Chapter two

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"Mi fa strano vederti così.. cresciuta" Sorrido pensando alla scena di pochi minuti fa.

Scende dalla macchina e si dirige verso la fermata dove le avevo chiesto di venire a prendermi. Le sorrido guardandola da lontano, lei si avvicina, mi passa davanti ma non si ferma.

"Zia!" richiamo la sua attenzione. Si gira di scatto un po' confusa, poi si copre la bocca con una mano e la sua faccia assume un'espressione di incredulità.

"Oh mio Dio!" si avvicina e mi abbraccia forte "Non ti avevo riconosciuta"

Devo ammettere che prima di incontrarla ero un po' nervosa. Dopo così tanti anni senza vederla pensavo che mi sarei sentita un po' a disagio ma mi preoccupavo del niente: appena l'ho sentita parlare, per qualche strano motivo, mi sembrava di conoscerla da sempre.

La osservo mentre guida con una calma che sembra caratterizzarla. I suoi occhi sono puntati sulla strada e le sue labbra sono leggermente tirate all'insù, come se il mio arrivo la rendesse felice. Noto che ha smesso di vestirsi di nero; mi ricordo che anni fa pensavo che il nero fosse il suo colore preferito. La morte di suo marito l'aveva traumatizzata tanto ma io ero troppo piccola per capire.

Nonostante tutto, era rimasta la bella donna di un tempo. Il colore verde dei suoi occhi contrasta quello castano dei suoi capelli.

"Com'è andato il viaggio?" mi chiede distraendomi dai pensieri che mi passano per la testa.

"Abbastanza bene dai" tralasciando, ovviamente, l'episodio dell'autobus.

Vedendo il grande albero, dove passavo la maggior parte delle giornate con Brandon, capisco che siamo quasi arrivate. Mi soffermo sui dettagli che caratterizzano il posto e mi vengono in mente vaghi ricordi della mia infanzia.

Una volta scese dalla macchina, Grace prende la mia valigia ed entriamo in casa.

"Brandon dovrebbe arrivare a momenti " quando sento pronunciare il suo nome la mia mente non riesce a figurare un ragazzo diciottenne ma soltanto un bambino di otto anni. Grace posa la valigia per terra e ci dirigiamo verso il salotto. Mi guardo attorno osservando la casa e noto che ci sono stati dei piccoli cambiamenti, ma nel complesso è sempre rimasta quella di 10 anni fa.

"Vieni in cucina a fare merenda" mi fa cenno di seguirla.

"Sono qui da meno di 3 minuti e già inizi a viziarmi" ridacchia e mi prende sotto braccio.

"Se non sei più tornata per 10 anni vuol dire che da piccola non ti viziavo abbastanza quindi adesso cerco di recuperare" rido e scuoto la testa.

Inizia ad elencare cibi di vario tipo, tra cui una torta fatta in casa che si trova proprio davanti ai miei occhi sopra il tavolo.

"Ho l'imbarazzo della scelta " mi siedo sullo sgabello tutta pensierosa.

"Ma guarda un po' chi c'è " sento una voce maschile che non riconosco, ma immagino a chi può appartenere "una sirenetta insopportabile".

Mi giro di scatto e mi ritrovo davanti a un Brandon irriconoscibile: i capelli, che un tempo erano biondissimi, ora hanno assunto una sfumatura più scura; il viso da bambino furbo ha lasciato posto a dei lineamenti che definiscono il volto di un uomo. Lo osservo incredula e intanto mi alzo dallo sgabello. Sono indecisa su come salutarlo ma, per fortuna, fa tutto lui.

"Non lo dai un abbraccio al tuo cugino preferito?" sorrido roteando gli occhi e gli vado incontro intenta a dargli un abbraccio "Che nana che sei" dice ridacchiando mentre ricambia l'abbraccio.

"Ehi" gli do un colpetto sulla schiena.

"Non fa niente dai, crescerai"

"Tu piuttosto, continui a chiederti perché non ho i capelli rossi?" questa volta è lui roteare gli occhi. Da piccolo Brandon aveva questo dubbio amletico: perché Ariel non ha i capelli rossi come la sirenetta?

Grace ridacchia ascoltando la nostra conversazione in silenzio. Dopo esserci insultati a vicenda per bene, io e Brandon decidiamo di mangiare la torta e da lì parte una lunga conversazione con tanto di 'Ti ricordi quando...?'

Dopo una cena così abbondante mi sento come se stessi per scoppiare da un momento all'altro. Mi siedo sul divano con le mani sopra la pancia per sorreggere il peso del cibo come farebbe una di donna incinta col proprio bambino.

"Zia perché mi hai fatto mangiare così tanto?" Grace mi guarda divertita, intanto prende il telecomando e cambia canale. Noto delle foto attaccate sul muro sopra la televisione e mi alzo incuriosita. Comincio ad osservarle e una foto, attira particolarmente la mia attenzione: Brandon e un altro bambino abbracciati, avranno avuto sui 12 anni. Il volto dell'altro bambino mi sembra familiare ma per quanto mi sforzo a ricollegarlo ad un nome non ci riesco.

"Ma, io esco un attimo" Brandon prende le chiavi della macchina sul tavolo e si incammina verso la porta.

"Dove vai?" lo interroga Grace.

"A prendere David, non ha la macchina"

"Come mai?"

"Problema con i freni, non ho capito bene"

 10.15 A.M.  Day 2

Verso lentamente il caffè sulla tazzina quando suonano alla porta. Faccio un leggero balzo per lo spavento e mi faccio rovesciare il liquido caldo sulla mano.

"Aaa" ci soffio sopra per poi aprire il rubinetto. 'Perché Brandon non va ad aprire?'

Al secondo tentativo decido di andare a chiamarlo.

"Brandon!"

"Ariel vai ad aprire" mi risponde dal bagno " E' un mio amico, 2 secondi e ho fatto"

"Dai" sbuffo. Odio aprire la porta a casa degli altri "Sbrigati!"

Scendo le scale soffiando ancora sulla mano. Aspetto altri 3 secondi prima di agire nella speranza che Brandon si faccia vivo. Dopo il terzo tentativo, ci rinuncio e decido finalmente di aprire la porta.

Dall'altra parte, l'amico di Brandon mi guarda come se stesse cercando di capire qualcosa che non gli è tanto chiara. Corrugo la fronte e lo osservo a mia volta ma prima ancora di realizzare il tutto lo sento parlare.

"Brandon" guarda dietro le mie spalle "Che ci fa la ragazza che stavo per investire a casa tua?" Mio cugino, che sta finalmente scendendo le scale, distoglie l'attenzione dai bottoni della camicia.

"Era lei la tipa pazza che correva con la valigia?" lo sento ridere.

"Descrizione interessante" mi intrometto.

"Descrizione azzeccata" replica il ragazzo.

"Ebbene si, quella tipa pazza è mia cugina"

L'amico di Brandon si lascia sfuggire una piccola risata e non posso fare a meno di notare le fossette agli angoli della bocca. 'Carino'

"Andiamo a prendere la macchina che tua cugina ha rovinato?"

Ripenso alla conversazione di Grace e Brandon di ieri e ricollego tutto.

Poi la foto sul muro, ecco perché quella faccia mi sembrava familiare. 

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