Caro diario,
questa è la storia di Jexa, una ragazza dal nome strano e da una vita un po' travagliata, niente di più, nulla di meno.
Apro gli occhi, ma non so se davvero è la cosa giusta da fare, non so se pronta per tornare a scuola, insomma le persone, le critiche, sai di cosa parlo.
Apro gli occhi ma non sono per niente d'accordo.Mi vesto e chissene frega come; per la società sarò sbagliata lo stesso. Prendo l'autobus e mi guardo in giro, io già lo prevedo: non ci sarà niente di buono oggi. Mi siedo in un sedile da sola, in disparte, senza neanche rendermi conto che affianco a me so era seduto un altro ragazzo. Uno nuovo, del secondo anno, come me. Quelli del secondo anno si riconoscono semplicemente dal fatto che indossano una divisa diversa dalle altre, ogni annata ha una divisa unica e diversa. Mi disse qualcosa come "posso?" o robe del genere, ma avevo le cuffiette e non mi sono neanche interessata a degnarlo di risposta. Per tutto il viaggio è rimasto in silenzio, seduto al mio fianco, leggendo un libro che mi pare fosse Harry Potter, ma non ci ho dato peso.
A scuola passano la prima, la seconda fino alla sesta ora e finalmente si esce. L'unica cosa diversa dal solito era il fatto che il ragazzo che si era seduto al mio fianco era appena entrato a far parte della mia classe.
"Che culo!" ho pensato, perché la sua presenza non cambierà in alcun modo la mia permanenza a scuola.
Non ho parlato con nessuno per tutto il tempo, non sono molto sociale. Sono quel tipo di ragazza che preferisce passare un intero pomeriggio su Netflix piuttosto che starmene con quelli della mia classe. Per loro ero solo una sfigata. E forse era vero. Per tutto il giorno mi sono semplicemente goduta gli spettacolini che inscenavano le mia compagne in classe. Dal modo in cui si truccavano al modo in cui hanno flirtato con il nuovo arrivato e di come lui le abbia rifiutate. Credo sia stato il primo a farlo. Solitamente tutti cadevano ai loro piedi. Tornata da scuola, ho ripetuto letteratura, storia e latino. No, aspetta diario, non mi scambiare per secchiona. Semplicemente non ho niente da fare e sfogo la mia ansia nello studio. Ma indovina? Non sono abbastanza neanche in questo, infatti i miei genitori volevano di più di un otto in pagella.
I miei genitori sono degl'importanti stilisti a Bologna, collaborano con marchi come Gucci, Dolce e Gabbana e molti altri, ma pensa un po'? A me non interessa niente neanche di tutto ciò.
Ed ecco che proprio nel momento in cui sto scrivendo alle tue pagine mia madre mi disturba cercando in qualche modo di farmi uscire dalla bellissima bolla in cui vivo; un bolla composta dalle mie canzoni come Justin Bieber, i Bring Me The Horizon oppure i miei libri preferiti come Harry Potter, Cime Tempestose e tanto tanto altro, ma non mi piace parlare di me stessa.
"Jexa, cara, che ne dici di fare un giro per la città, magari incontri qualcuno."
Non so con quale legge fisica mi ha convinta, ma ora mi trovo sul ciglio della strada senza nemmeno un'idea su dove andare.
Ad un tratto sento una voca, dall'altra parte della strada:
"Jexa!"
D'impulso mi giro e vedo di nuovo il ragazzo dell'autobus, che ora è anche un mio compagno di classe, che con un gran sorriso mi stava salutando. Mi fermo un attimo, immobile, perché non ho idea di cosa fare, insomma, lo saluto? Ma poi, come faceva a sapere come mi chiamavo?
Attraversa la strada senza darmi il tempo di riflettere, e subito comincia a parlarmi:
"Ciao Jexa, sono io, cioè sono Noah, presente?" mi sorride
"Passato? Si, so chi sei". Provini per Zelig, quando?
"Sono nuovo di qua, ti piacerebbe fare un giro, per conoscere la città magari"
Non capisco, non cercherà mica di fare amicizia con me? Mi sento insicura davanti a ciò, ma dentro di me sento come una forza che mi spinge a rispondere di si alla sua richiesta, come se sapessi che farmi degli amici mi possa fare bene.
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Ciao a tutti, questa è la prima volta che scrivo una storia, spero davvero vi piaccia, ci metto tanto impegno e spero sia apprezzata, grazie :)
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you are my rain
RomanceCi sono attimi della nostra vita in cui perdiamo il controllo di noi stessi, di quello che siamo veramente. Questo è il mio diario, prova a leggerlo.