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Katarina Heinz. Maledizione, odio questa donna, con i suoi capelli corti tagliati alla perfezione e i vestiti griffati che non posso permettermi, le unghie laccate, le ciglia finte, un corpo ossuto fino alla nausea e la pronuncia da cane.

«Tesoro!»

Tesoro, come no. La strozzerei se non mi pagasse tanto. Sorrido, devo essere gentile e maliziosa, Robert ci tiene molto a fare bella figura con lei, e a me interessano i suoi soldi.

«Ciao, Kat.»

Mi saluta con un bacio sulla guancia, il suo profumo aggressivo per poco non mi fa starnutire. Alzo lo sguardo, vedo che ha già disposto sul letto i suoi giocattoli preferiti. Spero solo di fare in fretta e non passare un'ora a masturbarla come la scorsa volta.

La sua mano spigolosa mi accarezza la schiena e si infila sotto la mia minigonna per toccarmi il sedere. Fingo che sia gradevole e sorrido compiacente.

«Oh, hai messo su qualche chilo, tesoro?»

Voglio ucciderla.

«Niente di irrimediabile, alla tua età. Il Dottor Klim potrebbe fare delle meraviglie con il tuo corpo!»

Non mi interessa il chirurgo che la aiuta a dimostrare trentanove anni anziché quaranta, e non voglio che mi tocchi per capire se sono ingrassata. Stupida donnaccia.

Continua ad accarezzarmi, le sue dita si infilano sotto le mie mutandine. Forse pensa di farmi eccitare, in questo modo. Mi sta solo facendo perdere tempo.

Mi bacia, sporca il mio rossetto con il suo, si avvinghia a me. Le labbra di una donna sono molto più morbide di quelle di un uomo, e la bocca di Kat, nonostante i molti ritocchi, ha una forma perfetta da baciare. Non è poi così sgradevole.

«Vieni, bambina mia. Giochiamo insieme.»

È un po' raccapricciante, quando mi parla in questa maniera. Ci mettiamo sul letto, riprendiamo a baciarci. Stringe i miei glutei nelle sue mani, ed io, sopra di lei, le sbottono la camicetta. Non mi va di toglierle il reggiseno, mi limito ad abbassare le coppe. Ha un piercing al capezzolo sinistro, mi fa impressione, evito di toccarlo.

È semplice, per me, farla godere. Mi basta farle quelle cose che piacciono anche a me... più o meno. Lecco e succhio con insistenza il suo capezzolo destro e lo stuzzico con le dita. Lei geme eccitata e mi graffia le natiche con le unghie.

«Oh, brava, piccola... Mami è tanto fiera di te.»

È inquietante, davvero. Fingo di non aver sentito e continuo. Tra poco avrà la testa fottuta e aprirà la bocca solo per gridare di piacere, la smetterà di dire assurdità.

Succhio più forte dal suo seno, la sua mano mi accarezza i capelli.

«Sì, brava... bevi il mio latte, tesoro...»

Non ho idea di che razza di complesso abbia, e non mi interessa. La stringo tra le mie cosce, sollevo il busto e mi tolgo la maglietta.

«Quanto sei bella... sei così bella...»

Tu, invece, sei arida e orribile.

Arriccio verso l'alto la sua gonna lunga, la guardo e piego gli angoli della bocca in un sorriso derisorio, che cerco di camuffare con un'espressione falsa.

Non ha le mutandine. Be', io sarò anche una puttana, ma questa donna è molto, molto peggiore di me.

«Mami ha dimenticato di indossare la biancheria, oggi.» squittisce.

Dio, non potrebbe solo stare zitta?

Mi sposto da un lato, infilo un dito tra le sue labbra, è calda e umida. Scendo più in fondo, il mio indice viene risucchiato dalla sua fessura bagnata, e subito inizia a mugolare. Unisco un secondo dito, lei spalanca le gambe, si aggrappa al cuscino e ansima.

«Oh... oh! Sei una brava bambina... sì...»

Non sono la tua maledetta bambina, razza di pervertita.

Sulle lenzuola, vicino alle sue gambe, ci sono vibratori di diverse misure, alcuni mi sembrano decisamente troppo grandi. Ne scelgo uno viola con una farfalla, ma lei scuote la testa.

«No, non quello.»

Ne prendo un altro a caso.

«Questo ti piace, Kat?»

«No... no. Quello.»

Mi indica un dildo di dimensioni irragionevoli. Me ne frego, non sono affari miei se le farà male o no.

Lo cospargo di lubrificante, appoggio la punta, la spingo dentro. Rimango sorpresa nel vederlo scivolare senza troppe difficoltà, e incoraggiata dai suoi gemiti lo afferro e lo muovo, dentro e fuori.

«Sì! Sì... fai godere la tua Mami!»

Che donna schifosa. Si sta bagnando così tanto che inizia a fare rumori imbarazzanti.

«Siediti sulla mia faccia, Mel... sulla mia faccia...»

Oh, no, di nuovo. Perché si ostina a volermi leccare, se non ne è capace?

Mi metto al contrario sopra di lei, con la sua testa tra le mie cosce, torno a muovere il dildo, e lei inizia a leccare.

«Hai un buon sapore, piccolina... sai di vaniglia... e zucchero...»

Santo cielo, sta' zitta.

Non mi fa godere, sento la sua lingua poggiarsi goffamente tra le mie piccole labbra, ed è una sensazione disgustosa.

Kat inarca i fianchi verso di me, abbasso la testa e faccio vibrare la punta della lingua sul suo clitoride mentre continuo a penetrarla con quel giocattolo ridicolo.

«Oh, mio Dio! Vengo... vengo!» strilla, ed io mi sposto rapidamente. Ormai la conosco, non ci casco più. Quando viene, schizza come una fontana e non voglio assolutamente che mi sporchi la faccia.

Tolgo il dildo tutto d'un colpo, vedo un getto trasparente zampillare poco dopo e finire sulle lenzuola, bagnandole in un istante. Ma che schifo.

Mi allontano da lei, la lascio contorcersi in mezzo al letto, sconvolta e folgorata dall'orgasmo.

«Tesoro... sei eccezionale.»

«Grazie.»

«Vieni qui, bambina. Devi godere anche tu.»

Per fortuna, a volte sa essere un po' altruista. Mi distendo accanto a lei, lascio che infili le dita tra le mie gambe e mi masturbi. È una frana con la lingua, ma ci sa fare con le mani. Se solo non avesse le unghie così lunghe sarebbe perfetta.

«Brava, tesoro. Così, lasciati andare.»

Vengo mugolando, lei tira fuori le dita e se le mette in bocca.

«Mhm. Così dolce.»

Le sorrido, e lei si volta di lato per afferrare la borsetta sul comodino.

E ora pagami e sparisci, idiota.

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Fragile - Anteprima romanzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora