7° Capitolo -San Valentino-

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Il sole era sempre più presente nelle settimane che seguivano , il calore si sentiva più forte nelle nostre ossa , le vetrine dei negozi colme di cuori e di cioccolatini , ci avvisavano che stava arrivando il giorno dell'Amore , il giorno di San Valentino .

Chiara stava abituandosi alla sua "nuova esistenza " il suo carattere diventava sempre più accettabile , e quella mattina la invitai ad andare a far un giro al corso , nei suoi occhi attaccati alle vetrine dei gioiellieri , riflettevano i diamanti esposti ricordandomi , i meravigliosi anni passati con Carla , quando ogni ricorrenza era per me una gioia , adoravo regalarle ogni cosa e spesso con minuziosi risparmi riuscivo a regalarle qualche gioiello . "Ti piacciono vero Chiara?" lei si voltò e vidi una lacrima che stava scivolandole su quel romantico viso , "a chi non piacciono Elio ....ogni donna vorrebbe un diamante " nelle sue parole emergeva la sua tristezza dei ricordi che le riapparivano , "se non fossi stata così stupida , a quest'ora avevo ancora tutti i miei gioielli e invece sono qui , senza nulla in tasca e senza prospettiva" "Chiara non devi essere triste , la vita vedrai si ricorderà di te , e ti sorriderà di nuovo" , lo dicevo ma non ci credevo nemmeno un po' , sapevo benissimo che chi arriva al nostro stadio , difficilmente risorgeva .

Camminammo tutta la mattina , arrivammo dal farmacista entrai non appena mi accorsi che all interno non c'erano clienti , non volevo imbarazzarlo."Buongiorno dottore , le lavo le vetrine?" " No lascia perdere , tanto domani pioverà , piuttosto mi dai una mano devo portare giù nel magazzino questi scatoloni" , in cinque minuti portai tutte scatole e le riposi sugli scaffali , salendo sentì delle voci , erano dei clienti e mi nascosi nel retro.

Rimasi lì dieci minuti , era un viavai ma poi si svuotò la farmacia , "vieni Elio non preoccuparti dei clienti , tu sei un mio amico !" con lui nessuno si sentiva inferiore , con lui ti sentivi come in casa , ricordo quando una notte che era di turno , quando passai davanti per andare in stazione lui stava servendo una signora e mi chiamò "Elio aspetta ! aspetta che alzo la saracinesca." , quella sera faceva davvero freddo ma ci ero abituato , "dai resta con me che ci facciamo compagnia e almeno non mi annoio" Ci facemmo una caffettiera di caffè , presi uno straccetto e pian piano ripulivo tutti gli astucci delle medicine , avevo tolto tutta la polvere che esisteva , poi ci mettemmo su due sdraio di fortuna che aveva nel retro , fumava un sigaro profumatissimo il dottore lo fumava solo quando era di turno , quando lui era di turno io gli restavo accanto tutta la notte. Una volta si portò della pasta al sugo da casa , la scaldammo sul fornelletto e mangiammo a mezzanotte , una bottiglia di vino e noi eravamo in paradiso. Quella mattina il dottore , non volle che lavassi i vetri perché si era accorto di Chiara , lo aveva fatto per non umiliarmi davanti a lei , ma sapeva che non volevo i soldi gratuitamente , io li volevo guadagnare come ho sempre fatto . Per quel motivo usò il pretesto degli scatoloni , "vieni Elio , tieni" mi allungò la mano e dentro c'erano centomila lire .

"Ma no dottore sono troppi ! non posso accettarli non me li merito" il suo sguardo improvvisamente imbrunì "prendili Elio non insistere , porta la tua compagna al ristorante" , mi sentivo come un bambino al quale il fratello maggiore dava la mancia."Poi quando riterrai opportuno me la presenterai" caspita si era accorto di Chiara ma era stato così discreto non chiedendomi nulla , "Grazie dottore , ma per i prossimi mesi le vetrine le lavo io e gratis!!" "vai Elio non preoccupartene adesso , vai e portala al ristorante" Lui sapeva benissimo che non l'avrei mai fatto , non saremmo mai potuto entrare in qualsiasi ristorante , usci e presi per mano Chiara.

"Andiamo oggi il dottore è stato magnanimo , oggi andiamo al ristorante!" Chiara scoppiò a ridere , rise così tanto che aveva le lacrime , "noi al ristorante ah ah ah" "Chiara il dottore mi ha dato centomila lire " ,

"Comprami un gioiello!"... rimasi di stucco , erano giorni che non mangiavamo che alla mensa dei frati , la solita tazza di minestra e lei pensava ai gioielli ."ma Chiara possiamo mangiare la carne e tu pensi ai gioielli" , seria e dura "è vero , chi sei tu per regalarmi dei gioielli a ...." Camminammo per un ora fino ad arrivare alla trattoria che conoscevo , chiamai il cuoco , lui spesso mi dava il cartoccio con dentro pezzi di arrosto che non veniva dato ai clienti. , "Giulio , dai oggi ho un ospite importante " si affrettò con fare da clandestino mise delle fette di arrosto in una scatola di cartone ci mise pure delle patate , "vai Elio fuggi , non voglio che mi scoprano " per ringraziarlo gli porsi la banconota da centomila lire , che mi aveva dato il farmacista.

Sotto il cielo di milanoWhere stories live. Discover now