Ero rabbiosa: nessuno dei due aveva il diritto di vedere nella mente dell'altro, ma io avevo bisogno di sapere con chi avevo a che fare. I vampiri originali non sono da prendere sottopiede, potrò farmi grande contro i vampiri o lupi, ma contro di loro sono sempre tre tasselle dietro di loro.
-Cazzo- dissi ritrovandomi davanti Klaus, con un sorriso troppo malizioso in volto.
-Perché scappi da me?- mi chiese con aria divertita. Mi guardai intorno, potevo benissimo scappare ma sarebbe come farlo divertire ancora di più.
-Non sto scappando- dissi a testa alta, sfidandolo con lo sguardo.
-Sei scappata da casa e volevi scappare anche adesso- disse posando le mani dietro la schiena, avvicinandosi a me, molto lentamente.
-Stai cercando Kai, vero?- mi chiese accennando un sorriso sulle sue labbra. Strinsi i pugni delle mani, rabbiosa al sol sentire quel nome.
-Deve pagare per quello che ha fatto- dissi a denti stretti.
-Posso fartelo incontrare, ovviamente devi restituirmi il favore- disse con voce roca e provocatoria.
-Cosa ci guadagno io?- chiesi alzando un sopracciglio.
-La tua vendetta- disse con tono vendicativo e rabbioso.
-Ci sto- un patto col diavolo cosa farà mai?
Mi sorrise soddisfatto per farmi cenno di seguirlo. Una volta ritornati nella sua casa, prese il telefono e digitò qualche tasto, portandosi poi il telefono vicino all'orecchio, con un sorrisetto.
-Malachai Parker! È una vita che non ci sentiamo- disse tutto euforico Klaus al telefono.
-Verresti per un bicchiere di buon whiskey da me?- propose Klaus, sorridendomi, facendomi venire i brividi.
-Ci vediamo tra poco allora- disse chiudendo la chiamata.
-Contenta, tesoro?- mi chiese inclinando la testa, andando alla poltrona, sedendosi e osservandomi sorridente.
-Ti strapperò quel sorriso con le mie mani, ricordalo Mikaelson- dissi irritata, per poi decidere di fare un giro per l'immensa casa Mikaelson.
Passò qualche ora e con il mio super udito sentii la voce squillante di Klaus dare il benvenuto a Malachai. Scesi con velocità vampirica, raggiungendo i due uomini.
Nonostante fossero passati degli anni, Malachai non era cambiato: portava una giacca di pelle, con una maglia sul blu elettrico e la collana con una chiave al collo.
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Appena mi vide il suo sorriso tramutò in un'espressione sorpresa e quasi dubbiosa.
-Kai- dissi con un sorriso fintissimo, avvicinandomi a loro due, scendendo lentamente le scale.
-Isabella- disse Kai, con il suo solito tono basso e pieno di sensazioni a me contrastanti.
-Ragazzi, la tensione che c'è qui ora è affilata come la lama di un coltello- disse sarcasticamente Klaus, ritrovandosi un'occhiataccia fulminea da me, che tramutò il suo sorriso in uno sguardo serio.
Mi voltai ancora verso Kai, che non si apprestava a staccare gli occhi da me.
-Perché?- dissi trattenendomi dallo staccargli la testa con le mani.
-Perché, cosa Isabella?- mi chiese con un sorriso da psicopatico, lo stesso di cui tempo fa mi innamorai.
Si portò la mano sul mento, sfregandoselo.
-Sai di cosa sto parlando- ruggii, avvicinandomi a lui di qualche metro, tenendomi sempre a distanza di sicurezza.
-L'ho fatto perché lui non era all'altezza per te, l'ho fatto perché ti amavo- disse con tono dispiaciuto, guardandomi tristemente.
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-Sei solo uno psicopatico senza cuore. Hai ucciso l'uomo che amavo...hai ucciso la mia bambina!- urlai rabbiosa, correndo verso di lui, prendendolo dal collo, sbattendolo contro il muro, sentendolo ridermi in faccia. Ruggii, mostrando le mie zanne.
-Problemi in paradiso- disse sedendosi Klaus, con fare teatrale.
-So che sotto tutta questa rabbia, mi ami ancora Isabella-
-Non chiamarmi Isabella!- urlai ancora, sbattendolo più forte contro il muro.
-Mi hai trasformato tu in questo mostro, ricordi?- dissi stringendo la presa sul suo collo, sentendo già le sue ossa iniziarsi a spaccare sotto la pressione della mia mano esile ma forte.
-Ti ricordo che anche io sono uno stregone- disse per poi muovere la sua mano facendomi volare via, rompendo così un mobile alle mie spalle.
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Mi alzai staccandomi dalla gamba un pezzo di legno, urlando poi per il dolore.
-Continui a ferirmi, nonostante ti abbia lasciato. Sei solo un problema al quale porre fine, Kai- dissi pronta a fare il mio incantesimo.
Vidi Freya correre velocemente le scale e fermarsi a guardarci con la paura disegnata in volto.
-O se kwe...- ero pronta a finire l'incantesimo ma Elijah e Kol comparvero mettendosi tra me e Kai.
-Che diavolo succede qui?!- urlò rabbioso verso di me Elijah, guardandomi con sguardo fulmineo.
-Non vi riguarda- ruggii in tutta risposta, sentendo la testa girare, appoggiandomi poi successivamente alla poltrona affianco a me.
-Basta così, vi siete divertiti abbastanza. Isabel, va nella tua stanza a riposarti- disse Klaus comparendo davanti a me.
Quando cercai di controbattere Klaus mi spezzò il collo e vidi il buio. Mi risvegliai respirando a pieni polmoni, sentendomi quasi oppressa.
-Finalmente- sentii dire dalla sua voce, indistinguibile. Subito mi alzai, pronta a dissanguarlo ma urtai contro qualcosa.
-Barriera invisibile, sul serio Kai?!- urlai rabbiosa verso di lui, che era seduto sulla poltrona difronte a me, ridendomi in faccia.
-Lo faccio solo per te, Isabella- appena mi chiamò ancora così, urlai di rabbia, impotente.
-Stai solo stuzzicando il cane che abbaia, Kai. Non sai cosa vorrei farti- dissi con le zanne in vista.