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Mi abbasso per guardarla, e il mio cuore inizia a pompare. Forse un miracolo, forse un miracolo..
<Margot oddio> mi abbasso e in uno strano modo la bacio. Lei si è svegliata, lei forse mi ha sentito io non lo so. Grazie, grazie a qualsiasi cosa, persona che lassù lo ha reso possibile. <Come ti senti?> le dico prima di premere il pulsante sul piccolo aggeggio per chiamare l'infermiera. Scendo dal letto e la guardo prima di ribaciarla. Dio mio, quanto mi è mancata. <Ho un forte mal di testa. Che giorno siamo? Quanto è passato?> dice lei provando ad alzarsi. La porta si apre e l'infermiera la guarda come se fosse un miracolo, forse lo è. <25 giorni, Margot è natale> le dico e lei mi guarda stupita. <Sul serio?> sembra ci sia rimasta quasi male. <Il dottore deve farle delle visite> dice l'infermiera invitandomi stronzemente ad uscire. Annuisco e sbuffo. Appena fuori dalla porta vedo la mamma di Margot arrivare e la avviso che si è svegliata. <Sul serio?> dice lei e piange. Stronza sentiti in colpa, giuro che se scopro che è stata lei, prendo Margot e la porto via da tutta questa merda. Esce l'infermiera e io e sua madre entriamo. Si abbracciano e piangono e io non posso fare a meno di notare il fatto che mi senta nettamente più leggero. Come se un peso di fosse levato, guardo sorridere il mio angelo e sorrido anche io. Mi avvicino a lei e le stringo la mano e lei mi guarda.
MARGOT'S POV
Mi sembra di essermi svegliata da un brutto sogno, un incubo. È natale, wow. 25 giorni sono tantissimi, io non so neanche in che condizioni posso essere. Non ricordo molto, ricordo Dylan che mi chiede di andare a vivere insieme e poi il buio. Ho sognato, lo so. In questo arco di tempo ho sognato di non risvegliarmi più ed è stato così difficile tornare a respirare che quando l'ho fatto non me ne sono neanche resa conto. Mi sono sentita al sicuro e quando ho sentito le parole di Dylan mi si è sciolto il cuore, si perché io le ho sentite. L'infermiera mi fa dei controlli dicendomi che domani mi faranno tutti gli esami. In tutto questo sono ancora a New York, incredibile. Si apre la porta e la chioma di mia mamma si fa spazio nella stanza. Noto subito che è uno straccio, chissà cosa ha passato, che poi pensandoci io sarò presa peggio. Mi abbraccia e il suo calore mi fa sentire a casa, come se per una caterba di tempo sia stata nel gelido inferno. Intravedo poi Dylan che guarda mia madre con disprezzo ma poi guarda subito me. Quando i nostri occhi si incontrano, dimentico il grande mal di testa e l'ospedale. Ogni volta è così, lo sarà sempre. Si avvicina e mi prende la mano. <Margot, dio. Stavo così male> dice mia madre guardandomi e mettendosi a piangere. <Buongiorno, vorremmo provare a dare del cibo solido a Margot, ci date un secondo?> Dylan e mia madre si spostano un attimo mentre l'infermiera porta un carellino con della carne e del pure. Mi viene da vomitare solo a pensarci. <Lo lascio qui, in caso ti venga fame. Sono le 7 di sera potrebbe salirti> dice lei sorridendomi. <Mi scusi, posso prendere del cibo giù e portarlo in stanza con lei?> dice mia madre e l'infermiera risponde annuendo. <Torno subito, Dylan vuoi qualcosa? Un toast, un panino?> chiede lei gentilmente. <No tranquilla, grazie mille>. Mia madre se ne va e lui si distende cautamente vicino a me e mi abbraccia. <Pensavo di aver rovinato tutto> mi dice all'orecchio ed è li che mi si riempie il cuore. Chissà come è stato lui. <E tu? Cosa hai avuto?> gli chiedo. Mi guarda e sorride. <Coma per 2 settimane, la prima cosa che ho fatto quando mi sono svegliato è stato cercarti. E da li sono sempre qui, ormai 7/8 giorni. Ho dormito spesso qui> dice indicando un 'semi letto'. <Lo hai fatto davvero?> lo guardo e lui sorride annuendo. <Ho chiesto per Natale te, ed è un miracolo Margot> dice guardandomi. La verità di queste parole mi stringe il cuore. <Però ho scoperto tante cose, che ti dirò quando usciamo di qui. Non sono importanti. Ora è più importante che tu ti senta meglio> dice lui. Lo bacio, dio quanto mi è mancato. <Puzzi> dice ridendo e io arrossisco. <Stronzo>. Arriva mia madre che ha preso un toast a Dylan lo stesso e lui la ringrazia. Facciamo una specie di ''cena di natale'' anche se io non mangio. <Chiamo Thomas> dice Dylan, <Tanto sono tutti a dormire da Ian, sai le solite feste> dice lui. Mi mancano un sacco gli altri. E Bella, Aleksia e Laura. Oddio se mi mancano, anche Cameron e Nash, mia sorella, mio padre. <Ma e la piccolina?> dico io riferendomi a mia sorella. <È tornata ieri a Londra, è dalla nonna. Domani gli chiamiamo>  dice lei mangiando. Dylan compone il numero e Thomas gli risponde subito perché comincia subito a parlare. <<Thomas, metti in vivavoce>> anche lui fa lo stesso. <<Ciao ragazzi>> dico e subito sento un mutismo assurdo. <<Margot>> riconosco Aleksia, si è lei. <<Mi sono appena svegliata>> rispondo. Sento un urlo da parte di tutti e mi si colma il cuore di gioia ormai per la centesima volta oggi. <<Come stai? Dio Margot>>. Parlo un po' con i miei amici e poi chiudono. Mi sento incredibilmente stanca e scopro che Dylan non potrebbe stare qui con me, ma ha chiesto all'infermiera se per Natale può fare un eccezione, dio quanto lo amo. Si stende accanto a me e io cado in un sonno profondo

Buonasera, ecco il capitolo. Finalmente si sveglia, fa un po' schifo ma è un po' un capitolo di "transizione" anche se è importante il momento in cui lei si sveglia.
Vi amo, notte 💋
-Ani💘

||All monster are human 2||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora