Mind

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Il suo sguardo si fermò qualche istante sulla cioccolata calda che teneva tra le mani, era appoggiato ad un tavolino mal ridotto mentre continuava a girare con il cucchiaino come se fosse ipnotizzato. Alzava gli occhi  quando le macchine che passavano davanti al bar lo distraevano. 

Quel pomeriggio si sentiva giù, senza un particolare motivo, se l'era sentito quando si era alzato dal letto quella mattina.

-Forse dovrei trovarmi un lavoro.- disse a bassa voce, gli occhi scuri puntavano all'esterno della vetrina del bar, una signora stava passeggiando con il cane. Dai suoi brividi poteva capire che la temperatura si era abbassata parecchio da quando era uscito di casa. 

-Beh, quello sicuramente...- commentò Luke, che era seduto a braccia conserte, lui aveva già finito la sua cioccolata -ma non credo sia quello il motivo per il tuo...turbamento? Disperazione? Depressione?- 

Tentò di indovinare e Calum sorrise a quel tentativo di distrarlo.

-Non sono depresso.- chiarì -Sono pensieroso, credo.- 

-E a cosa stai pensando?- chiese Luke, senza chiedere il permesso a Calum prese la sua cioccolata (probabilmente aveva capito che non l'avrebbe finita) e iniziò a divorarla con grosse cucchiaiate. 

Calum non rispose, guardò per l'ennesima volta fuori da quel luogo chiuso, cosa si aspettava di vedere?

-Stai aspettando che Lexi appaia magicamente sul marciapiede qua davanti?- 

Ovviamente Luke sapeva sempre dare una risposta ai pensieri di Calum. Quest'ultimo sospirò.

-Cosa dovrei fare?- le sue mani scivolarono velocemente tra i suoi capelli, gli reggevano la testa piena di cose che non erano neanche successe. Era ovvio che pensasse a lei. Immaginava situazioni o conversazioni che non erano mai accadute, e ci rimaneva male. Perché voleva ferirsi da solo?

-Dipende da cosa vuoi te.- Luke incrociò le mani e le posò sul tavolino che lo divideva da Calum.

-Dio santo...parli come Hayley.- commentò quest'ultimo alzando il viso verso il soffitto. 

Luke aggrottò le sopracciglia, -Davvero parlo come lei?- iniziò ad agitare le braccia.

-Sai qual è la cosa divertente di tutto questo? Che tu pensi che questa sia una cosa brutta, io invece voglio questa cosa, la vorrei da morire.- inclinò il busto in avanti e fissò Luke negli occhi -Vorrei poter stare così tanto con una persona, vorrei esserci così tanto attaccato, da iniziare a parlare come lei, da sapere a memoria ogni movimento, ogni espressione del viso.- 

Premette le labbra tra di loro, fece un sospiro profondo e rilassò le spalle. 

-Vorrei tanto essere nella tua situazione, Luke.- 

Luke, invece, lo osservava senza dire niente, non sapeva cosa rispondere, come comportarsi. Da un lato, pensava che avesse ragione, Luke era così sereno, così soddisfatto, non poteva negare il fatto che Calum avrebbe voluto essere nella sua posizione. 

-Potresti esserlo, nella mia situazione.- commentò.

-Lo so, cazzo! Mi fa ancora più arrabbiare questa cosa! Nel senso, so che potrei fare tanto ma non faccio un cazzo, ho paura di sbagliare.- quasi urlò. 

Luke ebbe paura che le persone dei tavolini vicini si girassero a guardarli dal tono di voce alto di Calum.

-Tu però non puoi chiedere a me cosa dovresti fare quando neanche te sai come muoverti in questa situazione. Prima sembra che tu voglia instaurare un nuovo rapporto con Lexi, dopo qualche minuto invece la cacci via e le neanche quasi le parli. A che gioco vuoi giocare?- 

Il suo non era un tono accusatorio o spregevole, semplicemente stava mostrando la verità dei fatti così com'era, voleva far ragionare Calum, spingerlo a capire qual'erano i suoi bisogni e come poterli soddisfare. In quello era ancora lui, non aveva preso da Hayley.

-Sto cercando di capirlo, io vorrei parlare di queste cose con Lexi, e in parte l'ho già fatto quando l'avete fatta venire, ma appena faccio un passo in avanti penso a...- si fermò a metà della frase, quasi non riuscendo a pronunciare quel nome che lo aveva assillato per anni. In un secondo, come se fosse uno scherzo della natura, un ombra passò vicino alla vetrina del bar. Calum fece cadere lo sguardo e rimase immobile ad osservare la figura di una ragazzina che, dall'altra parte della strada, lo guardava piangendo e con tutto il trucco sbavato, era in abiti estivi (poco adatti al clima rigido che correva in quei mesi a Baltimora) e una macchia rossa si espandeva in modo poco uniforme sulla sua maglietta colorata. La sentì quasi urlare il suo nome. Dopo, una macchina passò e la ragazza scomparve dietro di essa, come se non fosse mai esistita.

Dopo tanto tempo la mente di Calum gli giocava ancora dei brutti scherzi.

Luke, come sempre, sapeva già di cosa stessero parlando. 

Si guardarono per qualche istante, Calum aveva cambiato espressione, come se gli fosse caduto sulle spalle un macigno dopo la considerazione che aveva fatto. Era arrivato ad una conclusione scomoda che non avrebbe voluto sapere.

L'amico davanti a lui, balbettando, disse:

-Calum, tu pensi ancora a lei?-



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