1-La partenza

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*toc toc* sentì bussare alla porta della mia cameretta, era il 12 giugno ed era appena finita la scuola; guardai l'ora sulla mia sveglia: le 9.30, troppo presto per i miei gusti. La voglia che avevo di alzarmi era pari allo zero, odiavo separarmi dal mio letto caldo per affrontare la giornata, nonostante fossi andata a dormire presto.
Ad un certo punto sentii un rumore di passi intensificarsi sempre di più

«Elison! Muoviti che facciamo tardi!» la voce di mio fratello Yuri era inconfondibile, oltre che insopportabile. Era entrato addirittura in camera mia senza aver bussato. Il solito rompi palle.

«Altri cinque minuti Yuri ti prego! Poi vengo, promesso» gli risposi rimboccandomi le lenzuola

«Eh...e va bene, però poi devi sbrigarti a vestirti intesi?» disse con un tono alquanto irritato. Effettivamente eravamo un po' in ritardo...

Di malavoglia scesi giù dal mio comodo giaciglio e cominciai a prepararmi. Mi lavai i denti, la faccia e le mani; mi misi un paio di shorts blu e una canotta nera. Non avevo ne la voglia e ne il tempo di truccarmi, sapendo che durante il viaggio mi si sarebbe sbavato tutto.

Dopo avermi messo un filo di crema idratante almeno per mimetizzare il mio aspetto da morto vivente, scesi in cucina per fare colazione. Era tutto pronto per partire e i miei genitori stavano facendo un ultimo inventario. Mia madre mi vide e mi venne incontro, sorridendomi come era solita fare. Aveva sempre il sorriso stampato sulle labbra, nonostante le difficoltà che aveva passato. Peccato che io non ripresi la sua solarità...

«Buongiorno tesoro!» urlò abbracciandomi e riempiendomi di baci

«Ciao mamma...» le dissi cercando di essere il più dolce possibile.

Mi diressi verso il tavolo apparecchiato e iniziai a ingozzarmi di biscotti. Con la bocca piena chiesi a mio padre, che era concentrato a studiare il tragitto sul navigatore, a che ora avremmo avuto l'imbarco.

«Verso le 14.00 dobbiamo stare sulla nave... siamo già in ritardo sulla tabella di marcia!! Muovetevi voi due» ci disse in tono severo, quasi sbuffando. Mio padre era piuttosto burbero e credo di aver ripreso da lui.

Eh già, dopo nove mesi di scuola, di rotture di scatole e di stress avevamo deciso di fare una bella crociera su una nave Costa. Non ci saremmo solo andati noi della famiglia, ma si sarebbero uniti anche la band dove attualmente suona Yuri e due suoi amici. Li avevo visti una volta, ma non ricordavo molto bene le loro facce e neanche i loro nomi.

Sinceramente, anche se amavo viaggiare, l'idea di trascorrere del tempo senza vedere i miei amici mi dava fastidio. La mia estate senza di loro non poteva essere definita estate.

Dopo aver mangiato e spazzolato tutto prendemmo tutto il necessario e ci dirigemmo verso la macchina per recarci a Genova, dove si sarebbe effettuato l'imbarco.

«Sono sicuro al 100% che ti divertirai» disse mio fratello guardandomi con malizia

«Speriamo...» credeva che facessi una strage di cuori, cosa altamente impossibile. Chi si sarebbe impegnato con una ragazza arrogante come me?

Saliti in macchina nostro padre accese la radio per ascoltare le notizie sul traffico e nostra madre si mise a leggere uno dei suoi tanti libri, dopo essersi seduta al posto davanti. È una grande lettrice, i suoi romanzi preferiti erano i gialli, a differenza sua io li odiavo. Preferivo più che altro il fantasy oppure gli horror.
Io e Yuri ci sedemmo sui sedili posteriori.

«Come farò per 12 giorni senza la mia "piccola"!?!?» brontolò mio fratello.

Per "piccola" intendeva la sua amata chitarra a cui teneva tantissimo, l'aveva chiamata BillieJ in onore al cantante  dei green day. A sì dimenticavo... Noi adoravamo quel genere di musica. Diciamo che il punk ci scorreva nelle vene.

