Capitolo 4

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Robin si svegliò all'alba, come sempre. Si scostò Little John di dosso, addormentatosi su di lui dopo aver bevuto un idromele di troppo, e si alzò dalla panca sulla quale aveva dormito. Sbadigliò, stiracchiandosi nella luce dorata del mattino, il viso contratto dal lieve mal di testa dovuto al troppo alcol ingerito. Andò dietro al bancone e si versò un boccale di birra, per ammortizzare la sbornia notturna.
Regina si svegliò la mattina presto, si vestì e scese di sotto per fare colazione. Notò Robin e decise di avvicinarsi per raccontargli del piano che lei ed Emma stavano preparando.
« Ma guarda chi si vede...» esclamò la mora.
Robin si voltò mentre beveva, ammiccando a Regina. Si pulì i corti baffi con la mano prima di sorriderle.
«Splendete più del sole!» la accolse, bevendo poi un altro sorso. «Già pronta per le vostre scorribande solitarie?»
«Sono sempre pronta dovreste saperlo» rispose lei. Si sedette su uno sgabello. «Ma questa volta vorrei parlarvi di una cosa...»
Robin si fece attento. Rubò un tagliere con del pane e si sedette di fronte a lei, prendendone un altro sorso.
«Ditemi...» disse, improvvisamente serio, spronato dall'espressione sul viso di lei.
«Devo confessarvi che la donna che era con me ieri, in realtà è la figlia della regina.» sussurrò avvicinandosi a lui per non farsi sentire da altri.
Robin spalancò gli occhi alla rivelazione.
«Cosa?! E l'avete portata qui?» chiese in un sussurro scioccato e non privo di rabbia. «Volete farci ammazzare tutti?»
«Shh non vi facevo cosi pauroso.» rispose Regina scocciata. «Vuole combattere contro la regina e prendersi il regno.» gli spiegò.
L'uomo la guardò stranito.
«E voi le credete?»
«Si, le credo. Mi ha raccontato quello che le hanno fatto i suoi genitori. Vuole formare un esercito e prendersi il regno... speravo che vi sareste unito a noi...» disse guardandolo negli occhi.
Il fuorilegge scosse la testa, un'espressione di delusione sul volto.
«Vi fidate delle parole di quella donna? La conoscete appena! Avete messo a repentaglio l'intero villaggio portandola qui!»
«Non l'avrei fatto se non fossi certa delle sue intenzioni. Fidatevi di me!» disse Regina stringendogli la mano. «Sapete che potete farlo!»
Robin guardò la mano di Regina stringere la sua, stupito. Riportò quindi gli occhi nei suoi. La osservò a lungo, come se non sapesse se fidarsi.
«Mi fido di voi. È di lei che non mi fido. Da una come la regina non può nascere qualcosa di buono.»
«Vi prego fatelo per me...lei è diversa. Sarà una buona regina, potremmo vivere in pace...» replicò cercando di convincerlo, stringendo maggiormente la sua mano.
L'uomo si sentì catturato da quello sguardo così intenso, profondo. Le vite dei suoi uomini erano nelle sue mani, ma quelle stesse mani le stava stringendo la donna che da anni, ormai, segretamente amava. E se corteggiarla non era mai servito se non a farla ridere, forse darle una tale fiducia... In fondo, se lei si fidava di quella Emma, e se le guardie della regina non erano ancora arrivati a trucidarli, forse c'era una speranza per tutti loro.
« D'accordo.» annuì, serio, sporgendosi sul tavolo e avvicinandosi a lei. « Se voi vi fidate, mi fiderò anch'io. Ma, se questa principessa dovesse tradirci, sarò io stesso a scoccare la freccia che la ucciderà. Intesi?»
Regina sorrise.
«Arriverebbe prima la mia freccia...come sempre.» rispose, ridendo. «Grazie mille, il vostro aiuto è molto importante. Non lo dimenticherò mai...»
Il ladro le sorrise, rincuorato. Le strinse le mani, sporgendosi un po' di più sul tavolo, guardandola negli occhi.
«Se salveremo davvero questo regno, sarà solo merito vostro...»
«Nostro, vorrete dire...» replicò la mora con un sorriso. «I vostri uomini vi seguiranno?»
Robin annuì, il sorriso sempre più grande, il viso vicino al suo.
«Ovviamente. Qual è il piano?»
«Radunare più uomini possibile e attaccare il castello. Lei conosce i passaggi segreti e può entrare senza essere vista, dobbiamo tenere le guardie occupate.»
L'uomo annuì nuovamente, concentrato sul piano ora, tanto da ritrarsi un poco.
«Non sarebbe un problema, se le guardie non fossero centinaia...» ribattè.
«Lo so, per questo abbiamo bisogno di molti uomini. Appena la regina sarà sconfitta smetteranno di combattere.»
«Sì, probabilmente...» commentò Robin pensieroso. «..ma ci servirà un vero e proprio esercito, Regina...»
«Possiamo farcela...dobbiamo crederci...»
Il ladro la guardò, preoccupato ma fiducioso. «Sì. Ce la faremo.» rispose infine con un sorriso.
«Grazie, non so davvero come ringraziarvi.» disse Regina sorridendogli dolcemente.

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