CAPITOLO 1

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"Si mamma, te lo prometto"

"Sarah, fa la brava...prenditi cura di tua sorella. Anche se non lo dimostri, io so che le vuoi bene."

"Non lo so mamma...ci provo per te. Okay?"

"Si, amore. Ora vado...si è fatto tardi! Mi mancherai moltissimo. Io ti voglio bene, torneró Sarah. Solo una cosa! Non dire niente a nessuno, va bene? Neanche a papà, alla nonna, a tua sorella. Sarà un segreto, okay? Mio e tuo."

"Mamma, prometti che tornerai."

"Prometto Sarah. Prometto che torneró". Questa volta il suo tono era insicuro e io per un attimo ho avuto paura che non mantenesse la promessa.

Dopo qualche attimo di silenzio, peró, si riprese. E mi sussurró qualcosa...qualcosa che mi fece rabbrividire, qualcosa che non riusciró mai a spiegarmi. Qualcosa che non ho detto mai a nessuno.

***
"Mamma". Mi svegliai di soprassalto!

Un altro incubo. Quella donna se ne é andata tempo fa, ma è come se fosse ancora con me.

Il suo nome dopo quella notte non uscí piú dalle mie labbra e fa male sapere che Gemma non ricorda piú nulla di sua mamma e che ora pensa ad Ada come figura materna. Ada non è la donna che l'ha messa al mondo e non merita tutte quelle attenzioni. Non merita il nostro amore.

Guardo l'orologio e constato che é ancora troppo presto per alzarsi dal letto, sono solo le quattro del mattino. Cosí recupero il mio diario che deve essere caduto dal letto mentre dormivo e comincio a scrivere.

'La vita é strana, noi siamo strani.
Dovremmo alzarci la mattina pronti a lottare per i nostri sogni, pronti ad uscire unghie e denti per ottenere ció che vogliamo. Stare comodi sul divano a fare zapping tra i canali non é vivere, è esistere. La nostra vita, la decidiamo noi. Dovremmo essere pronti a colorarla ogni giorno con colori differenti, come piace a noi. E invece ci accontentiamo di vedere il dipinto già fatto. Allora siamo esseri inutili, stupide pedine di uno stesso gioco. Non diamo la possibilità alle giornate di essere migliori, forse stiamo sbagliando tutto...Non abbiamo ancora capito come si gioca.
È vero, non è facile, nel nostro cammino si incontreranno ostacoli che ci faranno venir voglia di mollare tutto. Ma la volontà d'animo consiste anche in questo, non é  molto più appagante vincere con la consapevolezza di essere stato forte?
Dobbiamo essere coraggiosi, dobbiamo farci valere. Cosa penseranno i nostri figli quando avranno in casa una mamma o un padre falliti?
Ecco Perchè penso che ognuno di noi debba realizzare il proprio sogno, per essere d'esempio e per essere felice. '

Finito di scrivere penso che posso anche alzarmi, la partenza è alle otto e sono le cinque meno dieci. Devo ancora fare la valigia. Si, sono una ritardataria assurda...ma non voglio cambiare. Va bene cosí.

Lascio il mio letto come Rose ha lasciato andare Jack nel fondo del mare e mi alzo definitivamente .

Prendo una valigia piú vecchia della prima registrazione di beautiful dall'armadio e ci infilo dentro quanti piú vestiti ci possono stare alla rinfusa.

Aspetta, ma quella è la mia vecchia maglietta con l'orsacchiotto. Vabbè , gliela metto pure.

*Ma è di quando avevi 11 anni!*

Ah, mi sembrava strano che tu non ci fossi. Comunque, per tua informazione, la porto per ricordo.

Lasciando perdere la mia coscienza, per ultima prendo Babby...la mia bambola. La guardo attentamente e esclamo"Oh, mia dolce e bellissima Babby...la tua presenza completa il mio mondo!" E non scherzo. Lei mi è sempre stata accanto: dal mio compleanno di 3 anni fino ad ora. È un regalo di mamma e io non posso starle separata neanche una notte.

A proposito di lei, se n'é andata quando io avevo solo 6 anni...e mi ha promesso che sarebbe ritornata.
Giuro, l'ho aspettata . I primi mesi l'aspettavo anche all'uscita di scuola e rimanevo delusa quando vedevo mio padre. Al mio compleanno dei 10 anni capii che non sarebbe venuta, e che tutto questo aspettare non sarebbe servito a nulla. Cosí avvenne il cambiamento.

Finito di fare la valigia mi resi conto che molte cose erano da lavare, per questo non le avevo aggiunte a quel groviglio di vestiti. Cosí scesi giú a fare la lavatrice e nelle scale incontrai mio padre con mia sorella Gemma. Che ci fa sveglia alle sei del mattino?

"Buongiorno Sarah" ottenne l'attenzione mio padre. "Buongiorno" risposi. "Buongiorno cretina" mi chiamò mia sorella. "Buongiorno peste malefatta"

Era il nostro modo di volerci bene.

In  lavanderia Invece incontrai Ada. " Buongiorno cara" mi salutó. Non le risposi, lei provava in tutti i modi a parlarmi almeno. Ma io non le rispondevo.

Lei ha contribuito a far scordare a mio padre della mia mamma, e io questo non glielo perdoneró mai.

Mio padre mi ha detto piú volte che lei ha una figlia di 4 anni, però è rimasta con suo marito. Anche se ogni tanto vanno insieme a trovarla. Ha ribadito che qualche volta dovrei andare con loro, mi ha detto che quella bambina le ricorda molto me da piccola. Ed é per questo che non sono ancora andata a trovarla, non voglio ricordare.

Alla fine Ada , dopo avermi fissata, decide di uscire da quella stanza che era diventata troppo piccola per tutte e due.

*Angolo autrice*
Ragazze, volevo approfittarne di questo capitolo, per poter augurare un buon natale a tutte voi. Povera me! Sono le 2 di notte. Vi voglio bene. Buone feste♡

After The Climb There Is Always A Descent. (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora