Lydia finalmente poteva dire di essere in vacanza. Aveva passato i primi due mesi dopo la fine della scuola a fare l'asociale e a non volersi smuovere di casa per un insulso ragazzo che l'aveva usata e basta. Ma ora se ne andava dall'altro lato del mondo per un anno, poteva anche essere un nuovo inizio, se non ci fosse stato Claus con il quale avrebbe dovuto passare quel lunghissimo periodo di tempo. Con tutta probabilità l'avrebbe preso a calci dopo due nanosecondi. Non aveva nessuna voglia di partire in realtà, avrebbe tanto voluto rimanere all'istituto e, come tutti i giorni, ignorare il mondo con la musica sparata nelle orecchie e con un bel libro, finchè avesse avuto ottimi voti a scuola nessuno le avrebbe potuto dire nulla, ma era proprio questo il problema, grazie i suoi ottimi voti era stata selezionata per andare a Barcellona quell'anno. Avrebbe frequentato la scuola là, avrebbe dovuto farsi una vita là. Ma ora basta, non doveva pensarci. Continuó con il soliloquio per tutta la notte, finché non suonó la sveglia, erano le cinque e mezza e doveva essere in aeroporto entro due ore. Prima di partire andò nel refettorio, vuoto a quell'ora e bevve due tazze di caffé per svegliarsi.
Quando arrivó all'aeroporto raggiunse il gruppo. Claus le si affiancó e disse:- Sarà una splendida vacanza -sorrideva.
-Oh sì, davvero fantastica -rispose lei con sarcasmo e, vedendo che non si allontanava disse:- Chi ti ha dato il permesso di stare a un metro dal mio io e respirare la mia stessa aria?
-Sei decisamente più acida del solito.
-Grazie, lo so. Ma oggi non é giornata. -rispose lei per la sessantesima giornata di seguito.
-Come va con Tobias?
-Questa domanda potevi anche risparmiartela -urló lei -Vattene via da me. Ora.
E lui, senza fare troppe storie, se ne andó. E sinceramente non era mai stato tanto felice in tutta la sua vita.Quando arrivó il momento dell'imbarco Lydia raggiunse il suo posto, uno degli ultimi che, guarda caso era vicino al finestrino. Non era mai salita su un aereo e aveva paura dell'altezza. Non sarebbe potuto andare peggio di così! Non avrebbe dovuto pensarlo.
-Ehi, il destino ci ha portati vicini. -era Claus.
Lei sbuffó:- Il destino non esiste. Il destino ce lo costruiamo da soli, okay?! Almeno quando sono obbligata a sopportarti non potresti evitare di sparare balle?
-Oh scusami tanto.
-No, non ti scuso.
-E...
-Zitto.L'aereo decolló e la ragazza strinse i denti. Claus se ne accorse e disse:- Davvero, Ly, non hai mai preso un aereo? E hai paura. Non l'avrei mai detto.
-In primo luogo non chiamarmi in quel modo, solo gli amici abbreviano i nomi, e tu non sei un amico. In secondo luogo non ho paura.
-Pure quando muori di paura riesci ad offendere.
-Quello sempre. E n-o-n-h-o-p-a-u-r-a.
Guardó fuori dal finestrino e le mancó l'aria, erano così in alto! Era decisamente terrorizzata.
-Ma se hai paura dell'altezza perché guardi fuori? E non dirmi che non hai paura perché stai decisamente tremando -chiese il ragazzo.
-La paura é affascinante.
-Quindi ammetti di aver paura?
-No. Era una constatazione.
-Io non credo.
-Beh dovresti crederci invece.Dopo una decina di minuti di continui litigi lei si addormentó, distrutta.
Claus la guardava rapito. Dicono che nel sonno le persone appaiono sempre più docili, più dolci, Lydia no, anche nel sonno dava l'aria di voler picchiare qualcuno ma soprattutto sembrava turbata e decisamente triste. Chissà cosa era accaduto con Tobias, l'ultima volta che l'aveva vista non era così arrabbiata con il mondo...~Lydia doveva andare a una riunione per il viaggio obbligato che sarebbe andata a fare con un gruppo di persone che non conosceva, almeno, non ne conosceva la maggior parte, solo Claus, il suo nemico giurato. Chissà come mai la prima persona che doveva vedere di sua conoscenza dopo la fine della scuola doveva essere proprio lui! Perché poi Tobias non le rispondeva più alle chiamate? Ma in fondo era abbastanza felice, il suo ragazzo le aveva promesso una bella sorpresa e forse non le rispondeva per quella ragione. Lei era famosa per rovinare le sorprese.
Claus stava entrando nel grande salone con largo anticipo ma, ovviamente, Lydia era già lì, quella ragazza era sempre decisamente troppo in anticipo. Non entró subito, la osservava un momento, da lontano. Sembrava felice. Ed era bellissima. Indossava un paio di jeans stracciati neri, una canottiera di pizzo corta nera e, ovviamente, i suoi inseparabili anfibi neri. Teneva i lunghi capelli castani sciolti sulla schiena e perfettamente lisci ed era seduta a gambe incrociate su un tavolo, con le cuffie nelle orecchie e la musica talmente alta che poteva riconoscere la canzone da lì: Back in black degli AC/DC
×××
Lydia se ne stava seduta su un tavolo con la musica sparata nelle orecchie mentre attendeva che gli altri si facessero vivi. Mancavano solo venti minuti ed era solo lei. Lei e la sua musica, lei e... una strana presenza dietro la porta. C'era qualcuno. Si alzó e fermó la musica lasciando cadere l'mp4 sul tavolo e andó verso la porta.
"Sono fottuto" pensó Claus. Ma, in quel momento, arrivó anche un altro ragazzo con il quale avrebbero condiviso il viaggio che, in un certo senso, lo salvó dalla sfuriata che avrebbe fatto Lydia. Infatti, appena ella si affacció alla porta vide il ragazzo e sorrise:- Devi essere uno di quelli che faranno il viaggio. Sono Lydia. -disse porgendogli una mano.
-Stephan.
-Piacere.
E, in quel momento entró anche Claus:- Ciao Ly.
Lei si giró dall'altra parte sbofonchiando qualcosa del tipo "non chiamarmi con l'abbreviativo che usano gli amici. Tu non sei un amico"~Quel giorno non l'aveva nemmeno salutato. Ma non era stata così aggressiva come in quella mattina, quando l'aveva guardata negli occhi, quei suoi splendidi occhi azzurri, aveva visto uno strato molto spesso di rabbia. E sapeva che sotto quello strato ci avrebbe trovato solo tristezza.
In quel momento il ragazzo si accorse che Lydia si era appoggiata alla sua spalla nel sonno e si irriggidì un attimo.Aveva fatto lo sbaglio più grande di tutti: si era innamorato della sua peggior nemica.
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Direi Santa Claus
RomanceL'odio non è il contrario dell'amore. L'indifferenza è il contrario dell'amore. Se tu mi odio vuol dire che t'importa, vuol dire che mi pensi costantemente anche progettando la mia morte. Se tu mi odi prima o poi mi amerai. Se tu mi ami vuol dire c...