Camminiamo e camminiamo per Bologna, e gli mostro ogni singolo bel posto di essa, come Piazza Maggiore o le Torri. Abito qui da quando respiro.
"Allora ache tu fan dei Bring me the Horizon?" mi dice notando la mia t-shirt.
"Ebbene si, mi hai scoperta, ahah"
"Sono contento di ciò, non conosco molte ragazze come te, che ne dici di uscire più spesso?"
Arrossisco com'è mio solito fare, appena qualcuno dimostra di apprezzare qualcosa di me arrossisco, grazie a Dio accade poche volte.
"Tranquilla ahah, intendo come amici, ecco insomma io non sono della tua sponda"
"Cosa?Quale sponda?"
"Ecco io sono gay, voglio solo farmi degli amici, e perché non iniziare dall'unica ragazza della classe che non ha cercato di baciarmi"
"ahaha" risi
"comunque ti va di venire a casa mia? Ti faccio conoscere i miei amici, ci divertiamo a fare video su internet, niente di speciale, però oggi pomeriggio ci incontriamo e io non avevo in programma di stare con te perciò, se vuoi, puoi venire e conoscerli"
"grazie Noah, volentieri, sono sicura che mi farebbe molto bene conoscere nuova gente, sai non sono molto apprezzata nella mia scuola."
"Sono più che sicuro che i miei amici ti apprezzeranno, non temere, andiamo"
Non me lo capacito. Davvero. Chiedo scusa a me stessa per ciò, io che lottavo contro il mondo, io che preferivo la rivoluzione alle classiche cose e che ora mi ritrovo con un gruppo di tipo "youtubers"?
Fatto sta che Noah mi sta simpatico un sacco e perché mai non conoscere i suoi amici?
Arriviamo davanti alla porta e lui suona il campanello, ci apre la porta un ragazzo alto con un po' di muscoli (non troppi) , la barba e i capelli castano-rossicci. Saluta Noah e ci porta in un appartamento all'ultimo piano.
Entriamo e seduti attorno ad un tavolo altri 4 ragazzi. Noah mi presenta:
"Ragazzi lei si chiama Jexa, è una mia amica e l'ho portata con noi perché era sola e perché no?"
"Piacere, mi chiamo Christopher" dice il ragazzo che ci ha aperto la porta mi porge la mano
"Piacere" sorrido,
"Loro sono Jaxon, Thomas, Jeremy e Isaac."
I ragazzi mi salutano, tutti tranne l'ultimo che Christopher ha nominato, che mi guarda e fa una specie di broncio, come se la mia presenza fosse indesiderata.
Ed ecco che di nuovo mi richiudo nella mia bolla, e mi sento a disagio davanti a tanta nuova gente che non gradisce la mia presenza. Questo è il motivo per il quale non mi apro mai a nuove persone, perché poi basta poco per ferirmi.
Ma Christopher lo nota subito e dopo che tutti i ragazzi si spostano in un altra stanza mi prende la mano e mi rassicura dicendo:
"Tranquilla per Isaac, a lui non piacciono le persone nuove."
"Non importa in fondo sono abituata a non essere apprezzata"
"Come fa una ragazza carina come te a non essere apprezzata?"
Detto ciò, fortunatamente, se ne va, già mi sentivo arrossire.
Li guardo registrare un video che parla di quali sottomarche di caramelle siano più buone, e mi faccio anche qualche risata (stranamente), fino a che è ora di andarmene.
Saluto tutti dicendo che sono stata contenta di passare un pomeriggio con loro e che risono divertita, tutti tranne Isaac che continua a starsene per le sue senza degnarmi nemmeno di un saluto.
Esco dalla casa e metto i piedi nel marciapiede, ma tempo qualche secondo che mi sento chiamare da dietro le spalle:
"Jexa ecco, prima che te ne vai ti volevo dare il mio numero di telefono, nel caso ti servisse ecco, ehm, se vuoi uno di questi giorni possiamo fare qualche giretto io e te, mi piacerebbe conoscerti meglio"
"Ehm grazie, volentieri, ti lascio anche io il mio numero, chiamami tu, non sono sicura di chiamarti, non vorrei pentirmi di averti conosciuto"
"Certo, tranquilla, prima che te ne vai, ti volevo chiedere, quale scuola frequenti?"
"Il liceo linguistico, sono in classe con Noah"
"Oh, anche io vado al linguistico, non ti ho mai notata, strano"
"Tranquillo è normale, non sono una di quelle tipe che si fa notare."
Detto ciò mi incammino verso casa, sola, in modo che possa avere del tempo per riflettere riguardo al pomeriggio che ho passato, stranamente sotto un certo punto di vista sono contenta di me stessa, poiché sono riuscita a farmi qualche amico e nel giro di pochissimo tempo.
Decido di passare per una stradina più corta verso casa, ma probabilmente non è stata una buona idea, poiché è molto buia e mi ritrovo con il cuore in mano a passare in strade frequentate da gente non molto raccomandabile.
mi si avvicina un uomo palesemente ubriaco che puzza di fumo e che tenta di avvicinarmi a se mettendomi un braccio attorno alle spalle e sussurrandomi parola ripugnanti come:
"Piccola hai voglia di passare la notte con me?"
Mi sento di pietra, come se non riuscissi più a reagire, chi era quest'uomo e cosa voleva da me?
L'uomo continua con le molestie e mi sento indifesa fino a che riesco a reagire e oltre a tante lacrime riesco a buttare fuori qualcos'altro come ad esempio un grido disperato di aiuto.
Le strade sono popolate solo da persone abituate a ciò, che mi guardano senza fare niente, come se fossi una squilibrata che non accetta le molestie di un uomo ubriaco e sconosciuto.
Avevo davvero paura, in quel momento mi sono sentita davvero impotente, ho capito che forse le cose per le quali mi lamento tutti i giorni forse non sono davvero importanti. Mi stavo arrendendo ad un pubblico stupro. Ero debole, non riuscivo a reagire e senza forze mi abbandono al destino.
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Secondo capitolo, chido scusa a tutti i miei pochi lettori per aver modificato radicalmente la storia, lo so non dovevo, ma non sentivo che rispecchiasse veramente ciò che volevo in qualche modo trasmettervi, perciò l'ho cambiata, sperando vi piaccia.Grazie :)
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you are my rain
RomanceCi sono attimi della nostra vita in cui perdiamo il controllo di noi stessi, di quello che siamo veramente. Questo è il mio diario, prova a leggerlo.