Occhi di ghiaccio

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Hermione.
Camminavo per i corridoi, diretta verso il lago nero.
Era venerdì pomeriggio, quindi ero completamente libera.
Girai l'angolo e mi scontrai con qualcuno.
Finii a terra, dolorante.
"Scusa, non ti avevo visto" biascicai, massaggiandomi la testa.
Mi rialzai.
"Ah, sei tu" aggiunsi, sprezzante, vedendo la persona che avevo davanti.
Draco Malfoy, ghignò, squadrandomi.
"Granger, certo che sei una persecuzione!"
"Non è colpa mia se stai sempre in mezzo a rompere le palle, Malfoy" risposi.
Non avevo voglia di litigare con nessuno, ma lui era Malfoy, e faceva eccezione.
Non gliel'avrei mai data vinta.
"Da quando usi questo linguaggio, Granger?" Sogghignò lui.
"Da quando un furetto rompipalle mi perseguita" risposi, secca.
"Come mi hai chiamato?" Chiese avvicinandosi, minaccioso.
Io rimasi dov'ero.
Non avevo paura, non di lui.
"Furetto" ripetei "furetto platinato" lo beffeggiai.
"Attenta, mezzosangue" mi disse, guardandomi disgustato "non ci metterei niente a lanciarti una fattura."
Sussultai.
Da quando ci eravamo scontrati, non mi aveva mai chiamata mezzosangue.
Beh, fino a qual momento.
"Non ho paura di te, Malfoy" dissi guardandolo negli occhi.
Grigi, di ghiaccio.
Un mare in tempesta.
Bellissimi.
Mi ero incantata a fissarli.
Per mia fortuna, non se ne accorse.
"Certo" ribattè lui "io sono la Granger, la secchiona cocca dei professori che non ha paura di niente" disse, facendomi il verso e riportandomi alla realtà.
Mi infuriai.
"Spostati, Malfoy"
Lo scansai, rossa di rabbia, e mi allontanai a grandi passi, lasciandolo solo con un ghigno stampato in faccia.
Che faccia tosta!
Sbuffai.
Mi aveva fatto passare la voglia di uscire.
Così, mi diressi  verso il dormitorio e mi buttai sul letto.

Draco.
Che palle, la Granger.
Si, d'accordo, era davvero bella quell'anno, ma sempre scontrosa e acida.
Non la sopportavo.
Ero seduto sulla mia poltrona preferita accanto ad fuoco scoppiettante, nella sala comune dei serpeverde.

"Tutto bene, Dracuccio?"
Una voce stridula mi fece alzare gli occhi.
Sbuffai.
Se c'era qualcuno che odiavo più della Granger, era Pansy Parkinson.
"Che vuoi, Pansy?"
"Perché mi tratti così?" Gracchiò lei "cosa ti ho fatto?"
"Vattene, Pansy"
"Draco" aveva gli occhi umidi
"N-non vuoi più stare con me?" Chiese "Cos...? Pansy, io e te non siamo mai stati insieme, adesso sparisci" ringhiai.
"Ma..."
"SPARISCI"
Pansy scappò via, piagnucolando.
Mi abbandonai completamente alla poltrona, sbuffando sonoramente.

"Tutto ok,  Dra?"
Blaise entrò nella sala comune
"Sì, si Zab. È che non sopporto la Parkinson"
"L'ho vista correre via piangendo, che è successo?" Chiese il mio amico.
"Niente di inportante" risposi.
Non mi andava di mettermi a spiegare.
"Beh, è ora di cena" annunciò Blaise "io scendo in sala grande. Vieni con me?"
Non avevo fame, ma mi alzai, e lo seguii fuori dalla sala comune senza dire una parola.

Sbocconcellavo un pò di pasticcio di carne, lanciando rapide occhiate al tavolo dei grifondoro.
La Granger rideva con quegli idioti dei suoi amici o si baciava con Weasley.
Questa cosa mi diede molto fastidio, avrei voluto volentieri alzarmi e tirare un pugno a Weasley.
"Smettila!" Pensai.
Ma evidentemente dovevo averlo pensato ad alta voce, perché Theodore Nott, alzò un sopracciglio e chiese:
"Cosa hai detto, Malfoy?"
"Eh? Niente, Nott. Niente."
"Sto impazzendo" pensai "la Granger non è nulla. Solo una mezzosangue zannuta."
Me lo ripetei fra me e me per tutta la cena, e alla fine riuscii a convincermi.
Ma allora, perché mi sentivo così?










ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti!
Ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia.
Siccome domani e dopodomani non aggiornerò di sicuro, colgo l'occasione per augurarvi un Buon Natale💗



Quel settimo anno - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora