C h a p t e r 1: Parental visits do not alwaays bring good news

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Parental visits do not alwaays bring good news

Oregon

La luna era al suo massimo splendore e nella penombra della foresta vi era una casa abbandonata in pessime condizioni. Quello non era il suo vero aspetto, era un'illusione frutto di un potente incantesimo per evitare che curiosi indesiderati andassero a ficcanasare. Da una delle finestre si poteva intravedere il l'interno, si trovavano seduti in torno al tavolo delle persone e l'aria nella stanza era al quanto tesa. Nessuno proferiva parola, sapevano che una parola mal detta o fraintesa sarebbe scoppiato il finimondo. Ma uno di loro aveva i nervi a fior di pelle e non resistette.

«Allora, che ci facciamo qui? perché ci hanno convocato?» la voce dell'uomo era chiaramente preoccupata. «Credo siano per i vari scontri che sono avvenuti sui confini» suggerì una voce femminile. «Può essere, ma non credo. Avrebbero direttamente convocato il Gran Concilio, non noi. Penso che siamo qui per un altro motivo.» affermò un altro uomo appoggiato al muro affianco alla finestra.

Cominciarono a formulare varie teorie sulla loro presenza lì, ma vennero interrotti dall'entrata nella stanza di altre due persone, un uomo e una donna: l'uomo era appena arrivato e aiutò la donna che stava portando il vassoio con cibo e una teiera, c'era tensione tra i due ma fecero finta di niente appoggiarono tutto sul tavolo e l'uomo si sedette. «Se siamo qui ci sarà pure un motivo no? non credo ci abbaino convocati se fosse per una cosa da nulla. Bisogna avere pazienza» rassicurò la donna, servendo del tè nelle rispettive tazze per gli invitati.

Nel frattempo, nella penombra della boscaglia nascosti da alberi e cespugli vi erano dei ragazzi muniti di binocoli che li stavano spiando. La prima a parlare fu Scarlett «Chi sono? allora cosa dicono?!» domandò insistentemente bisbigliando al fratello. «Dalle voci che sono riuscito a distinguere, sono: Marcus, Samuel e Samira. Ci sono altre due voci ma non riesco a sentire bene» Chris si sforzò al massimo e riuscì a captare altre due voci «C'è Hanna e credo ci sia pure lo zio Raphael» a quest'ultimo nome rimasero al quanto sorpresi, i tre ragazzi si si scambiarono occhiate confuse per la presenza dell'uomo.

Se lui è qui vuol dire che veramente qualcosa di grave sta succedendo, pensò Ben e ricordò la visione che ebbe quella mattina, ogni particolare si stava avverando, dalla riunione all'arrivo di quell'uomo misterioso.

«Non si capisce molto di quello che dicono, c'è molta interferenza.» disse Chris rassegnato. «Non lo trovate un po' strano? convocano questa sottospecie di concilio subito dopo che loro stanno tornando.» sussurrò Ben senza staccare i suoi occhi dal binocolo. Convocare i rappresentanti, i bracci destri, delle grandi razze era inusuale, troppo strano a parer del ragazzo.

«Quindi è vero che i Blackwood ritorneranno dopo tutto questo tempo?» disse una voce femminile, e i tre ragazzi si spaventarono per l'improvvisa apparizione. Vi erano due ragazze che venivano da dentro la boscaglia e tra le braccia portavano vari spuntini. «Ma sei impazzita Camille?» parlarono all'unisono, la ragazza ridacchiò in risposta e si scusò. «Scusatela, sapete com'è in famiglia la cugina intelligente è aspettato farla a me!» disse Clary, l'altra ragazza, avvicinandosi a Chris egli sussurrò all'orecchio «Allora lupetto cosa ci siamo perse?» sedendosi a fianco a lui. Il ragazzo gli raccontò in breve ciò che è avvenuto in loro assenza.

I minuti passarono e il tempo pareva essersi fermato, dal nulla si aprì un portale proprio davanti alla finestra da cui il gruppetto seguivano la vicenda dentro la casa. Il portale scomparve e si intravide un uomo, ma l'incantesimo che avvolgeva la casa non permise ai ragazzi di intravedere il volto di quest'ultimo. Dentro la casa tutti i presenti si alzarono e si inchinarono al cospetto dell'uomo sconosciuto. Senza alzare mai lo sguardo il primo a parlare fu Marcus «Mi scusi per la mia impertinenza. Ma come mai ci ha convocati? cosa succede?» l'uomo misterioso con un cenno fece alzare tutti e li fece accomodare.

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