Regina continuò a guardarlo senza sapere cosa dire.
«Per adesso dobbiamo pensare alla battaglia che dobbiamo affrontare...» rispose infine.
«Regina... » Robin si alzò per poi mettersi in ginocchio accanto a lei « ...mi sono innamorato di voi la prima volta che vi ho vista... Stavo già con Zelena, e voi non siete mai sembrata interessata a me, quindi non l'ho mai lasciata... Ma, se avessi potuto scegliere allora, avrei certamente scelto voi...» disse il ladro prendendo le sue mani tra le proprie.
La mora arrossì ancora di più alle parole dell'uomo.
«Alzatevi vi prego...vi prometto che quando la regina sarà sconfitta riprenderemo il discorso.»
Robin la guardò addolorato. «Regina... potremmo non sopravvivere a questa battaglia... non voglio perdere quest'occasione.»
«Avrete un motivo per rimanere in vita.» replicò la ladra.
Lui la guardò intensamente, quindi annuì con un sorriso teso.
«D'accordo.»
«Adesso dovete riunire i vostri uomini. Non possiamo più perdere tempo.» disse la mora togliendo gentilmente le mani dalle sue.
Robin annuì con un sorriso e si alzò, voltandole le spalle per andare a svegliare Little John. « Ci vorrà un po'.» disse.
Regina si alzò poi a sua volta per andare a cercare Emma. La vide poco distante, in piedi, e si avvicinò a lei.
«Emma... mi dispiace per prima...»
La principessa la guardò duramente.
«Non c'è nulla di cui dispiacersi.» disse freddamente. «Vado a prendere le mie cose e controllo il perimetro. Voi aiutate pure Robin a spiegare la situazione ai suoi uomini. Ripartiamo stasera stessa.» concluse per poi superarla e salire in fretta le scale.
La ladra la guardò con gli occhi spalancati non capendo il suo atteggiamento. La seguì di sopra
«Che diavolo vi prende?» chiese sbarrandole la strada. « Robin è già andato ai suoi uomini...»
Emma si ritrovò la donna davanti. La guardò con freddezza, quindi la spostò per aprire la porta della sua stanza.
«Nulla. Sono solo concentrata sulla missione.»
«Continuate a mentire ma non cambia le cose... se siete arrabbiata per quello che vi ho detto vi chiedo scusa, non volevo insinuare nulla.» disse entrando poi nella stanza della principessa, senza chiedere il permesso.
La bionda iniziò ad infilare le sue poche cose nella sacca. Si voltò a guardarla, quindi si sedette sul letto come se fosse esausta, lasciandosi cadere.
«Chiudete la porta.» disse a voce più bassa, come se fosse stanca anche per parlare.
Regina fece come le era stato detto, si avvicinò poi a Emma.
«Qual è il problema?»
Emma la guardò, la schiena incurvata, lo sguardo rattristato.
«Ho visto Robin baciarvi.» rispose soltanto, come se spiegasse tutto.
La mora arrossì e abbassò lo sguardo.
«Mi ha colto alla sprovvista... ma comunque non spiega il vostro comportamento» replicò.
La principessa sospirò, guardandola ancora per qualche istante.
«Sì...» mormorò per poi alzarsi, avvicinandosi a lei. Si fermò ad un soffio dalla ladra, per poi inclinare appena la testa di lato tentando di baciarla.
Il cuore della ladra batté forte alla vicinanza con la principessa. Rimase immobile, senza sapere come comportarsi.
La bionda poggiò le labbra sulle sue, chiudendo gli occhi.
La mora sentì le sue labbra che sfiorarono le sue, gli occhi sbarrati incapace di muoversi.
Emma rimase ferma così per qualche istante, quindi si staccò. Le lanciò un'occhiata, la lingua che passava sulle labbra, quindi si voltò e riprese a riempire la sacca.
Regina si portò le dita alla bocca.
«Che significa?» chiese in un sussurro.
La principessa le lanciò ancora un'occhiata, quindi sistemò il letto, l'espressione triste che non accennava ad andarsene dal suo viso.
«Questo dipende da voi.» rispose, senza guardarla mentre rimetteva a posto le coperte.
«Mi baciate e poi non avete neanche il coraggio di guardami?» disse la ladra alzando la voce furiosa. «Sarete pure una principessa, ma nessuno vi dà il diritto di giocare con le persone!»
Emma si bloccò sentendo quelle parole. Si voltò quindi, lentamente, guardandola negli occhi.
«Non sto giocando.» disse, guardandola intensamente negli occhi, quel velo di tristezza ancora presente. «Vi ho solo dato una scelta.»
«Una scelta? Di che parlate? Io sono una ladra... voi siete una futura regina....se volete divertirvi avete scelto la persona sbagliata.» rispose Regina, indignata.
Emma aggrottò appena la fronte, stupita dalle sue parole.
«Tra ladri e regine non c'è differenza... entrambi prendono ciò che non gli appartiene, e c'è chi lo fa per sopravvivere e chi per guadagno... » mormorò, riflettendo ad alta voce, lo sguardo basso. «Ma... » rialzò gli occhi tristi su di lei« ...non voglio divertirmi. Non penso di sapere cosa significhi, in ogni caso. Ci conosciamo da poco, lo so, veramente poco, ma... » si strinse nelle spalle in un movimento lieve, elegante. «...credo di provare qualcosa per voi, Regina. Qualcosa che non credevo avrei mai avuto l'opportunità di provare.» ammise.
Regina la scrutò cercando di capire se stesse dicendo la verità. Aveva giurato a se stessa di rimanere sola e adesso, in un giorno solo, due persone si erano dichiarate e lei. Rimase in silenzio.
Emma sospirò, la rassegnazione che si mischiava al dolore. Un sorriso triste apparve fugace sul suo viso rivolto a terra. «Non temete. Non dovete sentirvi obbligata.» mormorò, riprendendo a sistemare il letto. «Mi dispiace avervi messa in imbarazzo.»
«Avete detto che volete restare sola solamente ieri sera e adesso questo... mi confondete.»
La bionda si fermò di nuovo. Le lanciò uno sguardo.
«Ho detto che non voglio un uomo. Non che voglio restare sola.»
Regina rimase qualche secondo in silenzio prima di ribattere.
«Perché io? Siete una futura regina... meritate una principessa... una nobile. Io non sono al vostro livello.»
Una risata debole sfuggì alla principessa.
«Voglio un mondo equo, Regina. Non mi interessa dei titoli. Non valgono niente, sono solo parole. Non conferiscono altro se non ricchezze materiali, e, talvolta, neanche quelle. Se sopravvivrò, se davvero riuscirò a salire al trono, saremo tutti allo stesso livello, e non prenderò le decisioni da sola, tranne che all'inizio, ovviamente. Quindi, ladra, principessa o nobile... non importa. Non è mai importato, per me...»
«Mi vorreste davvero al vostro fianco? Con che ruolo?» chiese l'altra esterrefatta, avvicinandosi di un passo e continuando a guardarla.
Emma sollevò lo sguardo su di lei. Una scintilla di speranza le accese lo sguardo, tanto da farle raddrizzare un po' la schiena.
«Con il ruolo di regina, ovviamente...» sussurrò, guardandola negli occhi.
Regina spalancò la bocca per poi richiuderla. «Mi vorreste... come moglie?»
La bionda arrossì, ma non abbassò lo sguardo. Annuì, senza parlare.
«Neanche mi conoscete....» replicò.
Un piccolo sorriso incurvò le labbra della principessa. «Vi conosco abbastanza.»
«E cosa sapete di me oltre il fatto che sono una ladra?»
Il sorriso della bionda si allargò un poco mentre abbassava lo sguardo.
«Che siete coraggiosa, intelligente, determinata...» sussurrò «...bellissima...» disse a voce ancora più bassa, arrossendo.
Regina arrossì al suo commento. « Coraggiosa? Perché rubo? Determinata è l'unica cosa in cui mi rispecchio.»
«Perché rubate, sì. Rubate a qualcuno che potrebbe uccidervi con un pensiero...» rise appena «...direttamente alle sue guardie.»
«Solo perché mi servono i soldi per poter abbandonare questo posto e poter ricominciare.»
Emma si strinse nelle spalle, tornando a guardarla, ancora rossa in viso. «Anche quello è coraggio.»
«Voglio decidere io della mia vita... sono scappata per un motivo.» precisò la ladra.
La bionda serrò la mascella e annuì, abbassando lo sguardo.
«Ma certo.» mormorò, armeggiando subito dopo con qualcosa dentro la sacca. «Non siete obbligata a fare niente, ve l'ho detto. Non fate caso a ciò che vi ho detto, se la cosa vi ha infastidita. Se così fosse, perdonatemi.»
