, era più alto di me.

Avvicinò una mano al mio viso e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Io non osavo muovermi, rapita dal suo sguardo, ma quando mi sfiorò il viso ebbi di nuovo quella strana paura e, non so come se ne sia accorto, ritirò subito l'arto.

«Luce.» Sospirò quella parola a fior di labbra, e io non ero certa di aver capito.

«Cosa?» Domandai confusa.

«Luce. Ti piace? Come nome.»

«S-si...» Era bellissimo. Il nome più bello che io abbia mai sentito, anche se non sapevo di averne sentiti tanti.

D'un tratto si girò abbassandosi.

«Sali andiamo alla gilda, finalmente puoi presentarti come si deve.» 

Appoggiai le mani sulle sue spalle, per poi posare tutto il mio peso sulla sua schiena, incatenando le mie gambe sulla sua vita come un koala.

Non so se fosse stato lui ma appena il mio corpo aderì al suo mi riscaldai completamente, e i vestiti iniziarono ad asciugarsi.

Iniziò a correre, e per rompere il ghiaccio dissi la prima cosa che mi venne in mente.

«Ma hai la magia dello scaldabagno?» Lo sentii ridere sotto il mio corpo.

«No piccola, è la magia del fuoco la mia.» Lasciò la presa sulla mia gamba destra e alzò la mano a pugno, e quando lo aprì vidi una piccola fiammella, fu un attimo, perché chiuse subito la mano.

«Fammi vedere meglio!» A questa richiesta sentii il corpo di Natsu riscaldarsi notevolmente.

«Luce non posso, adesso per favore, stai zitta e lasciami correre, sennò mi farai venire il fiatone.»

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