Link's pov
- È oggi che Mortipher dovrebbe venire? - chiesi, sistemandomi i capelli davanti allo specchio.
- Non farti strane idee, Link - replicò Ghirahim, non lontano da me - Ti ho già detto che a me va bene, e poi...
- E poi niente - risposi io, guardandolo male - Ti ho già detto che odio tutto questo. Voglio trovare un modo per fermarlo.
- Se lo fermassi cadremmo in rovina sia io che te. Link, non fare idiozie, dannazione! - borbottò tra sé e sé lui - Se lo denunci siamo fregati. Non possiamo fare nulla.
- Ma io non ce la faccio! - esclamai, voltandosi verso di lui - Non ce la faccio a vederti così, non posso permettere che qualcuno ti faccia del male.
Ghirahim sorrise, avvicinandosi a me - Link, a volte bisogna compiere dei sacrifici. A me va bene fare questo. È per il nostro bene.
Sospirai, abbracciandolo con forza ed affondando il viso nella sua felpa bianca - Ma Ghirahim... io...
Lui mi scostò una ciocca di capelli che mi oscurava leggermente la vista - Non preoccuparti, Link. Oggi entra più tardi del solito, ok? Entrerò prima io, quando vedrai Mortipher uscire, allora tu tornerai dentro.
- Ti farà male... - sussurrai contro di lui.
- Ormai ci sono abituato - rispose lui, separandosi da me. Era come se mi mancasse già, lo volevo di nuovo tra le mie braccia.
Uscimmo di casa, Ghirahim non sembrava teso. Era naturale, non rigido. Non spaventato. Per lui quella doveva essere la quotidianità più totale. Ma era così sbagliato.
Non parlammo, ma pensammo molto. Il lavoro delle nostre menti riempiva il silenzio.
- Resta fuori - disse Ghirahim, dandomi un bacio sulle labbra - Non so, magari fatti un giretto, ok?
Il ragazzo si allontanò da me, con un sorriso sulle labbra. Entrò nel bar, mentre io restavo lì fuori, immobile.
Era una tale ingiustizia! E se c'era una cosa che io odiavo erano le ingiustizie. Dovevo risolvere quella faccenda, eppure sembrava essere un vicolo cieco.
Se avessi denunciato Mortipher avremmo perso il bar. Se non l'avessi fatto Ghirahim avrebbe continuato ad essere sfruttato.
Non potevo accettare nessuna delle due cose.
Dovevo trovare una via d'uscita, o scavarla a forza, aprendomi un varco tra tutti quei problemi.
Mi sedetti sul marciapiede, pensieroso. Ghirahim non poteva continuare così, ed io non potevo continuare sapendo cosa Mortipher gli faceva.
- Sembri pensieroso - disse una voce dietro di me, che mi fece sobbalzare.
Zelda era dietro di me, con un sorriso sul volto.
- Non pensavo di rivederti così presto - sussurrai, diventando paonazzo. Temevo che c'è l'avesse con me.
- Neanche io. Qualcosa ti turba?
- Hai presente trovarsi in una situazione che non ha che d'uscita? Ecco, è così che sono ora. Non posso restare fermo, ma i miei interventi non farebbero altro che peggiorare la situazione.
Zelda si portò un dito sotto al mento, con aria pensierosa. Pensavo che provasse rancore, invece si comportava con naturalezza. Sembrava semplicemente una vecchia amica, e così mi andava più che bene.
- Sicuro che non esista un'altra opzione? - chiese lei, guardando verso il cielo - Devi considerare tutte le eventualità.
- Mille grazie oh saggia - risposi, continuando a pensare - Devo trovare una soluzione.
- Vorrei aiutarti - disse lei, incamminandosi - Ma ora ho un appuntamento con la mia ragazza, ci si vede!
Io annuii con aria comprensiva, per poi alzare di scatto la testa una volta compreso ciò che lei aveva appena detto. Ragazza?
Mi alzai in piedi, gridando - Auguri con la tua tipa!
Strano come nonostante tutto sembrassimo stare bene come amici. Forse i nostri rapporti non erano del tutto rotti.
Una quarta opzione. Una quarta opzione...
E se io avessi parlato con Mortipher? Non doveva essere uno con cui era facile contrattare, eppure ero sicuro che sarei riuscito a fare qualcosa. Avrei potuto trattare con lui.
Sorrisi, mentre l'idea iniziava a prendere forma nella mia testa.
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Il capo [Modern AU]
FanfictionLink è un semplice studente universitario, che trova un lavoro part time in un piccolo bar. Il direttore di quest'ultimo, Ghirahim, un uomo affascinante quanto inavvicinabile, sembra attirarlo a sé in modo inevitabile.