•Capitolo 1•

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Emma.
Sono Emma.
Quel giorno decisi di scappare dalla realtà pesante e faticosa in cui vivevo.
Tanto i miei non c'erano più e le uniche persone che, forse, avrebbero notato la mia assenza erano il gelataio Nick, alla quale facevo visita ogni tanto per prendere le solite due palline alla nocciola, e la signora Anna, che faceva da commessa al supermercatino dove ero solita fare la spesa.
Mi sarei liberata da quella noiosità che mi inseguiva ogni giorno.
Non ero una alla quale interessava più di tanto l'aspetto. Certo mi curavo ma intendo dire che il trucco poteva esserci come anche no che non mi avrebbe certo cambiato la vita.
Avevo comprato ancora un anno fa una casetta nel bosco fuori città perché mi piaceva pensare di avere un luogo tutto mio dove la pace regnava e dove nessuno poteva disturbarmi.
Nonostante ciò non andai mai a vederla.
Un acquisto inutile, molti direbbero.
Ma invece proprio quel giorno stavo dando utilità a quella spesa.
Sarei andata a vivere lì. Poco mi importava di quanto mi sarei dovuta adattare. Era proprio quello quello di cui avevo bisogno: cambiamenti.
E se avrebbe voluto dire lavarsi in un fiume a me andava benissimo.
Mi portai via i vestiti e lo stretto necessario per vivere in modo decoroso.
Avrei lasciato la casa al suo destino, non mi importava più niente.
Non avendo la macchina presi un ultima volta il bus, mi sedetti in uno dei tanti posti liberi, vicino al finestrino.
Quando la mia fermata stava arrivando mi alzai e presi con me i bagagli.
Scesa dalla vettura mi guardai intorno e cominciai a camminare verso un sentiero che mi sembrava proprio quello che indicava la mappa che avevo in mano, la quale mi serviva per orientarmi e raggiungere la casa.
Non appena varcai il confine che separava la foresta dalla strada, un venticello fresco mi spostò i capelli e mi provocò un improvviso brivido.
Era un colpo d'aria momentaneo, pensai e infatti subito dopo cessò.
I colori degli alberi mi colpirono subito dato che erano di un verde davvero vivace e il profumo di muschio mischiato al legno riempiva i miei polmoni.
La luce trapassava le foglie degli alberi facendo risaltare lo "scheletro" di esse.
Il sentiero ormai non c'era quasi più, c'era solamente lo spazio per camminare non ostacolati dalle piante.
Lo percorsi per una mezz'ora finché non mi ritrovai davanti ad un laghetto con, in parte, una casetta.
Mi brillarono gli occhi non appena la vidi, era davvero bella e, anche se sporca, mi dava l'idea di un posto in cui sarei stata bene.
Affrettai il passo e giunsi alla porta che aprii con il mazzo di chiavi che tenevo in tasca.
La stanza era di medie dimensioni e non era poi così disordinata. L'interno era tutto in legno e sembrava tutto perfetto ed al suo posto.
Portai le valige in camera dove le svuotai. Riposi le foto sul comò e gli altri oggetti che mi ero portata via per il resto della casa.
Misi il cibo in frigo e il sapone in bagno, assieme agli asciugamani.
Le pentole le riposi in uno degli scaffali della cucina e misi le federe ai cuscini del letto.
Una volta terminata l'organizzazione delle cose mi misi a pulire per bene tutta la casa e questo mi portò via abbastanza tempo.
Per quanto riguardava lo sfamarmi, avevo sì portato degli alimenti, ma avevo calcolato che sarebbero durati due settimane massimo perché avevo intenzione di arrangiarmi con quello che l'ambiente mi avrebbe offerto.
La proprietaria precedente della casa aveva un orto ed era stato lasciato allo stato selvaggio quindi bastava rimetterlo in sesto e avrei già avuto ottimi ortaggi.
Inoltre la foresta offriva funghi ed aveva qualche albero di arance e mele accompagnato da cespugli di fragole e ciliegie, quindi me la sarei cavata.
Per la carne invece, sono vegetariana, per cui era l'ultimo dei miei problemi.
Arrivò la sera e decisi di andare a fare un giro per tirare su anche un po' di legna.

The Forest Where stories live. Discover now