Capitolo Quinto (Astrid)

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22/08/2016
Ad una settimana dalla ritorno a casa di mio padre la vita procedeva tranquilla. Un giorno dopo l'arrivo di mio padre tornò anche mia madre.
Due giorni dopo arrivo anche la stagione delle piogge.
Tre giorni dopo iniziò il periodo dei test attitudinali
Quattro giorni dopo Anastasia rovescio "accidentalmente" il caffè latte su di me, e Konrad si scuso al posto suo.
Cinque giorni dopo la mia mente aveva un chiodo fisso: Konrad .
Sei giorni dopo tentai con tutte le mie forze di non pensare a lui. Mi finsi addirittura malata per non andare a scuola. Tutto invano.
Sette giorni dopo passai la domenica rimurginando tutto il giorno sul da farsi.
Adesso mi ritrovò a scrivere sulle pagine di un vecchio diario dalla copertina sbiadita. Devo ammettere che però mi era mancato farlo, poter scrivere e parlare di tutto ciò che voglio anche  in modo particolarmente esaustivo mi da un tale sollievo. È come rincontrare un vecchio amico che non vedi da tempo (precisamente da 10 anni) e scoprire che nulla del vostro rapporto è cambiato, sentire di riuscire ancora a fidarsi dopo tutto questo tempo. E parlare per ore e ore di tutto ciò che ti passa per la testa senza mai sentirsi "stupida" o giudicata. Credo che il mio diario resti ancora il mio migliore amico, quindi che altro dire se non : "mi sei mancato migliore amico" .
                         Sinceramente tua                  Astrid
Chiudo il diario per poi metterlo nel primo casetto del mio comò.
"Astrid tesoro la colazione è pronta"
Sento le urla di mia madre provenire dal piano di sotto.
" Arrivo"
Scendo al piano di sotto con indosso il mio bellissimo  pigiama nuovo.
"Giorno"
Dico entrando in cucina, a quel punto mia madre mi rivolge uno sguardo divertito.
"Come si vede che stai crescendo tesoro , insomma non credevo che in tre mesi avresti fatto questo cambiamento così radicale sono così fiera di te" .
Dice trattenendo le risate , la guardo confusa.
"Quale cambiamento?"
"Hai lasciato alle spalle la tua vecchia camicia da notte di Sailor Moon per ...un pigiama da capra -si mette una mano sul petto e si finge commossa- eh si è vero che la crescia è un cammino meraviglioso"
"Ha ha ha davvero molto divertente Mamma".
Dico sarcastica.
Lei ride e si avvicina a me
" I waffle sono sul tavolo, a lavoro hanno bisogno di me devo andare "
"Ma è domenica"
Dico delusa oggi speravo davvero di passare  del tempo con lei.
"Lo so tesoro e mi dispiace... Ma che ne dici sei il prossimo weekend andiamo a Munich* ?"
"È ok mamma"
"Ne parliamo stasera a cena, vestiti per tra poco arriveranno tuo padre e un suo collega, a dopo".
Mi bacia la fronte e esce di casa.
Mi siedio a tavola e cominciò a mangiare, so benissimo che non andremmo a Munich so anche che non è l'ultima volta che i  miei mi piantano in asso per lavorare la domenica ma è okay...credo. Insomma non mi considero una figlia viziata o troppo desiderosa di attenzione ma credo sia normale per ogni figlio bramare un anche un minimo di attenzione da parte dei propri genitori. Presa dai miei pensieri mi rendo conto di aver divorato tutto ciò c'era nel piatto ma nonostante ciò non mi sento sazia, decido di salire in camera e cambiarmi per l'imminente arrivò di mio padre e il suo nuovo stagista che sembra essere il suo nuovo pupillo. Ho il tempo di farmi una doccia ,cambiarmi d'abito e raccogliere i capelli nelle mie solite treccine prima di sentire il suono stridulo del  campanello diffondersi tra le mura di casa, corro ad aprire  e trovo mio padre e un altro uomo più giovane di mio padre ma troppo "vecchio" per essere uno stagista.
"Astrid permettimi di presentati il dottor Hunter Hirsh".
"Chiamami pure Hunter".
Dice porgendomi la mano.
"Lieta di conoscerti".
Dico accettando la sua amichevole stretta.
"Allora è vero quello che si dice su di te".
Dice una voce a me vagamente familiare .
" Come scusa?".
Dico guardando il ragazzo do cui ho dimenticato il nome.
"Ho chiesto di te a scuola, tutti dicono che parli come una anziana signora appena uscita da un romanzo ottocentesco".
Mio padre ci guarda... divertito? Non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua.
"Vedo che hai già avuto occasione di conoscere Leuca il mio nuovo stagista , perdona la sua sfacciataggine".
Dice mio padre guardandomi.
"Vedo che questa cosa del linguaggio è ereditaria"
Commenta sarcastico Leuca, e mio padre gli risponde ridendo.
"Allora se posso chiedere ,come vi siete conosciuti?"
"Oh è stato tutto merito delle palle".
Dice sfacciatamente diffondendo l'imbarazzo in tutta la casa . Noto che come al solito la fortuna è dalla mia parte...
      

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