«Non è quello...» disse facendo un passo verso di lei «Mi avete colto alla sprovvista...e questo mi succede raramente... non mi aspettavo una cosa del genere da voi...»
Emma rialzò lo sguardo su di lei, gli occhi spalancati dallo stupore.
«C-come?» mormorò.
«Non credevo di interessarvi...in quel senso... e adesso capisco la vostra reazione di prima, mi dispiace che abbiate assistito...»
Il viso della principessa si tese un poco, ma un'altra stretta di spalle fece tornare il sorriso su di esso.
«Siete libera di fare ciò che volete.»
«Non volevo infastidirvi, in ogni caso... non mi aspettavo quel gesto da lui, ho abbassato la guardia per un secondo e mi ha presto alla sprovvista...» spiegò nuovamente.
Emma la guardò, attenta ora. «Non dovete spiegarmi nulla...» rispose.
«Voglio farlo...io non voglio giocare con i sentimenti di nessuno...»
La bionda la guardò, lasciando trapelare la gratitudine che prova in un sorriso appena accennato.
«Ma non lo state facendo...»
«Due persone si sono appena dichiarate a me chiedendo la mia mano...credo di aver fatto qualcosa...»
Una risata nervosa sfuggi dalle labbra di Emma
«Giornata intensa...»
«Abbastanza...» concordò la mora con un sorriso a metà tra divertimento e amarezza. «Mia madre sarebbe contenta: diceva che, essendo un maschiaccio, non avrei mai trovato marito.»
La bionda abbassò di nuovo lo sguardo, sorridendo e scuotendo la testa.
«Io non so come comportarmi esattamente....» continuò la ladra.
Emma la guardò, spalancando un po' gli occhi.
«Oh, ehm... Non... non dovete fare niente...»
«Ho chiarito più o meno con Robin...» rispose Regina. «Fino a quanto ci sarà questa guerra ci concentreremo solo su quello.»
Emma annuì, seria in viso.
«Mi sembra... ragionevole.»
«Potremmo fare lo stesso anche noi? In questo momento dobbiamo essere concentrati su questo obiettivo.»
La principessa serrò la mascella e abbassò lo sguardo. Gli occhi le si riempirono improvvisamente di lacrime.
«Ma certo...» mormorò, la voce appesantita dal pianto represso.
«Non voglio farvi del male.... Sono solo un po' confusa e non voglio che ci siano degli attriti. La nostra missione è molto importante.»
Emma rimase in silenzio, il nodo che sentiva in gola ad impedirglielo. Una lacrima sfuggì al controllo, rotolando dallo zigomo fino a terra. Le voltò le spalle e aprì la finestra, appoggiando le braccia sul pianale e inspirando l'aria esterna.
Regina abbassò lo sguardo e si morse il labbro.
«Perdonatemi non volevo farvi del male... se con i miei comportamenti ho fatto qualcosa che vi hanno turbato vi chiedo scusa....» sussurrò, sentendosi terribilmente in colpa. «Forse adesso dovrei lasciarvi...» fece un passo verso la porta. «...E, se volete, non mi vedrete mai più.»
Emma si voltò di scatto, spaventata all'idea.
«No!» esclamò «Voglio dire... » si asciugò le lacrime, riprendendo il controllo di sé. «Sono stata tremendamente avventata. Mi dispiace. Non siete stata voi a farmi del male, solo... » abbassò di nuovo lo sguardo, inclinando appena la testa di lato e premendo le labbra tra loro. Tornò poi a guardarla con un sorriso che raggiunse gli occhi lucidi, anche se ancora colmi di tristezza. «...un problema mio, nulla che dipenda da voi. Ci conosciamo da un giorno appena, e già vi ho chiesto di rischiare la vita per la mia missione e di sposarmi. È un po' troppo. Non avrei mai dovuto, e me ne scuso profondamente.»
Regina accennò un sorriso.
«Non dovete scusarvi di niente... non avete colpa, i sentimenti non si possono controllare. Lo so bene... io ho chiuso il mio cuore tanto tempo fa quando l'uomo che amavo è morto...»
Emma spalancò gli occhi.
«Io... mi dispiace...» riuscì solo a dire.
«Non dovete, sono passati tanti anni e c'eravamo innamorati subito, quindi non dovete scusarvi dei vostri sentimenti... non mi capitava da tanto... mi ha colto di sorpresa.»
La principessa distolse lo sguardo, imbarazzata. «Non preoccupatevi...»
«Potreste.... darmi un po' di tempo...?» chiese Regina imbarazzata.
Emma aggrottò la fronte.
«Cos..? Certo ma...potete... potete anche, ve l'ho detto, potete anche far finta di nulla, non dovete per forza darmi una risposta, insomma, so che è stata una follia chiedervelo così di punto in bianco, dopo così poco tempo...» blaterò, parlando a raffica, senza guardarla, rossa in viso.
«Calmatevi.» sorrise la mora e si avvicinò a lei. «Va tutto bene davvero...mi lusinga la vostra proposta.»
La principessa arrossì ancora di più.
«Non volevo mettervi in imbarazzo...» mormorò, lo sguardo fisso sulle punte degli stivali.
«Siete solo stata sincera e questo lo apprezzo. Mi dispiace solo che abbiate visto il bacio tra me e Robin...»
Emma alzò lo sguardo su di lei. Si soffermò sulle sue labbra, troppo a lungo. Deglutì e riabbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. «Sarebbe stato peggio se non lo avessi visto...»
«Perché?» le domandò, arrossendo notando il suo sguardo sulle sue labbra.
«Perché... è meglio saperle, certe cose...» spiegò in un mormorio.
«Ve l'avrei detto...» sussurrò l'altra in risposta.
Emma sollevò il viso, incontrando il suo sguardo. In quello della principessa albergava un lieve stupore, quasi impaurito.
«Non sarebbe stata la stessa cosa.» sussurrò, guardandola come se fosse ipnotizzata da quello sguardo. «Non avrei visto la vostra reazione sul momento...»
«E la mia reazione vi ha infastidito?»
Emma scosse la testa sorridendo. «Affatto.»
«Quindi perché vi siete arrabbiata tanto?» chiese accennando un sorriso.
La bionda si strinse nelle spalle.
«Non è comunque piacevole vedere un uomo baciare la donna che... a cui si è interessati.»
«Avete ragione. Vi posso assicurare che non succederà più.» rispose la mora.
Il sorriso si allargò sul viso della principessa
«Oh, be'... non può che essere una buona notizia, per me.»
«Non intendo baciare neanche voi...non gongolate.» disse prendendola in giro.
Emma, dapprima sorpresa dal tono giocoso della donna, decise poi di stare al gioco. Il viso si atteggiò in una smorfia triste, da cucciolo abbandonato.
«Neanche una volta?» chiese in tono lamentoso.
Regina trattenne una risata.
«Non posso disobbedire ad un ordine della mia regina.»
Emma ammiccò ridendo:
«Non sono ancora una regina...»
«Siete comunque una nobile quindi potete anche ordinarmelo.»
«Ve lo ripeto... » disse, lanciandole un'occhiata seria. « ...nobili o no, siamo tutti uguali.»
Regina rise.
«Volevo vedere se avreste ceduto...»
«Ceduto? A cosa? A darvi ordini...? » rise Emma, ma Regina si avvicinò e poggiò le labbra sulle sue, e il suo bacio la interruppe, spiazzandola, tanto che non riuscì a reagire e rimase così, con gli occhi spalancati dallo stupore.
Regina si staccò dopo qualche secondo e abbassò lo sguardo arrossendo.
Emma rimase ferma a guardarla, senza fiato, senza parole. Gli occhi esprimevano tutto, in fondo.
La mora si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Io... adesso è meglio che vada...» balbettò.
«Uh...» mormorò Emma, interdetta. Si riprese di colpo poi, ricordandosi improvvisamente di respirare. «Sì, uh.. no, dovrei... dovremmo tornare giù entrambe, a dire il vero...»
«Si... credo sia il caso...» disse l'altra uscendo dalla stanza.
Emma la guardò smarrita vedendola uscire tanto in fretta. Leggermente abbattuta, prese la sua roba ed uscì lentamente dalla stanza, richiudendo la porta alle sue spalle. Scese lentamente le scale e la trovò ad aspettarla di sotto.
«Quindi forse dovremo andare all'accampamento e vedere quante persone Robin è riuscito a reclutare, cosi possiamo fare la nostra mossa contro la regina.» disse Regina evitando il suo sguardo.
Emma la guardò, come in trance e annuì.
«Sì. Andiamo.»
«Seguitemi.» uscì dalla locanda e si incamminò.
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Bandits
FanfictionForesta Incantata AU. «Perché volete aiutarmi, proteggermi? Sono una ladra...una sconosciuta.» replicò guardandola negli occhi. Il cuore batté più forte. «La regina non può essere sconfitta...»