Audiction

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Che Audrey Marie Parker fosse una grande ballerina nessuno l'avrebbe mai messo in dubbio.
Ma aveva qualcosa di più,aveva anima,passione,aveva la forza di volontà e l'ambizione.
Ma soprattuto aveva talento.

Era per questo che la sua insegnante,la famosa ballerina Agatha Swann,l'aveva portata all'Auditorium di Londra a sostenere un'importante audizione.

La Juilliard Academy non era solita fare molte audizioni all'anno e Agatha era pronta a mostrare la sua ballerina d'eccellenza.

Come si sentisse Audrey in quel momento?
Chi sa dirlo!

Cercava di mostrarsi calma e posata e di scrutare attentamente le sue "rivali".
Calpestava la pece nella grande scatola di legno con le sue punte ormai consumate dall'esercizio.

Sentiva i cristalli di pece sgretolarsi sotto ai suoi piedi,mentre spingeva ancora più forte la punta sul legno.

"Coraggio Audrey,non aver paura" l'aveva esortata la sua insegnate.

Audrey aveva scrocchiato il collo,un gesto del tutto poco elegante per una ballerina di danza classica,ma la ragazza sentiva davvero lo stress gravarle sulle spalle.

Attraversò il lungo corridoio con le gambe fasciate all'interno delle calze color carne,il body rosso scuro che le evidenziava il fisico snello e il gonnellino svolazzante dello stesso colore.

I suoi capelli lunghi e biondi erano raccolti in uno chignon ordinato e avvolto in una treccia.

E per finire,gli occhi azzurri come il cielo d'estate,ardevano letteralmente mentre visualizzava davanti a sé la coreografia che aveva provato negli ultimi due mesi.

Appena trovato uno spazio libero nel lungo corridoio,si era seduta a terra per scaldarsi.
Aveva allungato la schiena,tirato le punte e sciolto i muscoli con qualche apertura,sagittale o frontale.

"Ricordati di sostenere la gamba quando ti chiederanno di eseguire un adage.
È importante che tu la tenga sostenuta con energia. Niente smorfie di dolore,solo sopporta" ripeteva la sua insegnante,che sembrava più agitata di Audrey stessa.

Audrey sapeva solo che la danza era la sua vita.
È vero,forse aveva odiato ogni singola ora di allenamento quando avrebbe potuto starsene sul divano a mangiare biscotti.
Ma la danza l'aveva trascinata in fondo e allo stesso tempo l'aveva spinta così in alto da farle sfiorare il paradiso.

Mentre ballava,si sentiva energia allo stato puro.
Aveva bisogno della danza,di esprimere le sue emozioni,di lasciarsi trasportare dalla musica lenta e rilassante del pianoforte e di abbandonarsi completamente al suo corpo.
Era come se la mente si spegnesse e improvvisamente il corpo si muovesse da solo,come se non avesse più bisogno degli impulsi del cervello.

Quell'audizione era la sua chance di dimostrare a sua madre quanto valeva,di dimostrarle che la danza l'aveva resa forte e determinata.
Che le aveva donato ambizioni e voglia di vivere ancora,dopo la morte di suo padre.

Già,sua madre..
Katelynn Anne Duncan,vincitrice di ben otto medaglie olimpiche,ginnasta di fama mondiale..per sua figlia era solo Kate o Lynn.

Era a lei che Audrey doveva l'amore per la danza.
Kate l'aveva portata in palestra quando aveva cinque anni e Audrey si era perdutamente innamorata della danza classica,osservando dalle vetrate una Agatha più giovane che batteva i tempi con il piede.

Audrey aveva ormai diciotto anni e sapeva già chi voleva essere,cosa voleva fare,dove voleva andare e chi voleva accanto a sé.
O almeno così pensava...

Proprio parlando di amici,la porta del backstage dell'auditorium si era spalancata rivelando una ragazza dai capelli neri e gli occhi color nocciola.
La ragazza si era guardata per un attimo intorno confusa,scrutando le centinaia di ballerine che si riscaldavano.

Era sicuramente alla ricerca di qualcuno,ma appena gli occhi verdi avevano incontrato quelli azzurri di Audrey la sua ricerca era definitivamente finita.

"Jasmine" l'aveva chiamata Audrey,agitando una mano per farsi notare.

Jasmine Kumar era la migliore amica di Audrey da quando avevano cinque anni e si erano conosciute in palestra,nello spogliatoio di quel luogo magico.

Dal canto loro,non potevano essere più diverse.
Audrey era così elegante e posata,Jasmine era rumorosa e indossava esclusivamente tute e leggins.
Audrey era abbastanza silenziosa,Jasmine era una chiacchierona.

Ma,non meno importante,Audrey era una ballerina di danza classica mentre Jasmine ballava l'hip hop e la breakdance soprattuto in strada.

Ma erano legate più di qualsiasi altra persona.
Jasmine capiva Audrey e viceversa,si sostenevano nei momenti difficili,ridevano insieme,erano la spalla su cui piangere l'una per l'altra.

Come a dimostrazione di ciò che vi ho appena detto,Jasmine era lì proprio per sostenere la sua migliore amica.

"Come va Aud?" le aveva chiesto un po' sarcasticamente.

"Apparte l'agitazione,bene" rispose la bionda,facendo roteare gli occhi sia alla sua amica che alla sua insegnante.

"Non hai nulla di cui preoccuparti,andrà alla grande" l'aveva rassicurata Agatha.

Audrey sorrise ad entrambe e le abbracciò forte.

La porta che portava al palco finalmente si era spalancata,rivelando proprio uno dei direttori più famosi dell'accademia newyorkese.
Era un uomo sulla sessantina,i capelli brizzolati e di un grigio acceso,occhi azzurri come quelli di Audrey e un foglio in mano.

Aveva cancellato probabilmente uno dei nomi sulla lista ed era pronto a chiamare il prossimo.

"Audrey Marie Parker" sentenziò,guardandosi intorno alla ricerca della ragazza che aveva appena chiamato.

La bionda si fece avanti un po' insicura,ma l'uomo le sorrise rassicurante.

"Prego cara" disse,invitandola ad oltrepassare la porta.

Audrey si girò solo un'ultima volta a guardare Agatha e Jasmine.
Entrambe le sorridevano affettuosamente e avevano completa fiducia in lei.

Non poteva deluderle.

L'insegnante le mimò un "sono fiera di te" che la ragazza colse al volo.
Quando si girò per varcare la soglia della porta,dove l'uomo era ancora in piedi a guardarla,all'improvviso si sentì sicura.

Tutta l'agitazione era sparita,per lasciare posto alla sensazione che Audrey conosceva molto bene.

Adesso,sentiva l'energia crescere sempre di più dentro di lei e invadergli tutto il corpo.
Era pronta per davvero ora,era pronta per fare quel piccolo passo che l'avrebbe portata a farne uno più grande e,chissà,un altro più grande ancora.

Nessuna paura,solo passione e tecnica che si mescolavano fino a raggiungere quella perfetta armonia che aveva sempre seguito Audrey come un'ombra.

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