«Ce la farai fidati di me, non muori mica!» la sapevo suonare anche io, ma lui mi aveva vietato di toccarla senza il suo consenso. Mi aveva preso per incapace... Idiota

Quando partimmo mi misi le mie cuffiette e iniziai ad ascoltare un po' di musica. Selezionai la mia playlist rock e punk. Mi addormentai poco dopo, seguita da mia madre. I suoni della chitarra e del basso mi rilassavano da morire, nonostante avessero un ritmo veloce.
Mi risvegliai a 15 minuti dall'arrivo, avevo dormito tantissimo e ciò non era da me. Il mio telefono si stava scaricando a forza di ascoltare canzoni. Era anche ora di cambiare batteria, che oramai stava esplodendo.

«Chiamo la band per vedere a che punto passano, almeno così ci imbarchiamo insieme».

Annuii spossata, ero distrutta nonostante avessi dormito per 4 ore di fila. Arrivati al porto papà parcheggiò la sua GLC nell'apposito posto, prendemmo le valigie e ci dirigemmo al check point. A me era toccata una fra le più pesanti. Fantastico.
Aspettammo circa un'ora prima di salire sulla nave, nel frattempo arrivò la band di mio fratello al completo più gli altri due amici. Da lontano sembravano una banda di sbruffoni altezzosi. Lo notai nel modo in cui camminavano.

«Elison, vieni qui che te li presento!» in realtà non avevo tanta voglia di conoscerli, ma mi avvicinai lo stesso per farlo contento e per sembrare una ragazza socievole, cosa che in realtà non sono

«Hey ciao! Tu dovresti essere Elison, piacere io sono Francesco» mi disse un ragazzo della band: non era molto alto, aveva i capelli castani corti ai lati e più lunghi al centro.

Aveva un fisico asciutto e delle braccia possenti, credo fosse il batterista. Ma la mia intuizione non poteva definirsi una certezza. Dopo di che mi si avvicinò un altro ragazzo e mi porse la mano

«Piacere Edoardo» mi disse stringendomela. Era un tipo piuttosto smilzo... le mie cosce in confronto alle sue erano il doppio e ciò non faceva che abbassare la mia autostima.

L'altro membro della band era girato di spalle; era leggermente più in forma degli altri e quando si girò rimasi di stucco. Era molto bello: aveva gli occhi verdi e i capelli lisci, poco più corti di Yuri, tinti leggermente di biondo. Notai dalla scollatura a V della maglia  sbucare un tatuaggio sul petto... c'era scritto " wish you were here". Era un chiaro omaggio ai Pink Floyd. Ok... come gusti musicali c'eravamo.

«Ciao Elison! lieto di conoscerti... io mi chiamo Riccardo, ma puoi chiamarmi anche Rick» mi disse facendomi l'occhiolino. Si stava prendendo un po' troppa confidenza... Le cose dovevano essere fatte con la calma, ma questo lemma non faceva parte del suo vocabolario

Sorrise... il suo sorriso era perfetto e riuscì a sciogliermi un po'. Ricambiai il saluto, ma arrossii...me ne ero accorta perché mi sentii avvampare. mi sentivo un po' in imbarazzo.

Gli altri due si facevano chiamare "The Crookids", nome alquanto banale. Uno si chiamava Matteo, un tipo piuttosto bruttino, ma all'apparenza simpatico, l'altro invece si chiamava Lorenzo. Rimasi subito colpita dalla sua bellezza

A prima vista mi sembrò molto brusco; mi salutò con un cenno del capo, stava fumando e senza togliere la sigaretta dalla bocca mi disse il suo nome. Già da subito quel ragazzo suscitò in me curiosità... avevo voglia di conoscerlo meglio.

Era il più alto del gruppo e il più muscoloso, aveva i capelli di un rosso ramato e gli occhi marrone chiaro ed erano magnetici.

Aveva due tatuaggi sul dorso delle mani... due triangoli. Non riuscii a capirne bene il significato, forse si trattava di un richiamo agli illuminati. Le labbra erano molto sottili ed erano serie. Alla fine della presentazione mi rivolsi a Yuri in disparte

«Fra... hai degli amici bellissimi... Tu sei l'intruso lì in mezzo!» dissi sottovoce per poi scoppiare a ridere.
Yuri mi diede una gomitata celestiale per poi girarsi e prendere la via del ponte di imbarco, seguito da tutti noi, me compresa.

Era la mia quinta crociera su una Costa... Tutto sommato non vedevo l'ora di viverla fino in fondo.

EMBRACE YOUR LOVE || Riccardo RidolfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora