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Mi risveglio e trovo del cibo, poco invitante davanti a me. <Buongiorno eh> dice Louis guardandomi. Gli sorrido <Buongiorno>. Guardo l'ora sull'orologio posto sul muro davanti a me e vedo che sono le 8.30 di sera. Mi sforzo di mangiare questo fottuto cibo solo perché mi sento decisamente debole. Entra il dottore e guarda dal monitor non si sa cosa. <Mi scusi, posso alzarmi e andare nella stanza accanto?> lo guardo con gli occhi da cane bastonato, mi sento idiota però ho bisogno di vederla. Il dottore annuisce e mi aiuta ad alzarmi insieme ad Ian mentre Thomas e Louis sono andati in hotel dove poi Ian li raggiungerà. Apro la porta nel momento in cui la apre qualcun altro. Vedo Aleksia e la vedo abbastanza distrutta. <Dylan> dice guardandomi e abbracciandomi. <Sono passata ieri ma non ti eri ancora svegliato. Come ti senti?> mi dice lei con un leggero sorriso. <Debole. E lei?> dico sentendo le parole morirmi in gola. <È in coma. Però non si sveglia, cioè non capisco. Ha avuto un grosso trauma cranico ma l'intervento è andato bene. Io, penso che lei abbia bisogno di te>. È la seconda volta che lo sento oggi. Il senso di colpa mi cade addosso, è colpa mia. Non dovevo distrarmi dalla strada. Ian mi accompagna a sedere mentre Bella si alza lasciandomi il suo posto. <Sono felice che tu stia bene> dice senza guardarmi per poi andare a rifugiarsi da Ian. Mi lasciano solo. Ed è li che crollo, guardandola. È incredibilmente bella, ma così appesa ad un filo. È pallida, un tubino per aiutarla a respirare. L'unico rumore nella stanza è il suo cuore, attraverso quella maledetta macchina. I capelli tirati indietro e una parte rasata dove si nota una cicatrice. Le accarezzo il viso prendendole la mano. <Mi dispiace, Margot. Io non so cosa fare. Io ti prego Margot, torna da me. Io sono tornato per te e ho bisogno che tu lo faccia per me. Margot è colpa mia, è vero. E sono un egoista a chiederti di tornare per me. Ma ti prego, fallo. Se non per me, per tua madre,  Bella e Aleksia> piango. Lacrima dopo lacrima, salate e piene di colpa. Urlo, letteralmente. Poi mi accascio sul suo braccio, stanco. Mi sento che l'unica cosa bella della mia vita sta sfumando, mi sta scivolando dalle mie mani. E io ne sono l'unico colpevole. La guardo e sento la sua mancanza, come se il mio corpo sentisse la dipendenza che si è creata piano piano. Perché non si sveglia? I miei pensieri vagano per un tempo lunghissimo fino a quando non vengono interrotti da delle voci. Mi volto e vedo dalla parete delle ombre al di la. Mi alzo un po' titubante, ho ancora un affare attaccato ad una flebo. Il dottore mi ha levato tutto ma questa cosa è obbligatoria. Tento di non fare rumore e guardo Margot che se ne sta li, senza dare segni di vita. Mi appoggio e sento che queste due persone parlano piano. Riconosco mio zio Karl, si è lui. E l'altra sembra proprio la madre di Margot. <Karl ti rendi conto di cosa hai fatto?> dice lei piangendo a lui. <Tu mi hai detto di fare qualcosa, non provare a dare la colpa solo a me> risponde lui. Vedo lui andarsene e sua madre si mette le mani sui capelli. Torno seduto vicino a Margot. Qui c'è qualcosa che non va e io lo so. Un pensiero mi entra in testa ma sembra troppo assurdo. Eppure qualcosa mi fa credere sia vero. Io e Margot abbiamo sempre avuto problemi. Ci siamo separati due volte più questa. La prima, io sono andato a New York perché Scott mi ha detto che mio zio mi voleva li per Julia, ma effettivamente Julia non era peggiorata ma migliorata. La seconda volta la mamma di Margot mi ha mandato via, dicendomi che ci sono cose che ci potrebbero lasciare separati per sempre. E ora la mamma di Margot da la colpa a mio zio di un qualcosa che ha fatto, che hanno fatto. Perché mi sembra che tutto questo sia collegato? Perché penso che quei due non ci vogliano insieme? Mi sembra esagerato però, portarci ad un incidente. Non può essere, forse sto sclerando. Ma investigherò, di quello ne sono sicuro. Riprendo la mano di Margot. <Lo scoprirò per te, ti prego torna da me. Margot ti amo> dico guardandola e lasciandole un bacio sulle labbra e uno sulla fronte. Sento qualcuno aprire la porta e vedo la mamma di Margot. <Dylan, come stai?> dice venendomi incontro e stringendomi per un secondo in un abbraccio. <Debole> dico. Lei mi guarda, ha un'intensità negli occhi. Sembrano quasi quelli di Margot, penso che abbi preso proprio da lei gli occhi cristallini. <Mi dispiace> queste due semplici parole mi fanno capire che forse, i miei pensieri non sono del tutto sbagliati. <Mi scusi signor O'Brien, deve tornare in camera. Deve stare qui ancora due notti per i vari controlli e poi può tornare a casa> dice il dottore che prima mi ha aiutato. <Arrivo> dico prima i riposare lo sguardo sulla ragazza che mi ha rubato l'anima, il cuore e la vita. Non può finire così, non può. <Margot io ti prego, dimmi che mentre torno di la, mentre dormo tu ti sveglierai. Perché io ho bisogno di sapere che tu ci sei e che stai bene> le do un bacio e faccio un cenno alla madre. Ho ancora gli occhi pieni di lacrime e quando mi rimetto a letto non riesco a smettere di vederla così, quasi morta. E il pensiero che mio zio e sua madre centrino qualcosa si fissa, si ostina a farsi sentire nella mia testa. Prendo il telefono che ho scoperto di avere e che Ian mi ha messo in carica in caso avessi bisogno di lui. Lo prendo e me lo giro tra le mani. Vedo nello sfondo una foto di me e lei. Ricordo quando l'abbiamo fatta. Eravamo andati a mangiare stranamente al mc, e poi eravamo da lei distesi sul divano. Io volevo farle una foto e lei mi ha baciato, così ho scattato la foto. Sblocco lo schermo mentre un'altra lacrima vuole uscire ma decide di non farlo. Come se quell'urlo avesse levato da me ogni forza, ogni lacrima. Come se l'urlo avesse tirato su un muro, un muro vecchio che solo lei riusciva ad abbattere. Lo schermo si sblocca e appare la foto sensuale che le ho fatto. Aveva una mia maglia e le sue mutandine in pizzo nere, io le ho palpato il culo e le ho fatto la foto. Sorrido al pensiero, che però viene rimpiazzato dal suo viso sciupato, dal rumore del cuore proveniente dalla macchina, dal tubo per respirare. Dalle flebo, da tutti i tubi sulle sue vene. Mi costringo ad andare affondo a questa storia. Digito il numero che mi risponde subito. <<Dylan tutto okay?>> dice Thomas con la voce assonnata. Mi rendo conto solo ora che è mezzanotte e che sono rimasto con Margot per ore. <<Si, scusa. Ma penso che ci sia qualcosa che non va. Penso che qualcuno stia provando a separare me e Margot>>

Nuovo capitolo solo per voi, che succederà?
Vi amo, notte 💋

||All monster are human 2||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora