Grazia atomica

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L'inverno atomico c'infuoca le carni,

mentre avanzando contro il maestrale

come Spartani alle Termopili,

suggiamo aspirando avidi

linfa morta da droga di carta.

Siamo soli, ognuno nel proprio petto,

ed ogni anima si governa da sé,

aspettando, forse, la pioggia.

Essa giunge, ma amara carnefice,

crudele, insozzandoci di lacrime.

Accompagniamo i fucili al suolo

con grazia d'anime in pena

e muti lasciamo che i nostri cuori

si narrino l'un l'altro l'angoscia.

All'orizzonte s'accende un altro fiore,

e nella notte, mille ignare luci muoiono.

Non mi avrete vivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora