Capitolo 3.

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Tornai a casa rossa in viso, dopo quelle sue parole mi sentivo veramente bene.

Guardai il cellulare e notai le 8 notifiche su kiwi.

ThomasPrice: ehi amica💕

ThomasPrice: Sto a scuola e ho già fatto amicizia

ThomasPrice: Ci sono addirittura dei gruppi "popolari, sfigati.." ma che cosa ridicola

ThomasPrice: Vorrei chiederti una cosa, cosa ne pensi del bullismo?

ThomasPrice: Sai io ho conosciuto una ragazza che ne è vittima e mi dispiace tanto per lei

ThomasPrice: I bulli le hanno pestato le dita della mano

ThomasPrice: Ehi, ma non hai il 3G?

ThomasPrice: Evidentemente no, comunque io vorrei vederti💕 magari possiamo incontrarci da qualche parte💕

Avrei voluto non rispondergli e quindi scappare come sempre, ma non mi sembrava giusto.

imalwaystired: Il bullismo è la cosa più brutta di questo mondo, credo che lei stia soffrendo e parecchio. Per quanto riguarda vederci, non credo proprio

ThomasPrice: Perché no? :c
Oggi lei ha pianto tra le mie braccia, mi faceva tanta pena

Quindi gli facevo pena, bene.

imalwaystired: Non avvicinarti a lei solo perché ti fa pena, le faresti solo più male

ThomasPrice: Non è solo per questo, è una ragazza interessante e vorrei averla come amica

imalwaystired: Davvero?

ThomasPrice: Certo che si.
Comunque noi dobbiamo vederci, voglio conoscerti di persona

imalwaystired: magari un giorno..

ThomasPrice: perché fai così? mi fai soltanto incuriosire di più e sarò ancora più interessato a te

imalwaystired: beh magari questo non mi dà fastidio

ThomasPrice: ecco..mi sto innamorando

Posai il cellulare sulla scrivania e iniziai a fare i compiti.
Filosofia, che noia.

Sentì bussare alla porta e io mi alzai per andarla ad aprire.

"Ehi piccola, fammi entrare un attimo"-disse spostandomi con un braccio.

"Ma con calma eh"-dissi infastidita.

"Cos'hai fatto alle dita?"-mi chiese incuriosito-"ti sei di nuovo bruciata?"-chiese ridendo.

"Si, ma non sono affari tuoi"

"Non è colpa mia se tu sei incapace e goffa e ti fai male sempre in qualche modo"

"Ah ah ah okay, ora esci"-dissi prendendolo per la maglia per poi trascinarlo fuori.

"Ma come mi maltratti, ero soltanto venuto a vedere come stava la mia cuginetta"

"Nemmeno oggi sei venuto a scuola..non so come tu faccia a stare al quinto anno"

"Quando uno ha un bel cervello, non ha bisogno di andare a scuola"-disse con un sorrisetto che mi fece innervosire.

"E a te come va a scuola?"-continuò.

"Tutto a meraviglia"-mentii.

"Il pranzo è pronto!"-ci chiamò mia zia.

"Arriviamo"-dicemmo in coro io e James.

Poi sei arrivato tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora