I giorni successivi sono come vorrei sempre vivere la mia vita...durante la giornata lavoro a Trigoria, i recuperi proseguono seguendo le tabelle di marcia, Stephan dopo la giornata di riposo di martedì concessa da Spalletti torna ad allenarsi con il resto del gruppo. Martedì io devo comunque lavorare ma stacco presto ed io e lui riusciamo a ritagliarci un pomeriggio da passare in giro per Roma, senza curarci particolarmente di passare inosservati. Voglio trascorrere qualche momento con lui, se poi questo comporterà dare delle spiegazioni al mio ragazzo, mi assumerò le mie responsabilità. Non so ancora cosa succederà quando tornerò a Milano, sicuramente quei momenti passati con lui stanno facendo nascere dentro di me la speranza che lui provi in parte quello che provo io. Tutti i momenti liberi li trascorriamo assieme, nella mia stanza di albergo o a casa sua. L'invito ad andare da lui mi coglie alla sprovvista ma sono al settimo cielo. In molti a Trigoria si sono accorti che fra noi c'è qualcosa, ma fin quando questo non interferisce con il nostro lavoro Spalletti non mette paletti, anche se le relazioni fra dipendenti e giocatori non sono proprio viste di buon occhio. Io fra poco tornerò a Milano comunque e questo è un punto a nostro favore purtroppo, perché vuol dire che fra pochissimo tempo io non girerò più per Trigoria e non distrarrò più Stephan. La mia permanenza a Roma si accorcia ulteriormente quando il fisioterapista capo torna anzitempo dalla malattia. È domenica 4 dicembre e il mio lavoro nella capitale termina quel giorno. Stephan mi chiede di rimanere ancora qualche giorno ma io ho bisogno di staccarmi da lui per capire cosa può esserci fra di noi...se sentiremo la mancanza l'uno dell'altra, soprattutto se lui sentirà la mia, e se io capirò che il mio fidanzato non è la persona giusta, vorrà dire che per noi c'è una possibilità.
Quel giorno c'è il derby, una delle partite più importanti della stagione. Stephan mi ha chiesto di andare allo stadio, mi ha fatto avere i pass per la tribuna. Mi ha detto che, indipendentemente dal risultato, poi mi porterà da qualche parte. Quando arrivo all'Olimpico mi sento un pesce fuor d'acqua, a volte sono andata allo stadio di San Siro a Milano, mi piace seguire le partite ma essere lì mi fa un effetto stranissimo. Spero che lui abbia recuperato del tutto dal problema fisico e quando noto che partirà titolare spero che faccia una partita strepitosa, se segnasse sarebbe il massimo. Quando entra per il riscaldamento mi sorride lievemente poi si concentra e dai suoi scatti capisco che è al 100%, è carico al massimo e questo mi rincuora. La partita è tesa, è il primo derby in assoluto che seguo dal vivo e la sensazione è che l'esito determinerà l'umore di un'intera città per la settimana successiva. Dopo 45 minuti il risultato è fermo sullo 0-0, Stephan ha giocato abbastanza bene ma sembra stanco e temo che Spalletti lo sostituisca.
Ad inizio ripresa rientra in campo e al 60esimo minuto, mentre tutta la parte giallorossa dello stadio lo incita, si accentra in area di rigore e devia un cross di Perotti. La palla colpisce il palo interno ed io mi alzo in piedi cercando di spingere quella maledetta palla all'interno della rete solo con il pensiero. Per fortuna, qualcuno mi ascolta e la palla finisce in rete...alzo le braccia ed esulto con gli altri tifosi. Stephan viene sommerso dai suoi compagni, quando si rialza da terra indica un punto in tribuna, molti penseranno che si tratti di un gesto simbolico che significa che dedica il gol ai suoi tifosi in generale. Io so che un pò lo sta dedicando a me, perché il giorno prima mi ha detto che è anche merito mio se riesce a giocare quel derby al 100% e che un eventuale gol sarebbe stato in parte mio.
Poco dopo Stephan esce, lo vedo sedersi nervoso in panchina, per fortuna, grazie anche a qualche parata decisiva, il risultato non cambia. La Roma calcistica esplode di gioia e Stephan viene eletto migliore in campo. So che ci vorrà almeno un'ora prima che lui rilasci tutte le interviste e faccia tutte le foto, vincere un derby è quanto di più bello ci possa essere per una squadra che deve spartire il proprio stadio con un'altra squadra e tifoseria. Naturalmente iniziano i selfie di rito nello spogliatoio ed io mi accomodo tranquillamente su una poltroncina ad aspettarlo...so che il suo umore sarà alle stelle, anche se io domani me ne tornerò a Milano cercheremo di passare quelle ultime ore assieme nel migliore dei modi. Mi confondo fra la folla e quando la squadra esce dagli spogliatoi lui è l'indiscusso eroe della giornata. Sento che gli altri stanno organizzando una serata fuori, tutti assieme ma lui dice che ha già un impegno...poi davanti a tutti mi prende per mano e mi stampa un bacio sulle labbra. Assecondo la sua vena giocosa e mi metto a ridere...è bellissimo vederlo così...lo seguo fino al garage sotterraneo, lui viene fermato praticamente ogni tre metri da qualche tifoso, fa almeno 40 foto e poi finalmente raggiungiamo la mia macchina a noleggio. Gli lancio le chiavi e faccio per salire sul sedile del passeggero quando lui mi blocca prendendomi per il gomito. Mi spinge delicatamente contro la carrozzeria e mi bacia. Le sue mani mi circondano il viso e a me passa il freddo, e qualsiasi altra sensazione che provo in quel momento. Per me ora conta solo il sapore delle sue labbra sulle mie, il calore che mi arriva dal suo corpo e il formicolio familiare che mi invade ogni volta che lui è nei paraggi. Come se il mio corpo reagisse al suo, come se riconoscesse la sua vicinanza...mi sciolgo e rispondo al bacio....se dovessi stare ad ascoltare quello che mi dicono il mio corpo ed il mio cuore, non partirei assolutamente, me ne starei protetta fra le sue braccia, senza pensare più a niente. Lui ha il potere di mandarmi in tilt, io invece devo riprendere le redini della mia vita. Mi stacco a fatica, gli sorrido "Sei stato bravissimo..."
"Il gol era in parte tuo..."
"Che onore" stempero il momento con una risata, poi lo abbraccio stretta affondando il viso nel tessuto del suo giubbotto. Ho i brividi ma non è il freddo, sono abituata alle temperature milanesi e a correre anche sotto la neve...è piuttosto la sensazione che quello è l'unico posto dove io riesca ad essere Giulia, senza maschere e senza problemi. Giulia con i suoi mille difetti...Giulia quella strana che si nasconde quando fuori ci sono i tuoni, Giulia che fa finta di essere forte ma cerca solo qualcuno che la abbracci, perché ha bisogno di qualcuno che la abbracci.
So che lui è quella persona, so che solo lui potrà darmi determinate cose ma...ci sono tanti "ma", tanti "non so", tante cose che devo capire di me, del contorto rapporto con il mio ragazzo, del mio rapporto con Stephan. Resisteremmo al tempo? Alle litigate? Alla vita di tutti i giorni? O il nostro idilliaco rapporto è così solo perché è a scadenza? Ricaccio le domande in fondo alla mente e lo bacio ancora prima di salire in auto..lui mette in moto, esce dal garage e poi mi prende la mano. Non pensavo fosse così...è sempre più difficile guardarlo e sapere che domani sarò a centinaia di chilometri di distanza. Lui si porta le nostre mani intrecciate alle labbra e mi lascia un bacio sul dorso "Pronta?"
"Certo..." so che non mi dirà dove stiamo andando, ma non mi importa..spero sia dovunque io possa prendermi e costruirmi un altro ricordo di noi...da portarmi sempre dietro...usciamo da Roma mentre il sole cala, incrociamo molte macchine che sbandierano i colori giallorossi, lui ride...io sono felice...perché quella è la vita che vorrei....