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"Io ti maledico: Tu, che cerchi solo la bellezza esteriore, sarai condannato ad essere un mostro.
Ti dono questa rosa, così bella esteriormente, come piace a te. Essa sarà la tua maledizione: quando anche l'ultimo petalo cadrà tu morirai."
"No! No, vi scongiuro!"
"Ma io non sono un mostro come te, ti concederò una via di scampo a tutto ciò: L'Amore. Solo qualcuno che ti amerà per come sei dentro, amando i tuoi difetti e fregandosene della tua mostruosità sarà in grado di rompere l'incantesimo."

****

Roderich camminava con il libro aperto davanti a sè, la testa persa in chissà quale universo fantastico.

"Hey bellezza!!" Il castano alzò gli occhi al cielo prima di trovarsi davanti un ragazzo ungherese, con i capelli castano chiaro e un'immancabile padella in mano.

"Come te la passi, Rod?" L'austriaco sbuffò prima di evitare l'altro, non degnandolo di uno sguardo.

Si lasciò alle spalle un ungherese che agitava la padella per aria urlando quanto fosse splendido e quanto Roderich stesse sbagliando nello stare con lui e cose simili.

Il moro sospirò di sollievo quando chiuse la porta di casa sua alle spalle.

Si sedette sul divano, mogio, notando come suo padre non fosse ancora tornato da uno dei suoi tanti viaggi.

Roderich sapeva che era stato adottato, ricordava perfettamente la notte in cui sua madre lo aveva abbandonato davanti a quel villaggio ed era scappata piangendo.

Lui aveva vagato per le strade innevate, rabbrividendo per il freddo della notte. Era, inevitabilmente, crollato a causa della stanchezza e del freddo nei pressi di un boschetto. Il mattino dopo, aprendo gli occhi, si era trovato in un letto morbido con un uomo di mezza età seduto vicino.

No, Roderich non aveva dimenticato come l'uomo lo avesse salvato dalla tempesta quella notte. Era solo un bambino ai tempi e chiamarlo 'papà' era stato naturale.

"Perchè non torni?" aveva sussurrato fra sé, in pensiero.

Verso serà quando sentì lo scalpiticcio di un cavallo corse ad aprire la porta.

Davanti a sè trovò il cavallo di suo padre privo, tuttavia, del cavaliere.

Il moro ebbe un tremito quando capì che il cavallo voleva condurlo da qualche parte. Esitò un attimo prima di salire in groppa al nero destriero.

****

"È permesso?" gridò spalancando il portone della buia villa dove il cavallo si era fermato.

Il silenzio fu la sua unica risposta.

Roderich si fece coraggiò avanzando nel buio della casa, dapprima esitante poi sempre più in fretta sino a trasformare i suoi passi esitanti in una marcia.

"Roderich!" Deglutì quando si sentì chiamare dal basso.

Strinse il corrimano con forza avanzando verso i sotterranei.

Prigioni.

Come ogni buon palazzo che si rispetti i sotterranei erano delle prigioni.

Padre.

Al moro si spezzò il respiro vedendo l'amato genitore dentro una di esse.

Strinse la presa sulle sbarre con gli occhi lucidi, lasciando che l'uomo posasse le mani ruvide su quelle da pianista del giovane.

"Padre..."

"Ascoltami Roderich: vai via. Vattene prima che il mostro torni. Vattene figlio mio, almeno tu."

"Ma padre..."

"Vattene Roderich!"

L'urlo dell'uomo fece indietreggiare il ragazzo spaventato.

Seguì un istante di silenzio, teso, spezzato dal ruggito feroce di una bestia.

Roderich urlò, portandosi le mani alla bocca per costringersi al silenzio.

"La bestia..." sospirò l'uomo.

"Bestia!" senza sapere dove avesse trovato il coraggio il moro alzò la voce "Lascia andare mio padre!"

"Tutto ha un prezzo." la voce bassa e rauca della bestia li fece rabbrividire.

"Posso lasciare andare il vecchio. Ma tu rimarrai qui al suo posto."

"Mostrati." disse semplicemente, rivolto ad un'ombra enorme dietro una colonna.

Sentì dei passi strascicati prima che la Bestia gli si parasse innanzi.

Roderich sgranò gli occhi e trattenne un grido mordendosi le labbra a sangue.

Guardò suo padre prima, poi la Bestia.

"Vattene Roderich, oramai sono vecchio ma tu hai tutta una vita davanti. Lasciami qui, figlio mio."

La Bestia dal manto candido digrignò i denti acuminati come spilli, come ad esortarlo a girare i tacchi ed andarsene.

Invece il moro chiuse gli occhi un secondo prima di riaprirli e incrociare le iridi cremisi della Bestia.

"Resto io, ma lascia andare mio padre."

The Beauty and the Beast ~ PruAusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora