Arrivata a casa mi precipitai dentro la mia stanza, che si trova alla fine del lungo corridoio, dopo l'incidente, mia madre ha come dice lei "ristrutturato la casa a mio gusto" in realtà l'ha resa a prova di carrozzina, in modo che io potessi muovermi senza difficoltà, non l'ho mai ammesso con lei ma , gliene sono davvero grata, casa è l'unico luogo in cui sento di poter avere una parvenza di normalità, insomma i ragazzi della mia età, probabilmente non si rendono conto di quando sia bello poter aiutare ad apparecchiare la tavola, o sparecchiare, o mettere i panni sporchi dentro la lavastoviglie, oppure rifare il letto, e fino a 5 anni fa sarei stata d'accordo con loro, ma adesso diciamo che la vedo in maniera diversa, il solo fatto di potermi vestire da sola, per me è gia una vittoria degna della medaglia d'oro alle olimpiadi. Quindi questi lavoretti, diciamo che danno senso alla mia vita, e aiutano la mamma a sentirsi meglio, non so perché ma vedermi svolgere, anche i compiti più semplice la fa sorridere sempre, e io adoro quel sorriso, un po' come papà che si innamorò di lei proprio grazie al suo sorriso, quindi mi tuffo anima e corpo nelle pulizie. Molto mi definirebbero stupida, ma se rende felice mia madre, ne vale la pena sempre.
<< Martina?>>. Chiama lei dalla cucina, in casa c'è odore di carry, grazie al pollo che sicuramente sta cucinando, ultimante si è fissata con la cucina esotica.
<< Si!>> urlò dal fondo del corridoio.
Sento si sta precipitando da me ancora prima di sentire la sua voce alle spalle che mi domanda. << Com' è andata ?>>
<< Benissimo>> dico stampandomi il mio sorriso da mamma, ovvero quello che uso per lei, per farle pensare che va tutto bene.
<< Davvero?>> la sua voce si alza di almeno 5 ottave e inizia a saltare da un piede all'altro. << Ti hanno presa?>>.
<< No mamma, ho semplicemente fatto il colloquio.>> lei si rabbuia istantaneamente.
<< Ma è andato bene giusto?>>.
<< Giusto>> rispondo sorridendole, so quanto per lei sia importante vedermi fuori da queste quattro mura, purtroppo lei non giuda e mia sorella non c'è quasi mai, solo di recente si iscritta a scuola guida per prendere la patente, in modo da potermi portare ovunque. Certo la macchina servirebbe, e sarei una bugiarda se dicessi che non mi piacerebbe andare in giro con la mamma, ma in questo momento non è essenziale.
<< Bene allora festeggiamo>> dice battendo le mani << Ho preparato il pollo al Carry, con il riso Basmati, vieni in cucina ad aiutarmi>>. Non ne ho la minima voglia, dopo quello che è successo oggi avrei solo voglia di chiudermi in camera mia, nascondermi sotto le lenzuola e non uscire di li fino a l'indomani, ma visto che ho promesso di cambiare, rispondo con un sorriso. << Certo mamma>>
<< Bene ti aspetto in cucina>>
Appena si gira per allontanarsi, io apro la porta della mia camera, seduta alla scrivania mia sorella Anna, ha le cuffie alle orecchie e muove la testa, concentrata dalla musica, che sta ascoltando. Io entro piano piano dirigendomi al separeè che divide la mia parte della stanza.
<< Hei Marty ciao.>>
<< Ciao>> mormoro dirigendomi verso il letto
<< Com'è andata?>>
<< Non sapete proprio fare un'altra domanda in questa casa vero?>> urlo.
Anna si rabbuia all'instante, e smette di dondolare sulla sedia, i suoi occhi verdi, uguali ai miei mi fissano con tanto dolore, che è quasi insopportabile reggere lo sguardo.
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TRENI BIANCHI...
Chick-LitLa vita di Martina non è mai stata facile, del resto per una come lei, facile è una parola che non si presenta spesso, nel suo vocabolario, Dopo l'ennesima delusione che la vita le presenta, la madre la carica su un treno in direzione Lourdes, per f...