Quarantatre

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Alaska pov's
Arrivo di fronte una villetta di medie dimensioni che corrispondeva alla descrizione di Dylan. Mi avvicino e busso.
Mi apre una donna sulla quarantina, ben vestita e con i capelli legati in una cornacchia.
"Sono la babysitter, tu sei?" Mi dice cordialmente.
"Oh sono una amica di shawn posso entrare?"
Mi guarda pietrificata. Quasi come se avesse visto un fantasma. Sta per parlare quando le escono dei singhiozzi.
"Signora mi scusi cosa c'è che non va?" Le chiedo avvicinandomi a lei in modo da aiutarla a sistemarsi
"Ma come non lo sai?"
"Cosa intende?" Le chiedo con il cuore che mi batte a mille.
"S-shawn ha pr-provato il s-suicidio" mi dice con la voce tremante.
Le lacrime cominciano a scendere veloci sulle mie guancie e non me ne rendo neanche conto.
"D-dove p-posso trovarlo?" Chiedo piangendo
"È nell'ospedale di st. Collins corri ragazza mia, potresti non vederlo più, e a giudicare dal tuo stato ci tieni a lui"
Senza farmelo ripetere due volte comincio a correre senza sosta fino a fermarmi davanti all'entrata.

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