Capitolo 1. Diversa

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Sono immobile di fronte alla grande finestra della mia camera da letto ad osservare attentamente i piccoli gruppi di ragazze e ragazzi che si stanno riunendo per andare al novantesimo anniversario dell'unificazione di Satyr, il nostro pianeta.
Prima dell'unificazione il nostro intero pianeta era scosso dalle interminabili faide tra i diversi clan, tra cui due erano i più potenti e temibili ancora oggi purtroppo, dalla sete di potere dei rispettivi capi che hanno rischiato di radere al suolo intere città nel periodo precedente al grande avvento.
I Krein guidati da Kurt il sanguinario, patriarca della famiglia Ruhinon da una parte e Ghorth l'astuto, della famiglia Deriohn dall'altra.
Entrambi volevano una sola cosa, il dominio sull'altra e sul mondo intero  e sarebbero arrivati a tutto pur di ottenerla anche la distruzione della nostra specie così dicono almeno.
Eppure ciò non è mai accaduto per fortuna, e non certo grazie ad una loro resa anzi tutt'altra cosa; i due patriarca raggiunsero un'accordo, per così dire, grazie ad un matrimonio combinato tra i loro figli rispettivamente Sigrith dei Ruhinon e Theriòth dei Deriohn in modo tale che le due famiglie potessero ottenere un egual potere e che il mondo intero potesse vivere così in pace anche se sotto al loro comando.
Questo perché tutti gli altri clan minori esistenti nel corso degli anni giurarono fedeltà all'una e all'altra famiglia rendendo così impossibile l'esistenza indipendente di altri clan all'infuori di essi.
Ma come tutti noi sappiamo ormai da tempo, questa è solo una mera illusione di pace e armonia tra le famiglie.
Infatti negli ultimi sessant'anni vi è stato un numero impressionante di complotti, tentativi di omicidio e altro ancora da parte delle due famiglie che ovviamente hanno sempre negato il loro coinvolgimento nei fatti poco pacifici che si verificavano di volta in volta.
Ovviamente gli attuali "sovrani" non sono da meno in fatto di complotti e altro ancora ma l'unica differenza che li distingue dai loro predecessori è un certo grado di collaborazione da parte della Regina Stephile a far prevalere la famiglia del suo Re Agaroth.

《Ragazza vieni qui!》sbraita Klaus, il mio padrone, riportandomi così alla mia triste realtà di tutti i giorni.
Esco dalla stanza in fretta per poi scendere le scale velocemente fermandomi davanti all'uomo con la pazienza pari a zero che mi sta aspettando con le braccia conserte.
Klaus è un uomo sulla cinquantina di robusta costituzione, classici  e comuni tratti  Satyriani ovvero carnagione olivastra, occhi di un nero profondo e capelli dello stesso colore anche se a lui ne rimangono ben pochi ormai come si può notare benissimo osservando il centro della nuca ormai quasi privo di capelli salvo qualche ciuffo qua e là.

《Mi ha chiamato Signore?》chiedo chinando lievemente il capo in segno di rispetto anche se la mia vera intenzione sarebbe stata quella di schiaffeggiarlo con forza disumana ma ovviamente sarebbe la fine per me se facessi una cosa così stupida.

《Al mio rientro voglio trovare la casa perfettamente pulita e in ordine. Questa sera avremo ospiti importanti. Hai capito bene?》afferma con il solito tono presuntuoso di sempre come se fosse lui il Re e non un semplice commerciante di stoffe.

《Sì Signore.》mi sforzo di dire in modo umile serrando i denti subito dopo per non dire qualche sciocchezza di cui sicuramente mi pentirei all'istante, infatti Klaus sembra provare un certo sadico gusto nell'infliggere punizioni e di certo non voglio dargli un motivo gratuito per farlo.

《Sarà meglio per te.》mi dice con un tono colmo di malvagità poco prima di voltarmi le spalle avanzando verso la porta dell'abitazione che subito apre uscendo in tutta fretta.
Chiudendosi la porta alle spalle con eccessiva forza mi lascia finalmente sola in quella casa che tanto odio ormai da alcuni anni.

Mai quanto odio quel lurido verme...

Penso tra me e me serrando i denti con forza dalla cieca che mi sta invadendo da quando ho sentito la sua odiosa e stridula voce chiamarmi solo pochi minuti fa, strappandomi brutalmente dalla mia sciocca illusione di poter essere una ragazza come tutte le altre.
Spesso la notte immaginavo una vita completamente diversa da quella che purtroppo vivo ogni singolo giorno, una normalissima vita da venticinquenne, delle amiche con cui passare il tempo, magari anche un ragazzo che mi facesse sentire come una principessa.
Ma quello che mi teneva sveglia per ore era il desiderio irrealizzabile purtroppo di avere indietro la mia famiglia, mio padre e mia madre di cui non ho neanche il più piccolo e vago ricordo talmente ero piccola quando mi sono stati strappati via da un gruppo di rapinatori.
Anche per questo motivo affermo con certezza che si tratta di una pace fasulla questa dato che non sono in grado di assicurare un minimo di sicurezza ai cittadini di Nystrièhl, la città in cui vivo da tutta la vita praticamente.
Negli ultimi tempi ho smesso di fantasticare su queste cose inutili e impossibili da raggiungere, l'unica cosa che riesce a tenermi sveglia certe notti è il rammarico e l'odio per la crudeltà che la vita ha deciso di infliggermi sin da quando non ero ancora in grado di camminare.
Quando i miei genitori abbandonarono questo mondo mi affidarono alle cure, per così dire, di alcuni volontari che si occupavano di orfani come me accolti in una struttura fatiscente fino a quando non fossimo stati in grado di sopravvivere da soli.
E questo avveniva in due modi : il primo consisteva, e consiste ancora oggi per i nuovi orfani, di essere accolti in una famiglia probabilmente per la loro impossibilità nell'avere figli, e il secondo modo era quello di essere adottati o meglio comprati, perché è questo ciò che realmente accade alla maggior parte di noi, da individui poco atti a prendersi cura di bambini o adolescenti.
Ovviamente questo è quello che è accaduto a me quando avevo all'incirca quattordici anni, ovvero undici anni fa.
Nell'arco di questi undici anni sono passata da mercante a mercante, uno peggio dell'altro in quanto a sfruttamento ma niente in confronto a Klaus di cui sono la  schiava da ormai quattro lunghi anni anche se lui preferisce chiamarmi aiutante ma viste le mansioni che mi affida la parola schiava mi si addice molto di più.
La prima volta che vidi la sua alta figura torreggiare completamente su di me non potrò mai dimenticarla per il timore che riuscì ad infondermi con una sola occhiata penetrante e densa di cattiveria e disgusto quasi, e proprio per ciò che gli lessi negli occhi non riesco ancora a comprendere la sua determinata testardaggine nel volermi a tutti i costi.
Klaus è ricordato ancora oggi per l'eccessiva somma di denaro spesa per una semplice ed inutile schiava o aiutante come ci hanno sempre chiamato tutti gli altri, ben quattromila Siri la somma più alta in assoluto spesa in questo campo da tempi remoti.

In The Galaxy : SchiavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora