Capitolo 4

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Cameron's pov
"Ti assumo perché voglio vederti ogni fottuto giorno della mia vita" continua la mia mente.
Ah, Martina, martina...
Com'è possibile che in così poco tempo una ragazza abbia fatto perdere la testa a me, Cameron Dallas, il playboy più conosciuto della città, che cambia una ragazza ogni quando cambia le mutande. Colui per il quale le ragazze farebbero di tutto pur di starci insieme anche solo una notte...
Beh, forse perché è bellissima, con quei suoi setosi capelli biondo cenere che avrei voluto accarezzare, con quegli occhi color nocciola così innocenti, o forse per la sua maschera da stronza che racchiude un cuore d'oro, una ragazza che ha solo bisogno di essere amata...
"Oh, Cameron riprenditi, non dire queste cazzate, ricorda che il tuo unico obbiettivo è quello di portartela a letto e poi scaricarla e cercartene un'altra con la quale fare lo stesso" dice la mia vocina interiore. Io penso che sarà molto difficile sbarazzarmi di lei, ormai si è impadronita dei miei pensieri e forse anche del mio cuore, ma penso che sia ancora troppo presto per dire questo...
Martina's Pov
-Finalmente sono fuori...
Faccio un sospiro di sollievo, non pensavo che questo "colloquio" avrebbe potuto suscitare in me tutti questi sentimenti ed essere così... beh, insomma... intenso. L'aria fredda mattutina di New York mi accarezza il viso, siamo quasi a metà novembre, e già si respira l'atmosfera del natale.
Le vetrine sono illuminate da tante luci multicolore che illuminano la strada e fanno assumere all'asfalto i loro colori. Alcuni bambini trascinano i loro genitori da negozio a negozio per scegliere il loro regalo, altri invece corrono a spedire la loro letterina per Babbo Natale.
Gli alberi di natale addobbati all'interno dei negozi mi ricordano quando ero piccola....
Ricordo che l'8 dicembre per la festa dell'immacolata io e i miei genitori facevamo puntualmente l'albero.
Papà si ritirava prima dal lavoro e andava a prendere tutto il necessario in garage. Ricordo ancora il profumo inconfondibile della ghiaia che mettevamo nel vaso che sorreggeva l'albero, di terra bagnata, uno dei miei odori preferiti, anche se un po' insolito.
Iniziavamo a montare il tutto, e poi arrivava la mia parte preferita, quella di addobbare l'albero. Avete presente le scene dei film americani? Ecco, era tutto esattamente in quel modo, perfetto oserei dire...
Una volta finito di appendere tutte le decorazioni mettevamo un angelo sulla punta dell'albero. Mio padre mi prendeva in braccio e io lo posizionavo in cima, quanto mi piaceva fare questo, mi trasmetteva una felicità immensa.
Un giorno però mio papà non tornò più a casa...
Mi scappa una lacrima che asciugo rapidamente, non mi va di far vedere alla gente questa parte di me, perché nella società moderna le persone sensibili vengono sfruttate e distrutte... meglio mettere su la mia maschera da stronza e stare al riparo dal branco di lupi comunemente chiamati uomini. Nonostante ciò l'atmosfera del Natale mi trasmette sempre una felicità che nient'altro sa trasmettermi, un calore che smorza il freddo di New York...

You're worse than nicotine|| CDWhere stories live. Discover now