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Scusate per il ritardo, spero che vi piaccia :) x.


Continuavo a tenere lo sguardo basso verso le mie mani, mentre aspettavo che arrivasse mia sorella. Ero agitato al pensiero di incontrarla, era tanto tempo che non la vedevo. Sentii un rumore di tacchi irradiarsi per la stanza e quando alzai lo sguardo, la riconobbi subito. Gemma era uguale a me: stessi lineamenti di viso, stesso sorriso, stesse fossette. L'unica differenza era che lei era sempre stata la figlia modello ed io quello che sbagliava sempre e che ''doveva prendere esempio''. Mi alzai dalla sedia per abbracciarla e lei strinse di poco la presa. Sentii il suo caratteristico odore di gelsomino entrarmi nelle narici. Non era cambiata molto dall'ultima volta che l'avevo vista, era dimagrita forse un po' e i suoi capelli non erano più biondi ma del suo castano naturale. Ci sedemmo uno di fronte all'altro ed iniziammo a parlare, o meglio, Gemma iniziò a fare domande e io le rispondevo, cercando di seguire il filo dei suoi discorsi. Mi raccontò dell'università, che le mancavano pochi esami per laurearsi ed era felice all'idea, dell'appartamento che condivideva con le sue amiche e di alcune esperienze che aveva compiuto in questo periodo. Mi disse che aveva preso un cane, uno Yorkshire e che lo aveva chiamato Steph, nome non molto adatto ad un cane. Ma soprattutto, mi raccontò del suo storico fidanzato, Ben. Si erano conosciuti quando mia sorella aveva quindici anni ed ancora stavano insieme. Questa cosa mi aveva sempre reso invidioso di lei, al di là dei bei voti, la popolarità che aveva e la sua bellezza. Il fatto che lei avesse sempre e solo amato un ragazzo e lui avesse ricambiato per tutto questo tempo, senza mai cedere un secondo, mi rattristava, perché ero estremamente convinto che non avrei mai avuto qualcuno che mi trattasse come Ben faceva con Gemma. La prova palese, fu quando lei mise la sua mano sinistra in esposizione e sull'anulare, vidi un grosso anello. Il sorriso sul suo viso si estese sempre di più.
-Mi ha chiesto di sposarlo!- annunciò a gran voce. Io cercai di sorridere.
-Sono contento per te- e dissi falsamente.
-Stiamo già organizzando il matrimonio ed io ho chiesto già al tuo direttore di darti un giorno libero per venire, all'inizio...- alzai la testa di scatto come se mi fossi ripreso dal mio stato di trance.
-Che cosa?- domandai. Lei rimase un attimo a guardarmi, confusa e quasi spaventata.
-Gli ho chiesto di farti uscire per un giorno per venire al mio matrimonio- sussurrò.
-E perché dovrei venire?-.
-Perché sei mio fratello e Ben ti vuole come suo testimone-. Chiusi la mano a pugno e la scagliai contro il tavolo. Lei sobbalzò e si fece indietro con la sedia un po' impaurita.
-Ora ti preoccupi di tuo fratello? Solo ora che è chiuso in un fottuttissimo centro di disintossicazione? E perché prima non lo facevi? Ah già, eri troppo impegnata ad andare bene a scuola, ad avere un ragazzo perfetto, ad essere migliore di me. Mi chiamavi ogni tanto e parlavi sempre e solo di te, mai una volta che ti fossi messa contro i nostri genitori per difendermi ed ora, solamente ora, mi vuoi anche al tuo matrimonio?-. Lei abbassò la testa ferita.
-Harry, io ti ho sempre voluto bene, sei sempre stato il mio fratellino e mi preoccupavo per te. Lo sai anche tu che, quando ero all'università, chiamavo più spesso te che i nostri genitori, perché volevo sapere come te la passavi. È vero, non ti ho mai difeso con i nostri e non c'è giorno in cui non me ne penta, ma ti prego, ricordati di me come la sorella più grande con cui giocavi sempre e tutto sembrava perfetto-. La sua voce iniziò a spezzarsi verso la fine del discorso ed io subii il colpo. Aveva ragione, lei aveva sempre cercato di farmi parlare e sfogare, ma io l'avevo respinta e continuavo a farlo.
-Comunque il direttore ha accettato a farti uscire da qui il giorno del mio matrimonio e insieme a te verrà un supervisore- spiegò appena si riprese.
-E chi sarebbe?-.

LOUIS' POV.

L'istituto senza Harry sembrava vuoto, le uniche volte in cui non sentivo molto la sua mancanza era quando ero con Calum: era come un migliore amico per lui e parlarci, mi faceva sentire in qualche modo più vicino ad Harry. Ora ci trovavamo nella sua stanza, io seduto sul letto a gambe incrociate ed Hood con la sua amata chitarra in mano sulla sedia di fronte a me.
-Secondo te si trova meglio nell'altro centro?- domandai. Lui scosse leggermente la testa.
-Louis, lo sai come sono le regole lì, sono molto più rigide delle nostre ed Harry non ha neanche te, come potrebbe stare meglio?- chiese retoricamente. Era ironico il fatto che ora fosse Calum a dovermi fare da psicologo.
-Lì le camere sono condivise, ha un compagno di stanza, l'ho visto ed è bellissimo e se fosse gay? Non potrei mai competere con un australiano, alto quanto Harry, biondo e con gli occhi azzurri!- quasi urlai in preda al panico. Il moro davanti a me, alzò gli occhi al cielo, prima di sbuffare ed avvicinarsi. Mi mise le mani sulle spalle prima di guardarmi intensamente negli occhi.
-Tomlinson, riprenditi, okay? Harry è innamorato di te, non penserebbe mai a tradirti, anche se con lui dovesse esserci il ragazzo più bello del mondo. Comunque, come minimo, avrà già fatto qualche rissa o protesta contro il cibo o le terapie di gruppo, Styles è così-. Io annuii poco convinto alle sue affermazioni, sapevo che fosse cambiato, non si sarebbe permesso di fare altre stupidaggini e poi, da suo ex psicologo, riuscivo ad ottenere informazioni e, a detta di alcune infermiere dell'istituto, Harry era uno dei ragazzi più tranquilli.
-Comunque, per caso sai il nome del suo compagno di stanza?- mi chiese poco dopo.
-Luke Hemmings- risposi. Calum sembrò quasi svenire all'ascolto di quel nome, così mi alzai per sorreggerlo.
-Ehi, stai bene? Lo conosci?-, lui annuì, -è una persona cattiva? Farà del male al mio Hazza? Ti prego, rispondi Cal-. Qualcuno bussò alla porta della camera che venne aperta subito dopo.
-Dottor Tomlinson, il signor Irwin la vuole nel suo ufficio- e detto ciò, dopo essermi assicurato che il mio amico si fosse ripreso, iniziai ad incamminarmi per i corridoi, pieno di dubbi sulla reazione di Hood al nome di Luke e paura che quella convocazione, potesse riguardare un attacco alla persona di Harry, al mio amore, alla mia persona.

Toxic love (larry stylinson).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora