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Meno male, non mi ha riconosciuto, lavora qui, lo sapevo che era il miglior locale.

«Scusa, ma noi non ci conosciamo?»

Ecco, come non detto, ora si ricorderà della commessa pervertita.

«Eh sì, sono la commessa che la voleva violentare, cioè che l’ha servita, mi scusi, un’altra

figuraccia.»

«Allora, che vi andate a vedere?»

Arizona, non dirglielo, ci prenderà per matte, guardami per favore, no, ecco, è troppo tardi. «Madagascar 2.»

«Wow! Anch’io vado al prossimo orario, allora ci andiamo insieme se vi va.»

«Per noi va bene.»

E io che mi preoccupavo che ci prendesse per matte, alla fine tutti vogliono essere un po’ bambini.

«Allora ci vediamo fra un po’ all’entrata»

«Ok, a dopo. Scusa, ma non so ancora il tuo nome...»

«Matt, e voi?»

Matt cliente super figo che non guarda le commesse sfigate alto moro occhi marroni fisico normale ma un’eleganza unica.

<<ci siete?>>

«Si, io Arizona, lei Betty.»

«Ciao.»

«Ciao.»

«Betty, ci pensi? Poco fa me lo sognavo sotto la doccia e ora ci andiamo al cinema, avrà pensato

che ho pensieri erotici su di lui?»

«Può essere, ma non pensi a John? Non ti ho mai vista così.»

«Lo so, ma è più forte di me. Mi va di conoscerlo, mica ci devo per forza andare a letto, alla prima occasione gli dirò che sono sposata, dai non fare

così.»

«Ok.»

Mamma mia, quante storie perché ho accettato di andare al cinema, mica siamo soli, ci saranno un centinaio di persone, luci spente, la sua mano sulla mia gamba, oddio, a cosa penso? Forse ha ragione Betty, non dovevo accettare, ho troppi strani pensieri, meglio che lei non li sappia.

«Arizona, Arizona, allora andiamo?»

«Dove scusa?»

«Ma a cosa pensavi?»

«Pensavo all’esame ho un po’ di paura perché non ho ancora finito di organizzare un evento immaginario.»

Aiuto, ho mentito alla mia migliore amica, dai Arizona, è solo una bugia innocente infondo non è tutta una bugia.

«Matt, eccoci è tanto che ci aspetti?»

«No, no, sono appena arrivato. Entriamo.»
«Arizona senti, non ti dispiace se ho portato un amico?»

«No.»

«lui è Alex loro sono Arizona e Betty»

Arizona «piacere»

Betty «piacere»

Alex «il piacere è tutto mio»

Ci sediamo io sono finita vicino a lui, ho la bocca asciutta, mi sento un peso al torace, ho la testa che mi gira con tutto che sono seduta, oh mio dio, è la sua mano che mi sta sfiorando, cosa faccio, la lascio lì o la levo? Forse è meglio che la levi… oooo sta scendendo, ora lo fermo! E come faccio? Mi sta toccando così bene, ma cos’ho? Non ho mai fatto niente, mai nessuno oltre a John mi ha toccato lì e da nessun’altra parte, anche se a dire la verità quando eravamo fidanzati ebbi una storia segreta con un ragazzo di Matera più grande di me, uomo caldo, in tutti i sensi, peccato
per la distanza… però come tocca bene, mi sto bagnando, wow che fa? Mi mette la mano proprio sotto le mutandine e sì, mi piace, sto ferma o mi alzo? Mi piace troppo poi se gemo… speriamo che nessuno se ne accorga. Però, il tipo ci sa fare… mi dà la mano, non vorrà mica che io… faccia lo stesso? Mi sta sussurrando all’orecchio, mi vuole far impazzire, ma non vede che siamo al cinema con un centinaio di persone? Stringo la mia mano alla sua, sto impazzendo dal piacere, che fa si ferma? mi lascia a bocca asciutta?

I titoli di coda è finito il cartone è finito anche il mio piacere mi ha lasciata accaldata.

«È stato un bel film carino e divertente, vero,

Arizona?»

«Sì»

«Ma che hai? Sei tutta rossa.»

«Niente, solo un po’ di caldo» non mi trattengo e scoppio a ridere.

Che risata isterica, speriamo che Betty non se ne sia accorta, oggi 10 gennaio 2007 mi sono fatta toccare in un cinema da uomo che conosco poco anzi per niente, ero una di quelle che diceva io mai tradirò, invece l’ho fatto anche con uno sconosciuto, mi rendo conto che non si può dire io non lo farò mai perché nella vita mai dire mai tutto può succedere.

«Ragazzi, ora vi dobbiamo salutare allora, grazie per la compagnia, ci si vede.»

«Sì, anche noi dobbiamo andare. 

Ciao, alla prossima.» «Arizona.»

«Sì, Matt?»

«Ciao.»

«Ciao.»

«Matt?»

«Sì, Arizona?»

«…»

«Cosa?»

«Grazie, sono stata bene, anche se mmm»

«anche se?»

anche se mi hai lasciato a bocca asciutta e tutta accaldata, eccitata vorrei portarti a casa con me per finire quello che avevi iniziato, questo è quello che avrei voluto dirgli ma invece non avevo aperto la   bocca lo salutai con un cenno e andai verso la mia amica.

Silenzio fino alla macchina, se guardassi Betty negli occhi si accorgerebbe di tutto, non riesco mai a nasconderle niente, neanche quando eravamo piccole e mi mangiavo una caramella di nascosto, mi scopriva sempre e non ho mai capito come faceva.

«Come sei silenziosa, Arizona, non è da te, cos’hai?»

«Niente, sono solo stanca.»

«Ti devo ringraziare, mi sono divertita. L’amico di Matt è simpatico, ci siamo scambiati i numeri di
telefono.»

«No! Il telefono, porca miseria!»

«Non volevi che gli dessi il mio numero? Scusa.» «No, è che mi sono scordata di riaccendere il mio telefono, e di sicuro John mi avrà chiamata, tutto qua, sono contenta che vi siete scambiati i numeri.»

«Ah! Ok, dai sali che andiamo.»

Meno male che sono riuscita a trovare una scusa subito, altrimenti non avrei saputo come giustificare quell’uscita. Uffa, come ho fatto a non pensarci? Forse è meglio così, l’ho visto un paio d’ore in un cinema e mi ha fatto girare la testa, pensa se lo rivedessi da sola. Be’ però, a pensarci bene…

«Allora ciao, Betty, ci sentiamo domani, dopo la lezione un bacio.»

«Un bacio a te.»

Casa dolce casa, sono stanchissima, mi appoggio

sul divano due minuti e poi mi alzo per mettermi il pigiama.




Mai dire MaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora