1. La fine del terrore

199 16 2
                                    

Salve a tutti/e! Lo so, avrei dovuto pubblicarla quasi due mesi fa, ma l'università mi toglie (purtroppo) quel briciolo di tempo che dedicavo alle mie passioni e non ho avuto modo di far fronte a questo problemino, almeno prima di oggi. Cercherò di essere più costante e di tenervi aggiornati/e sulle mie prossime pubblicazioni. La copertina non mi convince tanto, penso che al momento lascerò quella che vedete e poi deciderò se cambiarla o meno. Adesso basta chiacchiere, godetevi la lettura e se vi va lasciate qualche commento. Bye!






La battaglia era finita. Tutto distrutto. I cinque eserciti avevano combattuto fino all'ultimo sangue per accaparrarsi il regno di Erebor, compresa l'Arkengemma, ormai andata in mille pezzi durante il sanguinoso scontro. Le carcasse degli orchi non passavano inosservate agli occhi dei sopravvissuti che ora uscivano dal loro nascondiglio.

<< E' finita >> sospirò Bilbo Baggins. Aveva fatto di tutto pur di mantenere sana e salva la sua compagnia, ma sfortunatamente non tutti vinsero la morte. Chiedersi chi mai fossero le vittime era solo una tortura, eppure non poté fare a meno di guardarsi attorno per cercare qualcuno. Per cercare lui. << Dov'è Thorin? >> sbottò.

<< L'ultima volta che l'abbiamo visto stava combattendo contro Azog, proprio lì, su quella montagna >> esclamò Balin, puntando il dito sulle rocce più alte.

Bilbo dovette reprimere il panico e le lacrime che erano lì lì per sopprimerlo. Non doveva accadere, la possibile perdita di Thorin gli avrebbe logorato l'anima e non si sarebbe mai perdonato il fatto di non essere venuto in suo soccorso. Di non averlo aiutato e di non essergli stato accanto. Di non averlo potuto vedere per l'ultima volta. Non volle sapere più niente, quel poco che seppe bastò per farlo correre a gambe levate verso la montagna indicatagli da Balin, che in quel momento lo guardava perplesso per il repentino comportamento. Lo hobbit lasciò numerosi solchi sulla neve, i piedi villosi e lunghi non temevano il gelo che li stava lentamente inghiottendo e i suoi occhi si raffreddarono a causa di esso. Si servì della spada per arrampicarsi e scavalcare i punti più critici del percorso, ritrovandosi poi in una distesa di ghiaccio lucido e trasparente come cristallo. Non ci volle molto a notare la figura possente di Thorin, che di possente in quel momento aveva ben poco. Disteso in una pozza di sangue, il coraggioso nano stentava a respirare e non si muoveva di mezzo millimetro. Per Bilbo fu un colpo duro al cuore vederlo così, ma fece ancora più male osservare meglio il suo aspetto da vicino. Quasi non lo riconobbe: il volto era coperto di graffi, il tallone sfigurato e lo stomaco martoriato da qualcosa di tagliente. Un buco insanguinato con le carni che pulsavano ancora. Lo hobbit mollò la spada che con un rumore metallico cadde a terra, si rannicchiò vicino a Thorin e gli strinse forte la mano. Aveva paura di fargli male, ma le emozioni che provava erano un mare in tempesta che poteva solo essere calmato con un lieto fine.

<< Thorin... ti prego, non abbandonarmi >> esalò. << Non lasciarmi da solo >>.

Stava già piangendo contro il suo volere, ma in sua presenza si sarebbe sempre mostrato per quello che era, con tutti i suoi pregi e le sue debolezze. Con le dita gli spostò qualche ciocca di capelli, tenendolo forte a sé per quelli che gli sembravano anni. Poi accadde ciò che sperava. L'impossibile divenne subito possibile, e un colpo di tosse di Thorin fu più che sufficiente per riaccendere il sorriso di Bilbo.

<< Thorin! >> esclamò. << Sei vivo! Riesci a sentirmi? >>.

Il nano aprì lentamente gli occhi, li dischiuse poco per la polvere che lo torturava, ma fu abbastanza in grado di vedere un viso conosciuto. Il suo.

You don't have to say I love you to say I love you {BilboxThorin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora