Capitolo 4: Prometto di schiaffeggiarmi

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Lentamente la porta si aprii. Io ero immobile, aspettando di sapere chi fosse. Mi sembrava di essere in una tipica scena di un film horror. Vidi una bassa figura affacciarsi da dietro la porta e cercarmi fino a quando non incontrò il mio sguardo

<<Ei papà>> lo guardai con un viso strano.

Lui spalancò la porta per far in modo di poterla attraversare. <<ciao dolcezza, ti sei sistemata?>> mi chiese, sedendosi sul materasso del morbidissimo letto, che sprofondò sotto il suo peso.

<<ma staremo qui solo una notte. Non ho bisogno di sistemarmi>> gesticolai con le mani mentre mio padre si sedeva ai piedi del letto.

<<tesoro, a proposito di questo>> si schiarì la voce <<io e tua madre abbiamo deciso di rimanere qui fino a

Quando non troveremo un altro posto in cui stare>> mi disse nonostante le mie orecchie non volessero sentirsi dire quelle parole.

<<Cosa?>> chiesi, mi sembrava di aver sentito qualcosa che non poteva essere vero.

Non volevo stare nella stessa fottuta casa di quel cane bastardo. No! No! No!

<<Quanto pensi che staremo qui?>> chiesi con tutta la calma che potei, facendo finta che River non esistesse.

<<Non lo so, potrebbero essere due settimane come due mesi, dipende dalla fortuna che avremo>>

Oh no!

DUE MESI!!

Sotto lo stesso tetto del testa di cazzo? Mi stava prendendo in giro? Non ce la potevo fare.

Intrecciai le braccia sul petto e piegai le spalle come se fossi una bambina capricciosa, facendo il muso a mio padre.

<<Non possiamo stare in un hotel?>> Mi sorpresi da sola sentendo uscire quelle parole dalla mia bocca, come ho già detto, odio gli Hotel. Ma viste le circostanze, correrei a rifugiarmi in un albergo, preferivo dormire con un cane piuttosto che stare lì.

<<perché vuoi dormire in un albergo quando possiamo restare qui senza neanche pagare?>> accigliò le sopracciglia.

<<Guardati intorno Lea, tutto questo è…>> mi girai osservando la stanza con occhi arrabbiati. Mio padre parlava a proposito della casa come se fosse la cosa più bella che gli fosse mai accaduta. Non potei fare a meno di ridacchiare tra me e me.

<<Okay papà>> gli dissi, dandogli una pacca sulla spalla mentre i suoi occhi vagano per la camera.

<<ora smetti di sbavare>>

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Quella notte – anche se odio ammetterlo – dormii come una bambina. Avevo dormito con il ginocchio arricciato al mio petto, la guancia sul cuscino. Quella era la miglior dormita che abbia mai fatto in tutta la mia vita. Il materasso sofficissimo mi cullava il corpo , sembrava che stessi dormendo su una nuvola. La coperta mi riscaldava da far invidia. Semplicemente perfetto. Non mi ero mai sentita meglio svegliandomi alle sette, purtroppo però la felicità improvvisamente scomparì dalla mia testa.

Oddio la scuola!!

Spinsi la coperta verso i miei piedi, scoprendo le braccia e gambe. Venni istantaneamente illuminata dal sole che proveniva dalle tre mega-finestre. Sospirai con amarezza: ho sempre amato la scuola, ma odio le persone che ci stanno dentro (tutti tranne Marissa). Da una parte però ero contenta, mi piace molto studiare.

Saltai giù dal letto, allegra, quando le piante dei miei piedi toccarono la moquette morbidissima, mi sentii in paradiso. Mi avvicinai al balcone sorridendo. Non mi ero mai affacciata dal balcone, non ne avevo mai avuto uno. Mi avvicinai alla finestra e girai la chiave per aprire il vetro. Istantaneamente, dopo aver sbloccato la porta, uscii. Raggiunsi  la ringhiera e chinai la testa in avanti per guardare oltre gli acri di giardino sotto di me.

Mr Popular and I - Versione in ItalianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora