Quando Louis rientrò, lo trovò con dei pantaloni del pigiama verdi di flanella, a quadri: un vecchio paio di Gil, i più caldi, che usava per stare comoda davanti al fuoco durante quelle lunghe serate solitarie in mezzo alla settimana, in cui lui era a lavorare a Edimburgo. Davanti a lui, sul tavolino, c'era una bottiglia di Sauvignon Blanc freddo che aveva comprato al Duty Free, con vicino due bicchieri per l'acqua colorati.
«Non hai calici da vino», disse Zayn mentre Louis guardava con sospetto i bicchieri.
«Perché non bevo vino», rispose Louis, prendendo la bottiglia e leggendo l'etichetta come se fossero delle istruzioni per il lavaggio a secco. «Anche se stasera farò un'eccezione. Questa è una bottiglia buona ed è la tua prima sera a Manhattan».
«Perché non bevi vino?»
«Zay, le calorie! Una bottiglia di questo vale quanto la cena», disse, tirando su due buste di carta bianche e fumanti, leggermente umide nella parte inferiore. «A questo punto potremmo mangiare il doppio!». Fece un sorriso indulgente. «Ma non è così importante. Le consumeremo domani, correndo».
«Ah, sì?»
«Certo. Ogni mattina. Central Park, ore sette».
«Ore sette! Louis, a quell'ora della notte io neanche respiro».
Louis ridacchiò mentre toglieva il copritappo di alluminio dalla bottiglia. «Sei sempre stato un dormiglione. Ti ricordi quella volta che non hai sentito la sveglia e sei venuto a fare l'esame di matematica in camicia da notte?».
Zayn alzò gli occhi al cielo. Era la verità: non era mai stato una persona mattiniera.
Louis andò verso la libreria dalla parte opposta della stanza e prese un paio di piatti dal ripiano superiore. Solo allora Zayn notò che lì c'erano delle ciotole e un bicchiere pieno di posate: ecco dove si nascondevano. Era ormai chiaro che i mobili della cucina erano un'appendice dell'armadio, e non avevano niente a che fare con il cibo.
«Cosa mangiamo?», chiese Zayn, versando il vino nei bicchieri e porgendone uno a Louis, che si era inginocchiato sul pavimento (non c'erano né il tavolo, né delle sedie) e
stava tirando fuori delle scatoline di cartone dalle buste.«Giapponese. Lo hai già provato, no?», chiese Lousi, alzando lo sguardo verso di lui.
«Non proprio. Nelle mie mani, le bacchette diventano armi letali».
«In quelle di Niall diventano fermacapelli», ribatté Louis. «Hai mai visto quelle antiche, di giada, che ha comprato da Christie's?», sospirò. «Favolose».
«Guardiamo in faccia la realtà: lui è così e non potrebbe mai essere diverso», disse Zayn, guardandosi le cosce schiacciate e infagottate nel pigiama di flanella. Non era certo un look che Niall avrebbe compreso, e non si sarebbe neanche voluto sforzare di farlo: nelle sue vene invece del sangue scorreva l'eleganza. Tra sé e sé, Cassie si chiese come sarebbe stato vivere con lui a Parigi. I tempi della scuola, quando vivevano in simbiosi, sempre a braccetto a morire dalle risate per qualcosa che solo loro potevano capire, erano ormai lontani. Si domandava se Niall sarebbe stata in grado di sopportare il suo ostinato bisogno di dormire, mangiare e indossare babucce. Tra tutti i suoi amici, la vita di Niall gli sembrava quello più lontano, più sconosciuto e più distante dalla sua.
Louis, dall'altra parte, nonostante l'iperattività e le cattive maniere, in fondo era un tesoro e aveva un gran cuore che faceva di tutto per nascondere e proteggere da chiunque
tranne che dai supi amici più fidati. Il fatto era che Zayn non era stato l'unico a sposarsi presto. A neanche due anni dal suo matrimonio, Louis si era innamorato perdutamente di un agente assicurativo che aveva conosciuto in vacanza a St Lucia, e dopo quattro settimane si erano sposati. Lui si era poi dileguato con tutti i risparmi che lui aveva in banca quando il fisco gli aveva richiesto due milioni di dollari in tasse arretrate. Non lo aveva più visto, e le sue bugie – coronate dalla sua scomparsa – avevano avuto un effetto devastante su Louis.Era stato il primo uomo che avesse mai amato, e gli si era abbandonato completamente; e anche se era una cosa che aveva superato da tempo e aveva avuto molte altre storie d'amore, nessuna aveva mai superato i sei mesi. Qualcosa dentro di lui era cambiato: la fiducia e la convinzione di bambino che avrebbe trovato il Vero Amore non c'erano più.
Cambiava uomo come cambiava jeans, e spesso in una sola serata aveva due appuntamenti, a volte anche tre. A dire il vero – stava raccontando ora a Zayn mentre apriva le scatoline – si sarebbe visto con un ragazzo per bere qualcosa anche quella sera, verso le undici, quando Zayn sarebbe stato sotto le coperte a smaltire il jet lag e i postumi dell'alcol.
Il concetto stesso di incontrare una persona quasi estranea per bere un drink nel cuore della notte era lontano da Zayn almeno quanto i bocconcini indistinguibili di rotolini di alghe e pesce crudo che Louis le stava facendo mangiare per cena. Ma sapeva che doveva provare ad assimilare tutto. Essere di New York voleva dire anche quello: adeguarsi al copione.
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Qualcosa di Tiffany - Ziam
FanficSarà tradito e fuggirà. Saprà riprendersi dopo quello che gli ha fatto il suo ex? Riuscirà attraversando Europa ed New York ad innamorarsi di nuovo? -Ziam-