Quando l'aereo atterró Lydia si sveglió di soprassalto e, nel momento stesso in cui si accorse che era appoggiata alla spalla di Claus, si scansó immediatamente.
-Ti odio.
-Lo so.
-Era solo per ricordartelo. E ora zitto.Scesero dall'aereo con il loro gruppo e andarono a ritirare le valigie. In quel momento la paura più grande della ragazza era che la sua valigia fosse dispersa in Cina. Madison, una sua cara amica, la raggiunse presto.
-Preoccupata per il bagaglio? -chiese.
-Decisamente.
-Ti capisco. Ma a me non é mai capitato.
-Io non avevo mai preso l'aereo prima di oggi... quindi non so bene come funziona.
-Il primo viaggio di dieci ore. Questo sì che è assurdo. -rispose Madison ridendo.
-Soffrendo di vertigini e con accanto il mio peggior nemico, sì. -rispose lei corrucciata.
-Claus, immagino.
-Esattamente, non posso sopportarlo. Continua ad irritarmi, a sfidarmi. Mi conosci, se qualcuno mi sfida io devo batterlo.
-Penso che vi apparteniate, a questo punto -se la rise l'amica.
-Penso proprio di no. -era sicura delle sue parole.Claus se ne stava seduto sulla sua valigia in attesa che anche gli altri la recuperassero, lì accanto a lui vi erano anche Stephan e Percival. Stavano parlando pacificamente quando d'impeto arrivó Lydia e gli tiró uno schiaffo.
-E questo perché...?
-Per avvisarti del fatto che se inizierai a disturbarmi quest'intero anno, giuro, io ti sotterro vivo e ballo la macarena sulla tua tomba. É un avvertimento. -e poi se ne andó seguita da Madison.
Intanto Stephan e Percival ridevano a crepapelle.
-Ti sei preso una cotta per una persona che non ti sopporta nemmeno lontanamente? Ma sei serio? -rise Percy
-Non é che non mi sopporta. Mi odia con tutto il suo cuore e basta.
-Beh, sembrava più allegra la prima volta che l'ho incontrata -esordì Stephan -Che le é successo?
-Non lo so -continuó Claus -Ma penso che là alla riunione sia accaduto qualcosa, ricordate?
-Se n'era uscita a metà per rispondere al telefono. Poi non é tornata perciò sei andato a controllare.
-Ero solo preoccupato. Voi non ne avete idea. Piangeva ed é fuggita. Sembrava davvero distrutta. Penso che sia accaduto qualcosa con Tobias.
-L'hai più vista poi?
-Solo questa mattina. E non é conciata molto meglio.
-Non puoi farci niente, Claus. Ti odia.
-Lo so.~A Lydia vibrò il telefono in tasca, qualcuno la stava chiamando nel bel mezzo della riunione, così, stanca di essere lì, uscì dalla stanza. Era Tobias.
-Ehi! -disse lei felice di sentirlo.
-Ehi -sembrava quasi preoccupato.
-Perchè mi chiami nel bel mezzo della riunione? -disse ridendo lei.
-Dovrei parlarti proprio di questo...
-Della riunione? Cosa...
-No, non della riunione, del viaggio.
Lydia sapeva perfettamente cosa intendeva, stava per fare un anno dall'altra parte del mondo e non avrebbe rivisto il suo ragazzo per un bel po' di tempo:- Quindi...
-Lyds, ti prego di non rattristarti e di non arrabbiarti -queste parole non le piacevano -Te ne stai per andare dall'altra parte del mondo per un anno con Claus! Come pensi che andrà a finire?
-Ma tu lo sai che odio quel ragazzo. Toby... è solo un anno!
-Come puoi non capire? Ti prego rendimi meno complicata questa cosa!
-E' finita, vero? -singhiozzava ormai.
-Io credo di sì, Lyds.
Lydia lanciò il telefono senza nemmeno chiudere la chiamata e corse via da quel posto. Sentì la voce di Claus chiamarla come un rimbombo lontano, quasi impercettibile. Ora tornare all'istituto era fuori discussione, aveva bisogno di andare in un posto tranquillo, nel suo posto tranquillo. Quando arrivò a quello spiazzo verde nascosto e protetto dal caos della città, si arrampicò quasi automaticamente su quell'albero sospeso sul piccolo laghetto e lì rimase, cercando di chiudere la mente e di non pensare a nulla.Non appena uscirono dall'aeroporto si resero conto che, effettivamente, quel posto, quell'atmosfera, era completamente differente da ció a cui erano abituati. A Lydia piacevano i grandi palazzi di New York, il caos della città che non dorme mai, ma ci ritrovava anche una certa solitudine. Invece ora, a Barcellona, ci vedeva la felicità. Era una città caotica anche quella e dubitava che ad un certo orario della notte non ci fosse in giro nessuno, ma era diversa, colorata, piena di attività, viva. I suoi occhi si riempirono di meraviglia mentre osservava dal finestrino dell'autobus che li avrebbe portati all'hotel.
-É magnifica vero? -chiese una voce dietro di lei.
-Decisamente non degna di te -rispose lei avendo riconosciuto la voce di Claus.
-Beh, se é per questo nemmeno di te. Tu porti rabbia e conflitto e potresti rovinare la melodia allegra di questo posto.
-Tu invece porti masochismo. Davvero vuoi un altro schiaffo?
-Preferirei di no. -ci fu un momento di silenzio -Che ti é successo, Lydia?
-Niente.
-Non ci credo. Sei peggio del solito.
-Ah davvero? Sarei io quella peggio del solito? Vuoi insultarmi in qualche altro modo oppure hai finito, eh?
-Non volevo dire questo.
-L'hai detto invece.
-Mi dispiace.
-Se ti dispiacesse davvero non mi staresti parlando ora. Stai solo peggiorando le cose.
-Ma...
-Chiudi quella cazzo di bocca! -gridó.
E lui fece silenzio.-Bel caratterino la ragazza -disse nuovamente Percy.
-Non peggiorare le cose, Perce. -rispose seccato Claus.Finalmente arrivarono all'hotel e furono loro assegnate le camere. Lydia stava nel secondo piano come Madison e Claus. Stephan, Percival e gli altri stavano al primo.
Per Lydia ora era arrivato il momento più divertente: riordinare il tutto a modo suo. Aprì la valigia e cominció a dividere i vestiti nell'armadio. Poi sistemó le varie cose per l'igiene in bagno e sulla scrivania dispose i libri che si era portata con la precisione di un orologio svizzero. In un altro armadietto poi ci depose le cose importanti come i soldi, la carta d'identità, il passaporto ecc. e lo chiuse con il lucchetto, deponendo la chiave in una scatolina nascosta dove teneva anche le forcine per scassinare eventualmente qualcosa. Una volta accertata di aver posizionato tutto nel dettaglio e aver sistemato uno dei suoi CD rock spostato di mezzo centimetro rispetto agli altri, si lasció cadere sul grande letto dal piumino candido. Era tanto stanca da non riuscire a pensare nemmeno a Tobias e al modo in cui l'aveva mollata.
Bussarono alla porta e lei si alzó sbuffando per ritrovarsi dinnanzi Claus.
-Credevo di averti chiesto di starmi lontano.
-Cos'é tutto questo ordine minuzioso?
-Io amo l'ordine minuzioso. Ora vattene.
-Volevo solo dirti che dovremmo andare a cena.
-Non ho fame.
-Non hai mangiato niente neanche a pranzo.
-E con ció? -inarcó un sopracciglio.
-Sai che se non mangi muori, vero?
-Non moriró per un giorno.
-Come vuoi. -e cominció ad andare.
-Non sei invitato al mio funerale. -urló lei facendolo voltare:- Cosa?
-Se morissi non mi rovinare il funerale con la tua presenza... Santa. -e scoppiò a ridere beccandosi uno sguardo crucciato da parte di lui.Dieci minuti dopo bussarono di nuovo alla porta e lei si alzó curiosa. Non poteva essere sicuramente Claus, lui era andato a cena. Aprì e si ritrovó un cameriere con piatto di pasta ai peperoni e un dolce che non aveva mai visto ma che sembrava molto appetitoso.
-Io non ho ordinato niente.
-L'ha fatto un ragazzo per te. -le lasció i piatti su tavolo e uscì.
Insieme ai piatti c'era un biglietto:"Non penso che tu voglia morire davvero, ma se lo volessi non ti assicuro che non ti rovineró il funerale.
Il tuo peggior nemico"
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Direi Santa Claus
RomanceL'odio non è il contrario dell'amore. L'indifferenza è il contrario dell'amore. Se tu mi odio vuol dire che t'importa, vuol dire che mi pensi costantemente anche progettando la mia morte. Se tu mi odi prima o poi mi amerai. Se tu mi ami vuol dire c...