Capitolo 7.

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"Bene, ora che ci siamo tutti possiamo anche cominciare la cena" disse mio padre rivolgendosi a tutti.
"Fede! Ciao! Vieni qui!" Una voce stridula stava richiamando il ritardatario, ma lui le fece solo un cenno con la mano. Dentro di me ero felice che non le desse così tante attenzioni, vederli amoreggiare sarebbe stato troppo per me, da voltastomaco.
"Sono in bella compagnia stasera" sorrise vicino al mio orecchio il moro. A questo punto preferisco vada da Megan, ma sfortunatamente il posto libero vicino a me era per lui. Giuro che non mi siederò mai più accanto ad un posto libero.
"Vedo che mi tieni sempre il posto, come sei gentile"
"Evita i tuoi discorsetti, non pensavo di certo di doverti sopportare"
"Altrimenti cosa avresti fatto?" rispose maliziosamente.
"Non potevi restare dove sei stato fin'ora?"
"E dove sarei stato?"
"Lontano da me.. senza rompere i coglioni."
"Signorina Ross da dove arriva questo linguaggio? I tuoi non ti hanno insegnato le buone maniere?" disse ironicamente Federico sorridendo. Lo guardai con sguardo perso, quasi triste, e non risposi.
"Ho detto qualcosa che non va?" chiese gentilmente avvicinandosi preoccupato.
"No, figurati. Non è niente" risposi cercando di cacciare le lacrime.
"Scusate, vado alla toilette" dissi alzandomi dal tavolo in cerca del bagno. Non so perché, ma sentir nominare i miei genitori mi fa sempre questo effetto e non c'è alcun modo per evitarlo.
"Hey, tutto bene?" chiese qualcuno avvicinandosi.
"Sì, avevo solo bisogno di rinfrescarmi" risposi.
"Jennifer, ti conosco, so che hai qualcosa. Dimmi."
"Ale, non devi preoccuparti, è solo un giramento di testa."
"Fingo di crederti solo perché non voglio essere pesante, ma se hai bisogno di qualcosa chiamami" disse infine uscendo dal bagno. Una caratteristica sua che adoro è proprio questa, ovvero sa di cosa ho bisogno senza nemmeno che glielo dica e non è mai pressante. Decisi di uscire anche io e trovai già la prima portata servita.

"Avevi intenzione di fare un party in bagno? Non vedi che hanno già servito?" disse disprezzamente mio padre guardandomi. Feci per scusarmi, ma la madre di Federico mi precedette.
"Oh, andiamo! È stata via per poco, non c'è bisogno di alterarsi così tanto. Ora iniziamo a mangiare" finì di parlare sorridendomi e la ringraziai con un lieve sorriso. Sentivo gli occhi di tutti puntati addosso e so cosa si staranno chiedendo, ovvero cose del tipo 'ma cos'hanno quei due' 'come mai la tratta così' e altre mille ipotesi sul perché di questo bellissimo trattamento, ma per fortuna nessuno si curò di farmi domande, nemmeno Federico, anzi, restò lì a fissarmi con uno sguardo di.. comprensione? Pure Megan sembrava quasi meno antipatica del solito.
La cena proseguì abbastanza tranquillamente e io rimasi muta per tutto il tempo, tanto con Cam ci avrei parlato a casa. Al termine ci alzammo e io aspettai che fossero tutti usciti per recarmi fuori anche io, ma Federico mi rimase accanto, così uscii insieme a lui. Stavamo per varcare la soglia, quando mi sentii prendere una mano.
"Scusami per prima, davvero."
"È una cosa che riguarda me, di certo non lo potevi sapere" risposi.
"Lo so, appunto per questo non dovevo dirlo. Mi dispiace.. io.." non lo feci finire che mi misi a ridere.
"Come mai adesso ridi?" chiese guardandomi confuso.
"Non ti sei mai scusato così tanto in così poco tempo. Complimenti, nuovo record" sorrisi di nuovo seguita da lui. È davvero bello parlare serenamente con lui, non è la persona che vuole sembrare essere.
"Che dici, usciamo anche noi dal locale?" annuii e lo seguii fuori. Neanche un attimo di pace che tutti ci fissavano di nuovo. Tutti tranne i miei genitori, ovvio. Li guardammo straniti e solo ora mi accorsi che la sua mano stava ancora stringendo la mia. Come diavolo ho fatto a non essermene accorta? In completo imbarazzo la tolsi dalla sua e andai spedita da mio fratello, mentre lui rimaneva lì fermo a guardarsi intorno.
"Come mai eravate felicemente mano nella mano?" chiese Cam.
"Ti racconterò tutto a casa.." risposi ancora imbarazzata.
Al termine di ciò salutammo tutti e ci avviammo alla macchina. So che i miei volevano parlare, ma non lo fecero e a me andava bene così. A casa corsi subito nella mia stanza e gettai le scarpe lontano da me, non le volevo più rivedere. Con calma tolsi il vestito e indossai il mio comodissimo pigiama. Sentii bussare alla porta e subito dopo Cam fece la sua entrata. Dopo aver richiuso la porta si sedette sul letto accanto a me e, quando mi gettai tra le sue braccia, lui iniziò ad accarezzarmi la schiena.
"Vuoi parlarne?" chiese dolcemente.
"Non c'è nulla di nuovo da dire, mi odiano e non mancano occasione per dimostrarlo a tutti e questa cosa mi fa sentire terribilmente a disagio."
"Non ti curare di loro, so che in realtà non è solo questo che ti turba."
Esitai un po' nel rispondere, poi sputai il rospo.
"E va bene, c'entra anche Federico. Insomma, stasera ho visto un suo lato diverso, era dolce, comprensivo, non insistente. Mi piace questo suo lato gentile."
"Ti piace questo suo lato o ti piace lui?" chiese serio.
"Ma che domande sono? Ovvio che lui non mi piace, preferirei innamorarmi di una gallina piuttosto che di lui." Mio fratello si mise a ridere mentre io mi feci pensierosa. Mi piaceva Federico? Scacciai il pensiero e tornai con la testa sulla terra. Nonostante tutto lui restava il solito adolescente montato e arrapato di sempre.
"D'accordo sorellina, ora però vai a letto e riposa. È tardi."
"Ehi, tu non mi comandi" risi lanciandogli un cuscino.
"Oh sì invece" rispose ritirandomelo a sua volta. Continuammo per un po' questa lotta con i cuscini, ma mentre fece per uscire dalla stanza lo fermai.
"Cam."
"Dimmi."
"Potresti restare a dormire con me?" lui non rispose, si avvicinò al mio letto, si sdraiò e mi posò un braccio dietro la schiena. Mi addormentai così, tra le sue braccia, come quando eravamo piccoli.

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