Il famoso guerriero Tomàs da Reillie s'infilò lo scudo, prese la spada e scese al villaggio, enorme era la sua ira, grande la sua foga, immenso il suo odio, avrebbe fatto ingoiare a suon di botte le parole di scherno ricevute giorni or sono da quel ragazzino impudente.
Chi era?
Cosa voleva?
Come si era permesso?
Appena entrato al villaggio le persone che lo videro ammutolirono, sapevano perché era lì, sapevano cos'era venuto a fare, sapevano . . .
Alcune donne cercarono di sedare la sua rabbia, ma né le dolci parole delle giovani, né le litanie delle vecchie ottennero alcun effetto, girovagò per tutte le strade, ispezionò ogni vicolo, scrutò ogni angolo e guardò in ogni piazza . . . e alla fine lo trovò.
Il piccolo Elia Arante stava giocando con pochi piccoli pezzi di legno.
Si scaglio contro il ragazzino come una furia, questi probabilmente non s'accorse nemmeno da dove arrivò l'attacco, e probabilmente non sapeva nemmeno il perché di quell'attacco, cosa si può sapere della vita a sette anni?
Come s'era ripromesso gli fece vomitare sangue a forza di pugni, il ragazzino dapprima emise qualche urlo, poi il sangue soffocò anche la piccola valvola di sfogo dei suoi polmoni, i calci facevano scroccare le ossa mentre le rompevano, i colpi inferti alla piccola testa la facevano roteare in un modo orribile . . .
Poi la spada mise fine all'agonia.
Soddisfatto di se, Tomàs da Reillie si mise la spada in spalla e andò all'osteria, la vittoria, la sua vittoria andava festeggiata, la sete di vendetta era stata annaffiata, ora toccava alla sua.
Tornò a casa a notte inoltrata, la porta del palazzo era aperta, salì al primo piano e nella grande sala con camino, riversi ancora sulla tavola apparecchiata stavano la moglie, i tre figli e le due figlie, vomitando e sbavando come bestie.
Fece le scale quattro a quattro, svegliò con urla terribili la servitù e chiese chi o cosa potesse salvare la propria famiglia, alché il vecchio Geremia Todd disse:
"Solo il dottor Enoch conosce le cure, le erbe e le magie per guarire da ogni male, solo lui è garanzia di successo Signore"
La voce di Tomàs da Reillie sembrava un tuono:
"Andate e portatemi questo dottor Enoch! Dovunque esso sia!"
I servitori partirono, andarono a casa del dottor Enoch, la servetta, il dottor Enoch era rimasto vedovo in giovane età, disse che il dottore non c'era, che non era solito rimanere fuori la notte, ma davvero non c'era. Forse poteva essere a casa del vecchio mercante Filaos.
Tutti si diressero a casa del mercante Filaos, ma ahimè non era neppure là, così decisero di dividersi e di cercare per tutto il paese.
La notte sembrò lunghissima a Tomàs da Reillie, e mai più fu così breve per la sua servitù, ma fu davvero eterna per la sua famiglia.
La famiglia di Tomàs da Reillie morì tra atroci tormenti, proprio mentre il sole stava illuminando le strade del paese, e fu allora che si vide di lontano la sagoma del dottor Enoch Arante che piangeva sulla collina del cimitero la fossa del figlio.