Cesare si alza da terra, aveva gli occhi spiritati. Mai lo avevo visto in questo modo.
Si asciuga con la mano il sangue sul labbro, intanto il resto dei ragazzi scende nel pianerottolo e cerca di staccare Nelson da Cesare.
Nelson se ne va senza dire niente a nessuno, io rimango immobile, in piedi, a guardare questa scena di cui non mi sento di appartenere se non in modo negativo.
Risalgono tutti verso l'appartamento, nessuno mi guarda in faccia. Per ultimo entra Nicolas che con un sorrisetto sforzato mi incita ad entrare. Rifletto per un attimo: è davvero il caso di entrare?
Dopo aver causato tutto ciò non so se voglio davvero tornare dentro, ma credo sia giusto farlo in rispetto di Cesare che si è preso un pugno in faccia per difendermi.
E in fondo lo ha detto anche lui che ora faccio parte della famiglia. Ma se la mia entrata in famiglia deve essere causa di sofferenza per qualcun'altro non credo di voler sentirmene parte.
Cesare è seduto in una sedia sull'isola della cucina, Nicolas indica il congelatore e subito capisco. I ragazzi mi salutano e vanno a dormire. Tiro fuori del ghiaccio e mi avvicino a Cesare.
Glielo appoggio sul labbro spaccato e sobbalza.
"Scusa"
"Non devi preoccuparti"
Mi accinge i fianchi con un braccio e mi avvicina di più a sé.
Mi sento colpevole. Probabilmente è colpa mia di tutto, del sangue che sto pulendo, del fatto che Nelson non sia qui. Tutto sicuramente era meglio prima che io arrivassi. Io in fondo cosa ne so di amicizia. Conosco queste persone da due giorni e mi permetto di rovinare tutto.
A questo punto non riesco a tenermi tutto dentro e una lacrima mi riga il viso. Cesare lo nota e subito mi guarda con aria interrogativa.
"Cos'è che non va?"
Si alza e mi prende le mani, mi guarda negl'occhi.
"Niente, solo che sono molto dispiaciuta per voi"
"Non devi dispiacerti, Nelson è fatto così, tornerà vedrai. Abbiamo passato troppi anni insieme, non può buttare via tutto per una litigata"
"Ti ha dato un pugno Cesare, la cosa è più grave di quanto può sembrare. E se non tornasse più? Non posso sopportare questa cosa, è solo colpa mia, io non ce la faccio."
"Smettila, non è colpa tua, non devi preoccuparti"
Mi abbraccia e mi asciuga le lacrime con la mano.
Poi mi prende la mano e mi fa sedere sul divano.
Accende Netflix e mi guarda sorridendo, cercando di smorzare la tensione.
"Allora? Scegli un film"
"Sceglilo tu, stupiscimi" rispondo
Sceglie un film di cui non ricordo neanche il nome. Mi mette un braccio attorno alle spalle e io appoggio la testa sul suo petto. Sono stanca morta e mi addormento.
Cesare mi sveglia quando ormai ci sono i titoli di coda. Sono un po' intontita dal film e non riesco subito a capire cosa sta succedendo.
Cesare mi guarda e mi dice:
"Sono ormai le due passate, puoi rimanere a dormire qua se vuoi"
Dico di si, senza nemmeno pensare al fatto che forse mia madre è a casa che mi aspetta e che si starà preoccupando, ma sono troppo stanca, così, mi alzo e insieme a Cesare andiamo nella sua camera da letto.
Appena entro mi guardo intorno e ciò che vedo mi piace: manifesti pubblicitari di serie tv e saghe, da Star Wars a Vikings. Ha anche una bacheca dove attaccate ci sono tante polaroid, ma non ho tempo per osservarle, perchè Cesare mi chiama e mi dice:
"Se vuoi dei vestiti per dormire, ecco, ti ho preso qualcosa tra i miei, non sono il massimo, ma credo che per dormire siano più comodi di quei jeans"
Mi guardo le gambe come se non mi ricordassi neanche di indossare un paio di jeans. Accetto volentieri i suoi vestiti e inizio a cambiarmi. Appena mi tolgo la maglietta Cesare mi guarda in modo strano e capisco che forse non era il caso di cambiarsi davanti a lui.
Appena nota che lo sto guardando si gira e mi da le spalle.
Ha le guance rosse e continua a scusarsi. Lo rassicuro, può guardarmi, conosco Cesare, so che non si prenderebbe gioco del mio fisico.
Mi sono sempre vergognata del mio aspetto fisico, mi sono sempre sentita troppo grassa in una società che acclama corpi anoressici. A 14 anni pesavo 65 kg ed ero alta 1.70 m. Mi sono sempre vergognata di quello che ero, come se fosse un pretesto valido per essere presa in giro. Ma a quanto pare per qualcuno era.
Quando frequentavo le medie, la mia scuola stava organizzando uno spettacolo e reclutava ballerine che danzassero, non mi sono mai proposta perchè mi vergognavo troppo. E a mettere la ciliegina sulla torta c'erano i miei compagni di classe che mi additavano e ridevano di me.
Chissà mai se un giorno avranno una figlia con qualche chilo in più. Chissà mai se un giorno loro figlia tornerà da scuola piangendo, come si comporteranno? Chissà mai se un giorno ripenseranno mai alle cattiverie che mi hanno detto. Io davvero non lo so. Quello che so è che ognuno di noi è bello nel suo modo, so che l'aspetto fisico non è un valido criterio per essere giudicati, so che dei miei chili in più ne vado fiera, perchè mi determinano, sono parte di me stessa. Dall'ultima volta che sono stata male per via dei bulli, non ho mai più permesso a nessuno di giudicarmi. Ognuno di noi è perfetto a suo modo.
Ma tornando a noi. Cesare si gira e si avvicina, mi prende la mano.
Sono ancora in reggiseno, non so come comportarmi. Non mi sono mai trovata in certe situazioni. La mia prima volta? All'idea sento i fuochi d'artificio nello stomaco.
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HELLO EVERYONEEE, SPERO VI PIACCIA, CI TENGO UN SACCO, GRAZIEE :)

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you are my rain
RomansaCi sono attimi della nostra vita in cui perdiamo il controllo di noi stessi, di quello che siamo veramente. Questo è il mio diario, prova a leggerlo.