Capitolo 3

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Scendo di corsa le scale e attendo che Sharon arrivi. Intanto prendo una mela e la addento prima di sentire il campanello. Vado ad aprire ed entra una Sharon col fiatone pesante.

-Cosa è successo?- ridacchio vedendo i suoi cappelli arruffati.

-Andiamo in camera tua.- annuisco e mi tira su per le scale.
Chiudo la porta alle mie spalle mentre si accomoda sul letto.

-È a proposito di Gabriel, non andiamo parecchio d'accordo e ho paura che la nostra relazione si rovini. In questi due giorni non ci siamo più sentiti, io non ho intenzione di chiamargli e lui nemmeno, siamo entrambi troppo orgoglioso per ammettere che ci stiamo facendo solo del male.- mi siedo accanto a lei e le appoggio una mano sulla spalla per darle conforto, ma non mi riesce abbastanza bene vista la mia mancanza di esperienza.

-Beh, il fatto che siete troppo orgogliosi non va bene, perché così vi perderete. Chiamalo e vai da lui a parlare di questa situazione.-

-E se va male?- mi chiede con voce triste

-Se va male almeno ci avrai provato e non avrai il senso di colpa a non averlo cercato.- fa un sorriso forzato, ma posso leggerle la paura negli occhi

-Grazie di esserci sempre, sei una grande amica.- mi abbraccia e io ricambio

-Vuoi rimanere a cena qui?-

-No grazie, vado da Gabriel per affrontarlo e parlare a faccia a faccia una volta per tutte.-

-Fatti coraggio e buona fortuna.- la incoraggio.

La cosa che amo di più di questa ragazza è il coraggio, la forza di andare avanti nonostante i problemi, rischiare la vita solo per gli amici e,in questo caso, per il suo ragazzo.
La accompagno alla porta e mi stendo sul divano buttando un sospiro di sollievo che non sapevo neanche di trattenere.
Papà prende posto sulla poltrona grigia di pelle accanto al caminetto e inizia a leggere un giornale.
Subito dopo lo raggiunge mamma sedendosi vicino a me.

-Elèna, c'è qualcosa che devi dirci?- spalanco gli occhi e mi giro verso di lei, mettendomi seduta.

-Cosa?- dentro di me sento un vuoto e una brutta sensazione si impossessa di me

-Abbiamo parlato con Chris mentre tu eri di sopra, e ci ha raccontato che studi canto da un anno, perché non ce l'hai mai detto?-

Non posso credere che Chris l'abbia detto al mio posto, avrei dovuto dirglielo io, ma da una parte ha fatto bene, io non avrei avuto mai il coraggio di farlo.
Abbasso la testa giocherellando con il bordo della maglietta.

-Perché voi siete ossessionati dall'università, non mi avete mai chiesto cosa mi sarebbe piaciuto fare, avete pensato solo a ciò che sta bene a voi. A me piace cantare, ed è questo che vorrei fare.- stringo i pugni e contemporaneamente i denti per la risposta che stanno per darmi.

-La musica non ti porterà mai da nessuna parte e lo sai.- contraddice mio padre sfogliando il giornale senza neanche leggerlo

-Allora le cantanti come Beyoncé, Rihanna, Britney Spears, come hanno fatto a diventare brave, anzi, eccezionali cantanti? Studiavano e andavano a scuola proprio come me.-

-Non c'entra niente, tu non puoi studiare canto perché non porta ad avere nessun futuro.- quasi urla mio padre e vorrei urlare anch'io in questo momento, ma non trovo le forze, mi ha proprio buttata giù.

Dopo infiniti secondo corro in camera mia sbattendo la porta e, strisciando la schiena contro di essa, cado a terra.
Prendo il mio diario e mi sfogo su di esso.

"Sapevo che parlare del mio segreto avrebbe portato solo a risposte negative. Non mi capisce nessuno, non mi fido di nessuno, voglio solamente stare chiusa in camera mia per sempre."

Amiamoci, nonostante tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora