"Chiara ! Chiara ! " è tornata allora, "Chiara !" , la mia voce aveva riempito improvvisamente il silenzio di quella sera , era li seduta sul mio letto di cartoni , in lacrime , i singhiozzi dal pianto rimbalzavano sulle volte del porticato , si voltò e mi disse "Ora ..sigh , ora sono una di voi ..." , "Anche stamattina lo eri Chiara ", sembravo duro ma ero realista , "come ti permetti di darmi della <barbona> tu?! " "tu che puzzi di vino e naftalina , che sei sporco e sudicio hai addosso tre cappotti e tieni del cibo schifoso in una busta"
Lo schiaffo risuonò nel portico ...mai avevo dato uno schiaffo ad una donna in vita mia , e mi pentì subito ma quella donna mi aveva offeso dentro , non per il <barbone> ma per il disprezzo del mio cibo , l'unico cibo.
"Se sei qui con noi semplici <barboni> è perché anche tu sei come noi!" "qui non ti cambiano la biancheria ogni giorno , qui il sapone te lo devi guadagnare , come il cibo , come l'acqua "
Quella donna così rude , improvvisamente si rilassò , improvvisamente rivedevo quella luce della mattina precedente , capivo di averla offesa ma era necessario.
Aprì la mia busta prediletta , dentro ci conservavo delle caramelle al lampone , che il farmacista mi regalò qualche settimana prima , per avergli lavato le vetrine , perché spesso lavavo le vetrine in alcuni negozi , rimediavo qualche spicciolo che mettevo da parte per un "Nuovo giorno" , si quel giorno che immaginavo nei miei pensieri , dove gli acciacchi mi abbandonavano dove tutto sarebbe diventato celeste , leggero e spensierato volteggiavo tra le nuvole , dove avrei ritrovato mia madre mio padre ,quello era per me il mio nuovo giorno.
Le donai due delle caramelle , "prendile Chiara , sono dolcissime e ti faranno passare i dolori della fame " le prese delicatamente , e scartata la prima lentamente la pose sulla lingua , chiudendo gli occhi , cercavo di leggere i suoi pensieri e mirando il suo sguardo appagato ed ammaliato le chiesi "è buona vero?" "si ... ah proposito come si chiama ?" come mai era importante il nome adesso? "Mi chiamo Elio , ovvero è il nome che i miei amici mi hanno sempre affibbiato , ma non è quello vero " " e come si chiama veramente allora ?" io sapevo il mio vero nome , ma non ne volevo più sapere della mia vecchia vita , cercavo di cancellare tutto del mio passato ,mi costruivo i ricordi a partire da quel giorno , "chiamami Elio e saremo sempre amici "
Ci sdraiammo a quel punto , le coprì i corpo con del cellophane che tenevo per le notti terribilmente fredde , volevo che lei si sentisse al caldo ,"notte Pietro " e dal fondo del portico "Notte Elio , Notte Chiara " , Pietro era imprevedibile , sapeva tutto di tutti , lui vedeva ogni cosa ascoltava ogni cosa , sapeva il nome di questa donna che accanto a me si era coricata , senza nemmeno averla vista .Qui tutti noi ci interessavamo uno dell'altro , e quella donna così affascinante non poteva passare inosservata .
E' stata una notte terribile anche i piccioni s'erano accucciati vicino a noi , e il loro tubare aveva fatto suonare la nostra sveglia , la Gina accanto a me era completamente sommersa dai cartoni , si la Gina che donna!
Ex infermiera andata in pensione dopo quarant'anni di lavoro , come mai qui?
Ecco la Luigina detta Gina , aveva commesso l'errore che ogni genitore commetterebbe , la figlia sposatasi anni fa con un napoletano un certo Ciro se non ricordo male , lascia il lavoro perché rimase incinta tre volte a fila, e sfornò tre bimbi , la Gina diceva sempre che avevano rubato la faccia agli angeli ma erano comunque tèrun , li vedeva solamente a Natale quando lei con dieci ore di treno si recava da loro , ogni anno viveva le feste come una purga , lo faceva solo per i bambini e per sua figlia , finchè una sera la figlia "mamma , mi serve un prestito per aprire una pizzeria " "Una pizzeria? Ma chi sa fare le pizze?" , "Ciro sa fare la pizza in maniera sublime mamma , vedrai due o tre anni e ti restituiamo tutto , sai se vendi la casa a Milano tirerai su un bel gruzzolo " la figlia era determinata , e sapeva come prendere la madre , le propose di vendere la casa e ne ricavarono cento milioni , una gran bella cifra!
La Gina si fece convincere dalla figlia , e si trasferì con loro senza sapere che cosa l'aspettava , quella pizzeria Ciro la aprì , ma purtroppo aveva un brutto vizio quel ragazzo , giocava a poker con dei loschi individui , che inizialmente gli fecero vincere somme ingenti , al punto che Ciro voleva rendergli il prestito, ma la Gina rifiutò dicendogli "usateli per prendere una casa più grande , a me basta un po' di ospitalità , poi potrei badare ai bimbi così imparano magari anche il milanese ,quel gesto di generosità la Gina lo pagò a caro prezzo , perché una sera Ciro perse trecento milioni .
Da quella sera tutto travolse la famiglia della sua unica figlia , Ciro dovette cedere a quei malavitosi il locale e la piccola casa dove vivevano , riparandosi dai genitori di Ciro , ma in quella casa per Gina non c'era posto , e la misero sul treno per Milano .
Quella notte quella donna , in ciabatte seduta nello scompartimento , indossava solamente una veste verde smeraldo , a Napoli faceva caldo ma lei Napoli la stava lasciando , stava tornando a Milano eh si nella sua città , solamente che non aveva più nulla , ne casa ne soldi ne vestiti Pietro girovagando per la stazione la vide , lui la conosceva la Gina , perché quelle notti che ubriaco finiva in ospedale l'aveva più volte vista .
Lei spesso le lavava le piaghe che Pietro aveva sulla schiena procurate dal sole , lei lo lavava e lo sbarbava ogni volta che lo beccava in ospedale ,lei era devota verso i malati .Quella mattina la vide scendere dal vagone e con passo svelto ma claudicante la raggiunse chiamandola dottoressa , quel viso segnato dalle notti in ospedale sotto una chioma bruna e ben tenuta , le tese la mano "Oh ma è lei !" "si dottoressa , si ricorda di me?" "e come potrei dimenticarmi di chi mi cantava tutte le canzoni di Liza Minnelli?" "venga con me dottoressa, ma com'è vestita leggera , non ha freddo?" la Gina sempre dignitosa rispose "si ma non è importante ora vado a casa e mi metto qualcosa di pesante " per tutto il tragitto rimasero in silenzio , ma i loro pensieri elaboravano e nell'aria si scambiavano , opinioni e tristezze.
Sotto casa la Gina ringraziò Pietro per la compagnia , "ma scusi dottoressa" "si?" "dove tiene le chiavi di casa ?non ha nemmeno una borsetta dove le tiene?" l'aveva ferita tremendamente , a sua insaputa era come se l'avesse pugnalata alla schiena .Il sangue della donna si bloccò e sbiancandole il viso , lasciò intravedere che stava male .
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Sotto il cielo di milano
No FicciónLa storia di un uomo che passa da una vita piena di lussi ad una molto più umile, vedendo la sua vita sgretolarsi, dalla famiglia, alla carriera, alla posizione sociale. Un' avventura diversa dalle altre, che porterà l'uomo a capire quanto siano do...