"Buon Anno Pietro" , "Buon Anno anche a te Elio " quella busta che tenevo stretta in mano leggermente aperta , faceva fuoriuscire un profumo di festa , quel profumo che per tanti anni è stato anche nostro , ma ora non lo è più .
La fame ci fece divorare quel gran pezzo di panettone , che scivolava giù accompagnato dal vino che gelato bevevamo , ci sentivamo in paradiso per cinque minuti , io e Pietro eravamo grandi amici , abbiamo diviso per anni i passanti della piazza , ed anche questa mattina come da tanti anni ci facevamo gli auguri , nella speranza di poter risorgere un giorno, anche se , sapevamo che la nostra resurrezione avrebbe portato alla morte la nostra amicizia , ed allora segretamente speravamo sempre di rimanere dei poveri <barboni>.
Mortaretti inesplosi accendini , vetri rotti , c'era un bailamme di rifiuti davanti il sagrato , Pietro trovò una scatola e pian piano ci mise dentro i vetri rotti così i bicchieri e tutto quello che raccoglieva ,lo riponeva dentro con una delicatezza tale , che a stento credevi potesse essere un pugile in pensione. Noi ci tenevamo a quella piazza , a quella chiesa , che in estate quando il sole ci bruciava la pelle , ci rintanavamo dentro a godere del fresco che quei marmi rilasciavano una volta addirittura di nascosto dal sagrestano , dormimmo dentro , le notti precedenti le zanzare ci davano il tormento e non riuscivamo nemmeno a respirare dal caldo , e così ci nascondemmo tra le panche , Pietro rimase sveglio finchè il sagrestano non chiuse il portone , il suo russare non sarebbe passato inosservato , in quel silenzio.
Dormimmo così bene che sognai pure.....la mia casa , il mio letto la mia famiglia , quella famiglia che mi rifiutò anni addietro , e mi spinse al di là del baratro .
Pietro , anche lui aveva una famiglia che lo aveva respinto come un avanzo , un giorno seduto a terra , vide suo figlio il più piccolo , camminare davanti a se , "Carlo ! Carlo! Sei tu?" il bambino che accompagnava quell'uomo , la fotocopia di Pietro , "chi è papà questo signore?" , "non lo so Mattia , non lo conosco nemmeno, anzi allontanati , magari è pure ammalato" , lo guardava con tale disprezzo e sdegno , che Pietro inghiottì le parole che stava per pronunciare , e si mise nuovamente a sedere. Il figlio allontanatosi si girò e gli strizzò l'occhiolino .
La mattina dopo una fiammante fuori serie si ferma davanti al marciapiede , "papà , papà dai Sali sulla macchina" Pietro nonostante i suoi acciacchi si sollevò con un balzo , "Carlo figlio mio...allora sei tu ! Non mi ero confuso " una lacrima sgusciava dal lato degli occhi di Pietro , "si papà sono proprio io , non mi riconosci?" , un respiro e Pietro disse con voce cupa dalle bronchiti passate , "Nemmeno tu ieri mi hai riconosciuto ...." , "No papà dai perché non sali che ti spiego ", "No !" "siediti con me su questo marciapiede , questa è la mia casa , questa è la mia esistenza , qui mi riconoscono tutti"
"Papà non essere testardo sali che ti porto a lavare " , "non son mica la tua macchina che mi devi lavare " "siediti qui , io poi se pioverà mi laverò"
Trascorsero la mattinata intera a parlare , il figlio gli raccontava i suoi ultimi quindici anni della sua vita , così spavaldamente e minuziosamente , che Pietro era completamente assorto nell'ascoltarlo che a stento girava lo sguardo lui non voleva nemmeno perdersi un momento , di quel racconto.
"Ma dimmi un po' Carlo"...."come mai ieri hai detto quelle parole a Mattia?" ..."così si chiama vero ...mio <nipote> ??" , il figlio in evidente imbarazzo prese il cellulare e cercò la foto di suo figlio e disse "Guardalo , guarda come ti assomiglia " Pietro determinato più che mai "Rispondi Carlo, rispondi diamine!! Ti sei vergognato di me?!" "Ma papà , cosa vuoi saperne dei bambini tu, loro poi parlano raccontano ..."Pietro raggelato nell'animo con voce schiarita disse "Cosa ne so io dei bambini??!! , secondo te quand'è morta vostra madre , mia moglie , chi vi ha cresciuto ??"
Carlo a quel punto non sapeva che parole dire , sapeva che ogni cosa avesse raccontato al padre sarebbe valso a nulla , sapeva dell'ingiustizia , che lui complice dei suoi fratelli più grandi, aveva commesso.
Lui ricordava benissimo quando suo padre tornava a casa la notte , pieno di botte per poter racimolare qualche soldo , lui che la domenica in estate li portava sempre all'Idroscalo con i mezzi , lui che la mattina preparava loro le cartelle , mettendoci anche le merendine , per non farli sentire <sfortunati> di fronte agli altri , quell'uomo con un cuore più grande dei suoi pugni , suo Padre .
Pietro vide il figlio in difficoltà e per non avvilirlo gli disse "Dai portami a lavare" quel mio amico era così, non era capace di far del male a nessuno, con quella frase sciolse il sangue raggelato del figlio e lo tolse dall'imbarazzo.
Lo portò in un Hotel del centro , fece a lui la doccia, scorgendo le piaghe che aveva sulla schiena formatesi dai vari giacigli di cemento e dal freddo , lo sbarbò , l'aveva perfino portato ai grandi magazzini , e gli comprò un maglione di cashmere dei calzoni , le calze , ed un paio di scarpe che erano l'invidia di tutti noi. Pietro non se le toglieva mai erano l'unico ricordo del figlio Carlo.
Si perché il figlio Carlo dopo pochi mesi partì per l'America e non ne seppe più nulla , passarono assieme dei giorni memorabili , il figlio lo veniva a prendere ogni domenica mattina , non lo portava più nell'Hotel , ma bensì a casa sua , lui giocava con Mattia , saltellavano sul letto , mangiava dei pranzi decenti , era pure ingrassato a quel punto . La sera quando tornava sotto il nostro portico , aveva sempre con se una vaschetta di pasta al forno o di arrosto che spingeva dentro con forza , e lo mangiavamo assieme .
Un giorno addirittura il figlio gli diede cinquantamila lire , e senza farselo dire mi portò ai grandi magazzini , fu per me memorabile.
Le grandi luci mi abbagliavano , una musica lenta e gradevole ci accompagnava durante il tragitto, anche gli sguardi di sdegno dei <signori> ci accompagnavano....
Pietro mi comprò un paio di scarpe ed un giubbotto imbottito , le scarpe....erano anni che non avevo che il solito paio di ciabatte , che avevo rubato da una bancarella. Ora mi sentivo anche io un <signore> avevo le scarpe ai piedi , girammo tre ore per gli scaffali , immaginandoci ogni volta come ci sarebbe stato quel vestito , o quei blu jeans , si l'immaginavamo perché a <noi> non ci era permesso provarli.
Passarono svelti quei mesi e Pietro era sempre più felice , e noi con lui , finchè un giorno il figlio non gli disse ,"Papà noi per lavoro dovremo trasferirci negli USA , sai vado a fare il ricercatore scientifico là " Pietro quel tono di voce lo conosceva, sapeva benissimo a cosa portava ,"Lascia stare Carlo , non dire nulla " "Papà aspetta cosa hai capito , è solo che non ci vedremo più così spesso , sai l'America è lontana " lui in silenzio ascoltava e meditava "Portatemi con voi " disse."" "No !" una voce dal corridoio si stava avvicinando "No ! non si può , in America vogliono solamente gente produttiva !" Lucia sua moglie era una donna greve , una donna che passava le sue giornate a spendere i denari che il marito guadagnava curvo ore ed ore sui microscopi.
"Ma Lucia....." "Lascia stare Carlo , non litigare con tua moglie , ha ragione Lucia vogliono solo gente che produce....e voi tutti produrrete giusto?" Da quel giorno non lo vide che qualche volta sempre da solo , non portò più in Italia la sua famiglia .
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Sotto il cielo di milano
No FicciónLa storia di un uomo che passa da una vita piena di lussi ad una molto più umile, vedendo la sua vita sgretolarsi, dalla famiglia, alla carriera, alla posizione sociale. Un' avventura diversa dalle altre, che porterà l'uomo a capire quanto siano do...