Capitolo 11. Tranquillità

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«Buongiorno Thüvia.» saluta educatamente e con affetto Loki una donna più grande di me di qualche anno, una volta entrati in una piccola locanda poco distante dal cortile dove siamo arrivati giorni prima ormai.

«Buongiorno a voi principi, cosa vi porta qui così presto?» chiede ad entrambi lei con un sorriso gentile e carico di un affetto così genuino verso di loro, che potrebbe benissimo essere scambiato per quello di una madre premurosa nei confronti dei propri figli.

«Stiamo accompagnando Claire a fare un giro per il Regno, abbiamo pensato che fosse meglio mangiare qualcosa prima.» le dice Loki avvicinandosi ulteriormente al bancone realizzato con un particolare legname massiccio e di un colore insolitamente scuro, così come lo sono anche i tavoli e le panche sparse per tutto il locale.

«Ho sentito molto parlare di te Claire, finalmente ho il piacere di conoscerti personalmente.» mi dice lei estremamente gentile mentre mi avvicino a mia volta al bancone posizionandomi proprio di fianco a Loki.

È come se ormai fosse una cosa del tutto naturale stargli accanto...

«Il piacere è mio.» le rispondo timidamente mentre le stringo la mano che mi aveva teso alcuni secondi prima.
Mi sorprendo di quanto sia forte la sua stretta probabilmente per la statura esile che la caratterizza.
Leggermente più bassa di me, indossa un abito lungo e morbido in tinta unita di colore nero che nasconde le curve del suo corpo ma non riesce comunque a mascherare il corpo atletico, che a quanto pare deve essere la caratteristica dominante di tutti gli Asgardiani.
Come tutti o quasi, ha lunghi e folti capelli dorati che le arrivano più o meno alla base della vita, occhi celesti di un intensità paurosa e per finire morbidi lineamenti invidiabili da ogni donna comune.

«Vuoi farci morire di fame Thüvia?» esclama ironico Thor intromettendosi nella conversazione, e non posso fare altro che sussultare quando mi da una pacca sulle spalle.

Possibile che si scordi sempre di quanta forza possiede?

Esclamo mentalmente esasperata mentre tento in tutti i modi di reprimere una smorfia di dolore che si è appena riacceso grazie al mio gigante preferito.

«Sedetevi pure vi porto qualcosa subito.» ci dice ridendo lei prima di sparire in quella che dovrebbe essere una sorta di dispensa o qualcosa del genere.

«Claire, tutto bene? Sei abbastanza pallida.» mi chiede Loki sedendosi accanto a me su uno degli alti sgabelli di legno.

«Niente di grave, grazie.» gli rispondo tentando di sminuire la cosa per quanto sia possibile visto che sento pulsare con prepotenza la ferita più alta che non si è ancora rimarginata, come le altre del resto.

«Voglio essere il più chiaro possibile, devi avvertirmi immediatamente se non ce la fai chiaro?» mi dice lui adesso serissimo in volto e da questo capisco immediatamente che su questo argomento gli scherzi non sono ammessi.

«Lo prometto, il gigante qui ha solo dimenticato dove sono le ferite.» gli dico con un sorrisetto tirato sulle labbra mentre finalmente sento diminuire poco alla volta l'intensità del dolore.

«Tipico di lui.» sospira lui esasperato poggiandosi il palmo della mano destra contro la fronte come se fosse una cosa veramente tipica di Thor.

«Immagino sia una sua caratteristica non è così?» gli chiedo cercando di trattenere una risatina divertita che sicuramente desterebbe la curiosità del biondo seduto accanto al fratello intento a scrutare la porta della dispensa dove è sparita Thüvia poco fa.

«Diciamo che semplicemente non riesce a ricordare che nessuno è dotato della sua stessa forza, e ovviamente va a finire che qualcuno torna a casa con qualche livido.» mi dice lui scuotendo il capo in modo rassegnato, come se ormai niente e nessuno potesse cambiare questo assurdo aspetto del fratello che adesso ci sta guardando con il dubbio dipinto sul volto.

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