2.

48 3 0
                                    

Dicono che ricominciare tutto da capo sia difficile per la maggior parte delle persone: per me infatti è sempre stato così, ahimè la vita non è mai stata generosa con me.

Sembra strano pensare che un momento prima eri una persona libera con gli stessi diritti di tutti e un momento dopo sei solo una delle tante schiave di qualcuno. In questo istante mi sento solo un elemento superficiale che serve a completare il quadro di una persona troppo ricca per spendere le proprie ricchezze da sola.                                                  

Era un giardino enorme quello del palazzo dell'asta non era per niente banale: vi erano almeno 5 labirinti sparsi qua e là e un grazioso appezzamento di terreno ricco di fiori. Le rose,il mio fiore preferito(in particolare quelle rosse e i tulipani), erano ovunque e probabilmente non erano però quelle degli umani. A occhio e croce, esse sembravano più che altro di un colore rosso sangue e avevano dimensioni sproporzionate. Per quel poco che me ne intendevo erano rose oscure, ovvero quelle che sbocciavano di notte con un colore rosso brillante e infine appassivano all'alba per poi diventare nere. Il fatto che ora fossero di color rosso sangue significava che era già passata la mezzanotte e che quindi tra poco sarei passata in un altro mondo con il mio stupido padrone. Posso consolarmi: se va male il mio soggiorno indeterminato con sto tizio, posso sempre tentare di scappare come fanno tutti gli schiavi.

Noi ora eravamo lì,nel giardino immenso del palazzo, uno davanti all'altro.                                        
"Te l'ha mai detto nessuno che dovresti inchinarti dinanzi al tuo padrone?"   
"Oh,mi scusi padrone! Vuole pure che le bacio i piedi?" dissi ridendo della mia stessa battuta.
"Vedi di portarmi rispetto la prossima volta. Ora ce ne andiamo capito?"           Annuì lievemente. All'improvviso due grosse ali nere gli apparvero sulla schiena e poi diventò tutto nero. Fu come se la mia vista si dileguò, riuscì solo a percepire delle braccia che mi stringevano ma non ero in grado di muovermi.

Aprì gli occhi e cercai di alzarmi. Ero in un luogo tutt'altro che famigliare. La stanza in cui mi trovavo era totalmente buia, se non per una piccola candela. Ero seduta su un letto dall'aria sfarzosa e antica. Per me quella lussuria era una cosa orrenda visto che i miei genitori mi avevano sempre abituata alla semplicità. In un angolo della stanza vi era una figura piuttosto imponente, dallo sguardo incazzato. L'uomo mi diede una veloce squadrata e incominciò a guardare in maniera insistente la parete e, un particolare quadro che prima non avevo notato. Esso rappresentava un signore d'alta classe (come lo avrebbe definito mio padre) che sembrava quasi osservarmi. "Chi è lei?" chiesi spaventata dalla risposta che avrebbe potuto darmi...
"Sono uno schiavo come te sciocchina, solo che, a differenza tua, io sono un bel vampiretto che potrebbe prosciugarti del tuo prezioso sangue." disse sorridendo allegramente.
"Certo, sarai anche un vampiro, mio caro Luxor, ma sai che le regole che ti ho imposto vietano l'uccisione dei miei schiavi. Quindi smettila di star lì a blaterare simili idiozie. Dunque ora posso dirti: vai a lavorare, giardiniere!"
Rimasi ferma, a osservare il mio padrone e quello che doveva chiamarsi Luxor che si allontanavano dalla "mia" stanza. No...no, no. Io qui da sola non ci sto. Potrà sembrare rischioso ma tanto credo che questo posto non avrebbe portato nulla di buono in futuro. Quindi prima o poi dovevo per forza affrontare i miei dubbi e le mie incertezze riguardanti il mio futuro. Questo momento dove coglierlo al volo, dovevo per forza scoprire cosa mi sarebbe successo.Il mio futuro era nelle sue mani quindi dovevo per forza capire cosa mi sarebbe successo.

Corsi fuori dalla stanza e mi trovai in un enorme corridoio deserto. Le pareti erano spoglie e circa a metà corridoio vi era un mobile con un candelabro spento. Ogni superficie era piena di polvere.

"Ehi, dove siete finiti tutti?"

In quell'istante riuscì a percepire una strana vocina che mi invitava a seguirla,così mi guardai intorno e, a mia sorpresa, vidi un piccolo puntino luminoso che continuava a girarmi intorno come una trottola.

"Vieni, il nostro padrone ci sta aspettando." mi disse.

Io la seguì ma tra me e me formulai molte ipotesi sul perché ci stesse aspettando.                              
Percorsi uno strano corridoio,non era come quello che avevo precedentemente visto: questo era più stretto,aveva una moltitudine di porte e soprattutto era ricco di decorazioni. Le pareti erano piene di quadri, un enorme tappeto rosso si estendeva lungo tutta la superficie del corridoio. Inoltre era talmente colorato da far sembrare questo poste meno triste di quanto appariva.           La lucina si fermò davanti ad una porta particolare,in quanto diversa dalle altre. La sua stranezza era affascinante; nella parte più alta aveva strani simboli e poi vi era una frase latina scritta in una calligrafia quasi illeggibile:

Omnis homo mendax
(Tutti gli uomini sono bugiardi)

"Potete entrare ragazze."
La luce che mi aveva accompagnato lì incominciò a cantare e così si aprì la porta.
Sembrava una di quelle favole di cui mi parlavano tanto da piccola. Una di quelle in cui tutto può succedere e in cui niente è impossibile. Quando attraversai la porta ero già in un altro mondo, sia in maniera fisica sia psicologicamente. Ero letteralmente sulle nuvole.

Your SymbolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora