Guardai quella piccola creatura davanti a me, ero con le spalle al muro, non ce la facevo più a vederla piangere.
«Ehi piccola tutto bene?» Le chiesi gentilmente, evitando di spaventarla.
Solo quando le parlai sembrò accorgersi di me, e appena posò gli occhi su di me fece un sorriso a trentadue denti.
«Mamma! Mamma! Né vedo un'altro! Ma questa però è più bella!» Si girò per andare a chiamare la madre seduta sul tavolo alla nostra sinistra.
Solo in quel momento la notai.
«Ma la vuoi smettere? Non c'è nessuno lì! Stai diventando impossibile!» Iniziò a sfogarsi sulla figlia.
Ma la bambina continuò a sorriderle. «Ti giuro mamma! E' lì ed è bellissima! Ti assomiglia tant-»
Un suono sordo. L'ho sentii fino a dentro il petto, qualcosa dentro di me si spezzò.
La piccola si portò una manina sulla guancia sinistra, guardò sua madre per qualche secondo e poi corse verso di me, mi prese la mano e mi portò su delle scale, che conducevano in una piccola cameretta ricoperta di stelle, adesivi di lune e costellazioni ovunque.
Mi fece sedere sul letto e mi abbracciò, l'abbracciai di rimando e dopo pochi secondi sentii la sentii singhiozzare mentre degli spasmi involontari colpivano la sua piccola schiena.
«Scusala, ma mamma non mi vuole tanto bene perché vedo cose belle come te.»
«E perché non dovrebbe volerti bene? Forse è solo arrabbiata, stai tranquilla, avrà avuto dei problemi...» Cercavo delle parole adatte per una bambina, ma io stessa iniziai ad odiare quella donna. Avrà avuto sui cinque o sei anni, eppure sembrava capire benissimo quello che le dicevo.
«Non ti ho mai vista in giro... Sei nuova?» Mi chiese curiosa.
«Nuova? Nuova in cosa?»
Non ebbe il tempo di rispondermi, il suono di una porta che sbatteva l'aveva preceduta.
Mi prese la mano e mi portò fuori dalla stanza, ci inginocchiammo vicino la grata e guardammo in basso verso la cucina.
Sotto l'uscio della porta vi era un uomo robusto con capelli lunghi e scuri, guardava la mamma della bambina come se fosse immondizia.
«Dov'è la bambina! Dove l'hai nascosta stronza!» Gridò l'uomo, ma prima che la bambina sentisse quella parola le tappai le orecchie e la tenni abbracciata al mio petto.
«A te non deve interessare dov'è mia figlia, presto i medici verranno a prenderla per portarla in clinica, e la cureranno, quello che tu, da padre, non sai fare!» Iniziò a urlare la donna alzandosi dalla sedia.
«E' solo una bambina! Smettila di trattarla come una pazza, quando qui la pazza sei tu! Dammi la mia bambina e falla venire via con me! Rivoglio mia figlia! Tu la farai ammazzare!» Urlò di rimando il padre con le lacrime agli occhi.
«Non ha amici immaginari! Lo capisci? Non sono cose normali quelle che fa'! E tu le stai dietro!»
«Ha cinque anni! Merda!» Batté un pugno sul muro affianco la porta. «Dov'è? Non può rimanere con te.» Iniziò a guardarsi intorno e appena vide la bambina sorrise. «Principessina!» La chiamò con una nuova luce negli occhi.
La piccola si staccò da me e corse verso il padre. «Ciao Papà!»
Quando li vidi abbracciati mi si sciolse il cuore, ma poi notai uno sguardo dal padre, come se lui fosse riuscito a vedermi, ma fu' un attimo, e credetti di essermelo immaginato.
STAI LEGGENDO
Fix you
FanfictionMi ha trovata. Mi ha aiutata. Mi ha salvata. Mi ha persa. Mi ha ritrovata.